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Gli effetti dei mass media sulla partecipazione politica e sul voto

Gli effetti dei mass media sulla partecipazione politica e sul voto

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Il nostro Paese sta attraversando un periodo particolarmente complesso da un punto di vista economico e politico. Su quali basi i cittadini prendono le loro decisioni politiche e sviluppano il loro credo in un partito piuttosto che in un altro? In particolare, che peso hanno i mass media in tutto ciò? La riflessione scientifica sugli effetti della comunicazione di massa sul pubblico degli elettori è assai vasta e ricca di risultati, per lo più contrastanti.

È improbabile che i media siano l’unica causa di un determinato effetto ed il relativo contributo è comunque difficile da quantificare. Pertanto, è opportuno accostare all’influenza dei media quella dell’interazione sociale e della comunicazione del politico, in quanto è dalla somma dell’azione delle tre fonti di comunicazione e informazione politica che prende avvio il processo di influenza che, passando attraverso fattori cognitivi, affettivi, ambientali e culturali, attiva le eventuali modificazioni nella condotta politica a livello di partecipazione e scelta elettorale del cittadino.

Per comprendere meglio tale argomento è utile approfondire lo studio degli effetti politici di carattere psicosociale dell’esposizione come l’agenda setting, il framing e il priming. Riguardo all’agenda setting, i media hanno la possibilità di stabilire cosa è importante che la gente sappia, per il semplice fatto di concedere attenzione a certi eventi e di ignorarne altri. Le storie e i temi che telegiornali e quotidiani selezionano ed evidenziano soprattutto in “prima pagina” diventano salienti anche per i telespettatori e i lettori. Tanto più elevata e costante è l’esposizione del pubblico all’informazione (in questo caso politica), tanto più grande è la loro suscettibilità all’effetto agenda setting. La comunicazione mediata nel definire i temi di rilevanza pubblica gioca dunque un ruolo potente nella strutturazione della realtà sociale per le persone. Le persone apprendono quanta importanza dare alle notizie grazie all’enfasi che i media danno ad esse (Mazzoleni, 2004).

Il framing consiste nell’effetto di incorniciamento che i media fanno di una storia, di un evento, di un personaggio politico, ecc.  Ad esempio, argomentare i vantaggi e/o gli svantaggi di un’azione sono scelte di frame, ossia di inquadramento della posizione che si intende sostenere perché risalti nella luce migliore e più convincente (Cavazza, 2006). Analogamente a quanto avviene nell’agenda setting, si suppone che il pubblico esposto ad un’informazione incorniciata in un determinato modo ne rimanga influenzato nella costruzione della personale visione degli eventi, cioè dei propri frames. D’altra parte non dobbiamo dimenticare che, nel processo di influenza dei contenuti mediali, intervengono anche gli schemi interpretativi delle persone, ossia le strutture cognitive basate su conoscenze o esperienze precedenti, che condizionano l’elaborazione delle nuove informazioni (Mazzoleni, 2004).  

Infine, il priming, traducibile con “innesco” o “facilitatore”, richiama l’attenzione su alcuni argomenti ignorandone altri, difatti i temi che sono stati al centro dell’attenzione dei telegiornali, dei giornali radio e dei quotidiani sono quelli che vengono più facilmente richiamati alla memoria dalle persone e sono quindi quelli che hanno un maggiore impatto sui giudizi che queste formulano dei leader e dei partiti. In sostanza, vi è un’attivazione differenziata delle informazioni che costituiscono gli ingredienti del giudizio e della decisione (Cavazza, 2006).

In un contesto di processi comunicativi di vario tipo e di crescente frammentazione, indubbiamente si sta assistendo ad una grande trasformazione attraverso i seguenti strumenti: l’enorme moltiplicazione delle fonti di informazione a disposizione del cittadino, in una sorta di esposizione selettiva; la cyber-politica, dilagante nelle campagne elettorali con l’impiego massiccio di internet, che riguarda anche il giornalismo online; i segnali di un divario culturale sempre maggiore tra i cittadini istruiti che si possono permettere la fruizione totale dei contenuti mediali e i cittadini che si limitano ad ascoltare contenuti ed informazioni di carattere popolare; la diffusione dei canali di comunicazione delle minoranze e la fortuna della web-politics, che creano una circolazione di informazioni molto complessa che spezza il monopolio dei tradizionali mezzi di informazione.

In questo scenario in mutamento, nel caso della ricerca sugli effetti politici, si sta osservando un modello di ricezione dei media che riflette l’estendersi di una cultura pick and choose, un comportamento dettato da esposizioni e scelte casuali ed episodiche da parte dei cittadini (Mazzoleni, 2004). Anche la diffusione dei risultati dei sondaggi può avere effetti indiretti nell’influenzare le scelte dei cittadini. I sondaggi, al di là delle informazioni che danno, assolvono a tre funzioni indirette che hanno a che vedere con la persuasione. La prima è quella di consolidare e rilanciare l’immagine positiva di un determinato candidato e indebolire l’avversario; la seconda riguarda l’induzione di un effetto di agenda setting, cioè di affermare il rilievo di alcune questioni politiche a dispetto di altre; la terza riguarda l’induzione di un consenso vero e proprio tramite i meccanismi dell’influenza maggioritaria.

Quanto detto finora mostra quanto sia importante raggiungere l’attenzione del pubblico e focalizzarla su alcuni elementi a dispetto di altri. Di fronte alla difficoltà di catturare l’attenzione delle persone sulle trasmissioni di argomento politico, soprattutto di coloro che sono meno coinvolti dal tema e quindi con opinioni meno definite, la propaganda politica si è orientata sempre di più ad utilizzare lo spot. Quest’ultimo inteso come tipico strumento commerciale, collegato alla diffusa demotivazione delle persone ad impegnare risorse cognitive rilevanti per l’elaborazione di contenuti percepiti come sempre più complessi (Cavazza, 2006). In conclusione, fino a che punto è accettabile che si utilizzino tecniche di persuasione per convogliare su un determinato politico i voti della gente? E se per ipotesi tutto fosse lecito, allora sta a noi informarci, conoscere quali strumenti mediatici vengono utilizzati e calibrare ogni singola scelta. D’altra parte ne va del nostro futuro.

 

 

21/06/2012