L’Italia sarà un giorno un paese solo di classe A, con il risparmio energetico considerato una grande opportunità? Facciamo un esempio: tempo fa IlSole24Ore, il quotidiano economico-finanziario di Confindustria, prendendo a campione oltre 200.000 abitazioni milanesi che s’erano dotate di certificato energetico, ha potuto stabilire come il 52% fosse di classe energetica G, il 18% di classe F e solo lo 0,6% di classe A, con il risultato, nel caso del 70% degli immobili, di un “elevatissimo consumo energetico”.
Diverso il caso di un’altra realtà lombarda. Siamo a Trescore Cremasco, non lontano da Milano, dove una società ha progettato un borgo con parco e piste ciclabili di villette di classe A. Per attrarre acquirenti, allettandoli con i vantaggi di una residenza di classe A, la società ha illustrato con un prospetto comparativo le differenze fra le sette classi energetiche, dalla A, cioè, alla G. Quale il consumo annuale di Kwh/mq per un’abitazione di classe A? Inferiore a 30, con la classe B con valori, invece, fra 31 e 50, la C fra 51 e 70, la D fra 71 e 90, la E fra 91 e 120, la F fra 121 e 160, la G oltre i 160. Con quale peso per il portafoglio? 201 euro per la classe A, 405 per la B, 683 per la C, 951 per la D, 1.219 per la E, 1.621 per la F, 2.144 per la G. Come si vede, peggiore è la classe, più alti i costi, viceversa, peggiore è la classe, inferiore il risparmio. Quanto fa risparmiare un’abitazione di classe A in un anno? Il massimo possibile. Non così nel caso delle altre classi, con la B, C, D che rinunciano a 268, la E a 402, la F a 522, quindi la G a 642 euro di risparmio. Conti alla mano, di certo conviene, per chi viva in abitazioni di non recente costruzione, optare per interventi di adeguamento, un investimento iniziale che col tempo darà i suoi frutti.
Gli strumenti, quelli che si chiamano incentivi, ci sono e sembrano, casi locali a parte, essere molto apprezzati dagli italiani come emerge dal V Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica presentato il 23 giugno scorso da ENEA, cui fa capo anche l’Agenzia Nazionale per l'Efficienza Energetica, presso il Ministero dello Sviluppo Economico – qui il video dell’evento. Dal rapporto, che non è solo lo specchio dell’Italia energetica di oggi, ma anche una piattaforma di proposte per il futuro, emergono alcune dati interessanti, come, ad esempio, il fatto che in un decennio gli italiani abbiano investito 28 miliardi di euro per ridurre gli sprechi e adeguare le proprie abitazioni, rendendole, pertanto, efficienti. Dal 2007 al 2015 gli interventi di riqualificazione energetica sono stati 2 milioni e mezzo, con ricadute occupazionali di tutto rispetto: sono, infatti, in media 50 mila i posti di lavoro l’anno per gli addetti del settore. Grazie agli ecobonus, dal 2005 al 2015 sono stati risparmiati circa 10 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), ciò che ha evitato l’immissione in atmosfera di 26 milioni di tonnellate di anidride carbonica, consentendo, contestualmente, di rispamiare 3 miliardi di euro per l’importazione di fonti fossili.
Il rapporto ENEA, curato dall’Unità Tecnica Efficienza Energetica in collaborazione con il Servizio Comunicazione, tocca diversi ambiti: analisi del contesto internazionale e nazionale, raggiungimento degli obiettivi nazionali di risparmio, domanda e impiego finale di energia , riqualificazione energetica degli edifici, energia per il settore industriale e dei trasporti, attuazione, programmazione e comunicazione a livello regionale delle misure di efficienza energetica, programma triennale nazionale di informazione e comunicazione. Alcuni dati: in relazione alla domanda e impiego di energia, fra il 2013 e il 2014 si è avuta una riduzione del 3,4% dei consumi, con le fonti rinnovabili che nel 2014 hanno contributo al mix energetico con il 17,6% più che triplicando il 5,4% del 1994, mentre nel settore industriale fra il 1995 e il 2014 si è registrata una riduzione del 23,8% dell’intensità energetica. Grazie a strumenti come i Certificati Bianchi fra il 2011 e il 2015 sono stati risparmiati 2 Mtep, con 2,2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio risparmiati nel settore residenziale, mentre la quota di risparmio energetico raggiunta nel 2015 rispetto agli obiettivi del PAEE 2014, ossia del Piano d’Azione Italiano per l’Efficienza Energetica, è stata del 32%.
