"Ringrazio chi ha partecipato per il coraggio di raccontare la sua esperienza personale" ha detto Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica e adesioni di Fdi, ad Atreju in chiusura del panel Non con la mia faccia. Deep fake, web reputation e odio social.
Molto sentita la testimonianza della giornalista e scrittrice Francesca Barra che sul palco ha raccontato la sua disavventura. Ma anche la sorella della premier si è lasciata andare a delle forti considerazioni affermando di aver “smesso di rispondere agli insulti, anche quelli a mia sorella".
"La vicenda di Francesca Barra"
Dagli insulti alla reputazione scalfita. Impressiona il racconto di Francesca Barra. Quello delle sue foto manipolate tramite l'Ia e finite su siti pornografici. "Quanto mi è accaduto mi ha umiliata, ferita e spezzata - dice - Ho deciso di denunciare per immaginare un futuro migliore per i miei figli. Penso a tutte le donne e ragazze che subiscono questi abusi, che non hanno i miei strumenti per difendersi e spesso hanno paura di una vittimizzazione secondaria o terziaria, e per questo non denunciano. Questo non è un gioco né una forma di morbosità: è un reato vero e proprio".
Arianna Meloni: "Mi difendo non guardando e non leggendo"
Per Arianna Meloni è "importante l'esempio che diamo. Io non ho mai insultato un personaggio politico che la pensa diversamente da me. Forse mi è capitato di rispondere a qualche insulto molto violento su mia sorella (la premier Giorgia Meloni,ndr). Ora ho smesso di fare anche quello. Mi difendo non guardando e non leggendo".
"Dobbiamo difendere le persone"
"Noi dobbiamo governare questo strumento con formazione, consapevolezza, informazione e un approccio etico, che può provare a dare i confini di questo nuovo mondo. Noi siamo la culla della spiritualità e noi oggi dobbiamo difendere le persone", osserva Meloni che ha assicurato l'impegno a portare avanti questa "battaglia in Europa" sul tema. La responsabile Fdi Segreteria politica e adesioni ha concluso ricordando le parole di Papa Francesco, che ha detto al G7 Italia: "Di fronte ai prodigi delle macchine che sembrano saper scegliere in maniera indipendente, dobbiamo avere ben chiaro che all'essere umano deve rimanere la decisione, altrimenti condanneremo l'umanità a un futuro senza speranza".
"Serve educazione digitale"
Riguardo all'odio social e i deepfake ha sottolineato: "Le leggi ci sono, bisogna fare di più anche con l'educazione digitale. Solo quando si conosce la macchina puoi riuscire a difenderti". Ma anche "educare le fasce più deboli, i minori, gli anziani e le donne, che sono drammaticamente le più colpite. Serve spiegare che il cyberspazio non dimentica, noi dobbiamo parlare di questo ai giovani", riflette Meloni. "Noi dobbiamo governare questo strumento con formazione, consapevolezza, informazione e un approccio etico, che può provare a dare i confini di questo nuovo mondo. Noi siamo la culla della spiritualità e noi oggi dobbiamo difendere le persone", osserva Meloni che ha assicurato l'impegno a portare avanti questa "battaglia".