25 agosto 2009, Auronzo di Cadore. Fra le bellezze delle Dolomiti fu celebrato, alla presenza dell’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del ministro dell’Ambiente e della Tutela del Mare e del Territorio, Stefania Prestigiacomo, il riconoscimento UNESCO delle Dolomiti patrimonio naturale dell’Umanità. “Il nostro Paese è un museo a cielo aperto da rendere più fruibile”, così l’allora ministro Prestigiacomo “senza chiudere i gioielli nel caveau, e questo marchio mondiale conferito alle Dolomiti è, oltre che un tributo a un modello vincente delle politiche di conservazione dei beni ambientali, un’opportunità preziosa per godere pienamente del nostro patrimonio naturalistico”. Nel 2010, dopo il riconoscimento Unesco, è nata la Fondazione Dolomiti UNESCO.
Santa Cristina, fra Selva e Ortisei, in Val Gardena, “paese simbolo”, assai amato dagli appassionati delle escursioni in montagna, incastonato fra “prati opulenti” e “rocce scolpite dalla natura”, qui è nato il Cinema UNESCO, un “punto panoramico” sullo scenario montano delle Dolomiti, sul Parco Naturale Puez-Odle e sui maestosi Sassolungo e Sassopiatto e da dove a occhio nudo o con un “cannochiale panoramico” sarà possibile ammirare “ogni vetta”, confrontandole con quelle intagliate su una parete di legno dagli artigiani di Santa Cristina. Un cinema naturale, un balcone sul miracolo naturalistico delle Dolomiti. E chissà se ancora oggi Dino Buzzati, il famoso scrittore e giornalista italiano, grande amante della montagna, non scriverebbe, affacciandosi da questo “punto di osservazione” su alcune delle più belle vette dell’arco alpino: “Avvicinatevi, vi prego, esaminate questo spettacolo che senza ombra di dubbio è una delle cose più belle, potenti e straordinarie di cui questo pianeta disponga (…) Sono pietre o sono nuvole? Sono vere oppure è un sogno?”. Era il 1956, omaggio alle sue montagne di vetro.
E quel grande parco naturale, nel Gruppo Dolomitico Puez-Odle, chiamato, per importanza geologica, il “libro di storia della Terra”. Quel parco ricco di paesaggi, “dagli altipiani calcarei ai pascoli, dalle vette e dalle maestose pareti alle gole profonde e ai boschi da fiaba”, con quella vegetazione caratteristica dell’ambiente di alta montagna, larice, abete rosso, pino cembro e le tante varietà floreali, fiori di croco, rododendri, scarpette della Madonna, giglio martagone e giglio di San Giovanni, papavero alpino, stella alpina, e la fauna, anch'essa tipica, camosci, caprioli, cervi, marmotte, gufi reali, gallicedroni, fagiani di monte e altre “preziose varietà”.
Il film più bello che la natura potesse girare.
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