E ancora, nel 2015 10.823 sono state le diagnosi energetiche inviate all’Enea dalle imprese, di cui 45% del settore manifatturiero e il 15% operanti nel commercio, obbligate per legge ad adottare lo strumento della diagnosi energetica. Fra il 2007 e il 2014 la riduzione dei consumi di energia nel settore industriale è stata del 31%, mentre fra il 2005 e il 2015 sono stati risparmiati 10 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Per quanto riguarda le performance energetiche regionali, fra i dati di interesse, quello dei 5.500 progetti in materia di efficienza energetica portati a termine grazie ai fondi strutturali 2007-2013.
Un rapporto che è anche una bussola per i cittadini, come quei privati che vogliano adeguare la propria abitazione ai moderni criteri. Il documento, grazie a prodotti consolidati nel mercato edile e “tecnologie mature”, elenca le possibili soluzioni, come gli isolanti per l’inverno (aerogel, pannelli sottovuoto, termo-intonaco), le soluzioni per l’estate (PCM o Phase Change Materials, membrane endotermiche, cool materials, tetti e pareti verdi), sistemi schermanti esterni (frangisole verticali fissi, frangisole verticali orientabili, frangisole orizzontali orientabili, frangisole a lamelle orientabili, tende avvolgibili). Consigliando per la sostituzione dei vetri, in caso di serramento in buone condizioni, di “sostituire soltanto il vetro con uno a più elevato potere isolante”, come, ad esempio, vetri con un ridotto fattore solare o a elevato isolamento termico. Quindi, in caso di sostituzione di tutto il serramento, telai in PVC multicamera, in alluminio a taglio termico multicamera o in legno a bassa densità, ricordando altre soluzioni come doppio serramento o isolamento termico del cassonetto.
Il Rapporto dedica un capitolo alla comunicazione sull’efficienza energetica per una cultura diffusa sull’uso efficiente ed eco-sostenibile delle risorse energetiche ed ambientali. Italia in Classe A è, infatti, il nome campagna nazionale per l’efficienza energetica promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e realizzata da Enea. Questi, in dettaglio, i principali obiettivi: sostenere, sensibilizzare e incoraggiare le grandi e piccole-medie imprese nell’esecuzione di diagnosi energetiche, stimolare comportamenti dei dipendenti pubblici che contribuiscano a ridurre i consumi energetici della Pubblica Amministrazione, informare imprese, amministrazioni e famiglie sui meccanismi di incentivazione esistenti, educare gli studenti ad un uso consapevole dell’energia, sensibilizzare le famiglie sui benefici delle diagnosi energetiche, dell’Attestato di Prestazione Energetica e dell’uso consapevole dell’energia, favorire la partecipazione delle banche e degli istituti finanziari al finanziamento di interventi di miglioramento dell’efficienza energetica, promuovere programmi di formazione per la qualificazione dei soggetti che operano nell’ambito dei servizi energetici, formare tecnici della Pubblica Amministrazione per la predisposizione dei progetti di riqualificazione energetica degli edifici.
Una novità riguarda, invece, i condomini. L’ha anticipata ai margini della presentazione del Rapporto il presidente ENEA Federico Testa. L’idea è quella di un eco-piano per rigenerare i condomini puntando a risparmio ed efficienza energetica. Una proposta tecnica, che tuttavia spetterà al governo vagliare. Sui condomini, in particolare quelli costruiti fra gli anni ’60 e ’70, ha osservato il presidente ENEA, ancora s’è fatto poco. Se questi condomini sono ancora “poco efficienti” dal punto di vista energetico, ha fatto capire Testa parlando all'Ansa, occorre trovare “meccanismi incentivanti” che consentano a chi vi abita ma che non ha “risorse da investire” di “diventare green”. Da risolvere ci sono la detrazione per gli incapienti e le modalità di finanziamento. L’ipotesi allo studio è quella di un “intervento pubblico con garanzia di rientro” sostenuto da un fondo che finanzi l’intervento. Tra le possibili soluzioni, la trasformazione della detrazione in credito d’imposta, con la quota sempre al 65%, mentre per il finanziamento si pensa a un soggetto terzo che possa garantire il “livello maggiore”, circa il 65%, della “quota singola di ogni appartamento” con il 30% rappresentato dal risparmio risultato di una “bolletta più leggera”.
Per maggiori informazioni:
V Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica Documento integrale
Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica Website
Italia in Classe A – Campagna Nazionale per l’Efficienza Energetica Website Twitter Facebook