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Isole minori italiane: il futuro si chiama green economy

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Le isole minori italiane, patrimonio geografico nazionale e internazionale con bussola nei principi comunitari e i cui comuni sono stati riconosciuti come poli per lo sviluppo sostenibile, con il Protocollo di intesa ora siglato con ENEA, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico, hanno sancito la volontà di attuare gli interventi per la loro valorizzazione e sviluppo in una nuova ottica. 

Quando l’8 giugno 1986, al Giglio, in Toscana, costituirono l’ANCIM, l’associazione nazionale dei comuni delle isole minori, primo obiettivo fu il superamento dell’emarginazione e dei gap legati all’insularità – scuola, sistema socio-sanitario, infrastrutture, trasporti –, nonché, attraverso la valorizzazione delle tradizioni socio-culturali e dei prodotti tipici di qualità, di uno sviluppo che andasse al di là del semplice turismo. Trentasei sono i comuni: nove in Campania (Anacapri, Barano d’Ischia, Capri, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno, Procida, Serrara Fontana), due in Lazio (Ponza, Ventotene), uno in Liguria (Portovenere), uno in Puglia (Isole Tremiti), cinque in Sardegna (Calasetta, Carloforte, La Maddalena, Porto Torres-Asinara, Sant’Antioco), otto in Sicilia (Favignana, Lampedusa e Linosa, Leni, Lipari, Malfa, Pantelleria, Santa Marina Salina, Ustica), dieci in Toscana (Campo nell’Elba, Capoliveri, Capraia, Giglio, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, Porto Ferraio, Rio Marina, Rio nell’Elba).

Lo scorso maggio, a La Maddalena, in Sardegna, hanno firmato il Manifesto dello Sviluppo Sostenibile delle Isole Minori Italiane con al centro beni culturali, paesaggio, green economy. Il loro futuro, come si ricava dal protocollo siglato con ENEA, sarà, ad esempio, a base di tecnologie energetiche innovative, con la “massimizzazione” dell’integrazione delle fonti rinnovabili disponibili localmente – fotovoltaico, eolico, solare termico e termodinamico, biomasse, geotermico – per la riduzione dei consumi nell’illuminazione pubblica, servizi di condizionamento e consumo energetico degli edifici; la mobilità sarà sostenibile grazie a mezzi a basso o nullo impatto ambientale. Gestione, smaltimento e riciclo dei rifiuti, ove possibile, con sistemi di smaltimento integrale sul territorio insulare, recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio per la limitazione della costruzione di nuove strutture, uso delle proprie risorse termali, questi, gli altri punti salienti. 

“L’accordo con ANCIM apre la strada a iniziative e progetti congiunti per uno sviluppo energetico, ambientale ed economico sostenibile delle isole minori, attraverso la tutela e la valorizzazione delle risorse locali, del patrimonio naturalistico e culturale oggi sottoposto ad una forte pressione dovuta principalmente ai flussi turistici”, così Federico Testa, presidente ENEA. Un accordo che Mario Corongiu, presidente ANCIM, considera “particolarmente significativo per le isole minori che proprio per le loro dimensioni spesso non hanno al loro interno professionalità tecniche adeguate per un agire moderno ed efficace di una pubblica amministrazione”. 

Come spiega ENEA, un possibile modello è quello di turismo sostenibile adottato dall’agenzia nelle isole Egadi, con la “realizzazione a Favignana di un impianto di compostaggio per la trasformazione della frazione organica dei rifiuti in fertilizzante per il terreno; il trattamento e il riuso delle acque reflue e l’installazione di una ‘casa dell’acqua’, alimentata con pannelli fotovoltaici, per ridurre l’utilizzo di bottiglie di plastica”. Con questi risultati: erogazione, in quattordici mesi, di oltre 200 mila litri di acqua, ciò che ha evitato oltre 5 tonnellate di rifiuti di plastica.

Nelle Egadi è stata, inoltre, brevettata una procedura per il ripristino della Posidonia oceanica spiaggiata, fondamentale per l’ecosistema marino per la sua capacità di assorbimento di “grandi quantitativi di CO2”, nonché “habitat ideale per la riproduzione di numerose specie ittiche”. Sempre nelle Egadi è stato creato un marchio di qualità ambientale, gestito dalla Area Marina Protetta Isole Egadi, pensato le imprese locali. “Sono già 60” spiega ENEA “ed hanno ottenuto la certificazione per aver rispettato i criteri di sostenibilità indicati per ciascuna categoria turistica. E in un anno i visitatori sono aumentati del 7%”.

 

Abbiamo parlato di:

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ANCIM Website

Manifesto dello Sviluppo Sostenibile delle Isole Minori Italiane Documento

Protocollo ANCIM-ENEA Documento

Area Marina Protetta Isole Egadi Website Facebook Google+