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Genitori insonni: qualche piccolo consiglio per aiutare il sonno dei neonati e di mamma e papà

di Caterina Steri

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La nascita di un bambino obbliga i genitori, soprattutto la madre che per i primi mesi sta sempre con lui, ad adattare la loro vita ai ritmi del pargolo. Prendiamo l’esempio del sonno, che tanto viene discusso e sofferto. La carenza di sonno incide pesantemente sulla vita dei genitori, può portare a sbalzi d'umore, depressione e rottura dei rapporti sociali. Nei primi mesi di vita il bambino non conosce la differenza fra giorno e notte, il suo ritmo sonno-veglia è regolato dai bisogni interni legati alla fame e alla sete. Capire perché un bambino si sveglia nella notte è importante per accudirlo al meglio ma anche per migliorare il riposo dei genitori. Inoltre, il modo con cui i genitori rispondono alle esigenze dei figli incide sul loro sviluppo. Bambini che vengono fatti dormire nel letto con i genitori, avranno difficoltà a stare soli nella propria culla o nella propria stanza e sono privati di un personale spazio di crescita e di autonomia. Se messi sin da subito nella culla, non avranno paura di stare soli e impareranno a conoscere e ad esplorare un ambiente familiare e sicuro. Per non parlare della coppia che, con un bambino nel proprio letto, rischia di perdere la propria intimità e non migliora sicuramente la qualità del sonno, visto che bisogna far attenzione a non far male al figlio!

Tra i fattori che possono disturbare il sonno di un infante ci sono: lo svezzamento, le coliche, la dentizione, malattie in famiglia, conflitti fra i genitori, eccessiva mancanza della figura materna.

Di seguito proverò ad elencare alcuni consigli pratici su come aiutare il neonato ad addormentarsi senza grossi problemi.

Nei primi mesi di vita il neonato potrebbe dormire in una culla accanto al letto dei genitori, data la frequenza dei risvegli per le poppate. E’ importante che il piccolo dorma sempre nello stesso posto sia il giorno che la notte. Intorno al quarto-sesto mese il bambino inizia a dormire senza svegliarsi la notte per cui è molto importante regolare gli orari in cui lo si mette a dormire e lo si risveglia. Naturalmente sono permessi sgarri ogni tanto che potrebbero aiutare il piccolo ad acquisire una migliore capacità di adattamento. Esporlo alla luce durante il giorno, farlo giocare in queste ore e ridurre le attività che possano eccitarlo verso la sera, lo aiutano a scandire meglio il ciclo notte giorno e ad abituarsi ad esso. Dopo i quattro-sei mesi di vita non ha più bisogno di mangiare durante la notte se di giorno fa dei pasti regolari; dargli il biberon dopo questa età ogni volta che si sveglia durante la notte potrebbe diventare il mezzo esclusivo per addormentarsi e aumenta la probabilità che il bambino si svegli perché abituato a bere. Instaurare un rituale fisso (una ninna nanna, il cambio del pannolino, un bagnetto, la consegna di un oggetto con il quale dormire), aiuterà il bambino ad associarlo con il momento per andare a dormire. Altra sana abitudine da sviluppare è quella di metterlo nel lettino ancora sveglio e lasciargli il tempo di addormentarsi da solo. Se il bambino piagnucola o si muove non bisogna prenderlo subito in braccio. E’ bene che impari a far capire quello che vuole. Prenderlo in braccio da subito significherebbe soddisfare una sua richiesta già prima che riesca a formularla. Questo col tempo farà si che il piccolo non avrà bisogno di chiedere nulla perché saprà che un adulto soddisferà subito ogni suo segnale, non sarà in grado di capire di cosa veramente potrà avere necessità e non sarà capace di tollerare la frustrazione per qualsiasi eventuale mancanza. Una piccola luce nella stanza da al bambino la possibilità di controllare l'ambiente circostante e sentirsi più sicuro. Dopo il quarto sesto mese se il bambino chiama o piange bisognerebbe aspettare almeno 30 secondi prima di entrare nella stanza (o fargli percepire la nostra presenza), tranquillizzarlo e uscire quando è ancora sveglio. Ad ogni chiamata successiva bisognerebbe allungare gradualmente l'intervallo di attesa finché il bambino si addormenta da solo. Dopo una settimana le cose dovrebbero migliorare.

Se i genitori riescono ad essere costanti nei loro rituali, a non farsi prendere dalla stanchezza, dai sensi di colpa e a non pensare di creare dei traumi nel loro figlio, dovrebbero ottenere dei risultati positivi in breve tempo.

Se i problemi al contrario dovessero persistere sarebbe opportuno chiedere aiuto ad un esperto dell’età evolutiva.

23/08/2011