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Lo stupro 'frantuma' la vittima o la sua identità. Come riconoscere e guarire le cicatrici psicologiche

Esperienze di questo tipo, come tortura, stupro o altre forme di violenza estrema rientrano nella categoria dei cosiddetti “traumi estremi”

Lo stupro frantuma la vittima o la sua identità Come riconoscere e guarire le cicatrici psicologiche

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È internazionalmente riconosciuto che lo stupro e le altre gravi forme di violenza sessuale, quando commesse in un contesto di conflitto armato, rientrano tra i crimini di guerra e costituiscono gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra sul diritto umanitario e la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne (Ministero della Salute, 22 marzo 2017).

Lo stupro in guerra non è un crimine privato né un atto individuale, ma è un'arma. Dove ci sono guerre ci sono stupri perché nei conflitti il corpo delle donne diventa bottino, campo di battaglia. Le donne sono bersagli strategici da colpire per terrorizzare i civili, per distruggere le comunità. Ed è ciò che accade oggi anche in Ucraina, come d'altra parte è avvenuto in tutte le guerre passate (La Repubblica, 28 marzo 2022).

Per la prima volta, nello specifico ambito della guerra in Ucraina, si è parlato di stupro come arma di guerra. Anche se lo stupro compiuto durante la guerra è sempre esistito, il suo riconoscimento come vero e proprio strumento di guerra si è affermato solo negli ultimi decenni. Uno strumento impiegato soprattutto sulle donne, ma senza risparmiare gli uomini. Esattamente fu durante il conflitto nella ex-Jugoslavia che si iniziò a riconoscere e a definire lo stupro come “arma” (Abbatantuono, 25 novembre 2022).

Perché avviene lo stupro di guerra?

Sicuramente lo scopo è quello di umiliare, dominare, impaurire, sancire la debolezza degli uomini non più capaci di proteggere le loro donne. Ma ci sono ragioni anche più terribili. Nei conflitti etnici, ma anche nelle guerre di occupazione, lo stupro di guerra ha l'intento di generare vita, di far nascere figli. Per i nazionalisti le donne sono anzitutto generatrici e riproduttrici, il loro ruolo è quello di essere “madri della nazione”. Farle rimanere incinte significa “contaminare” l'etnia, affermare la supremazia di un popolo su un altro.

A settembre, la responsabile della Commissione d'inchiesta internazionale indipendente sull'Ucraina ha scritto che le forze russe stavano commettendo crimini di guerra contro civili, tra cui proprio stupri, torture e reclusione illegale. I membri delle famiglie, in diversi casi, sono stati costretti a stare a guardare mentre le violenze venivano perpetrate ai danni dei propri cari, figlie, mogli e persone care.

Purtroppo i casi segnalati sono solo la punta dell'iceberg ed è difficile mantenere statistiche accurate durante un conflitto violento in atto, come questo. I numeri non rifletteranno mai la realtà, perché la violenza sessuale è un crimine silenzioso (La Repubblica, 28 marzo 2022).

L'istinto sessuale, in uno stupro di guerra, non è l'elemento scatenante. Quello che viene ordinato ai militari è violenza sessuale sistematica. Verso ragazze e anziane, bambine e anche uomini. Una violenza sessuale, anche ripetuta, a cui si associa sempre una violenza psicologica. Spesso i familiari della vittima sono obbligati, oltre ad assistere, anche a partecipare e a violentare la loro stessa figlia o sorella, sotto la minaccia delle armi (Riggi, 19 luglio 2022).

Esperienze di questo tipo, come tortura, stupro o altre forme di violenza estrema rientrano nella categoria dei cosiddetti “traumi estremi”. I traumi estremi sono traumi di natura interpersonale, ripetuti o prolungati nel tempo, subiti in regime di coercizione o di impossibilità alla fuga (Ministero della Salute, 22 marzo 2017).

Quali sono le strategie psicologiche da mettere in campo per superare uno shock del genere?

In generale, lo stupro è un evento che induce una crisi esistenziale avendo un forte impatto sulla propria vita e sulla vita in connessione con gli altri. È fonte di una grande sofferenza mentale, psicologica e fisica.

Immediatamente dopo un'aggressione sessuale il comportamento della vittima può variare da loquacità, tensione, pianto e tremore a shock e incredulità o alla mancanza di emozioni e immobilità. La mancanza di emozioni raramente indica una mancanza di paure. È piuttosto un modo per evitare di pensare a quanto è successo o di tenere le emozioni sotto controllo. In alternativa, la vittima dimostra poche o nessuna emozione a causa di sfinimento fisico o torpore emotivo. Inoltre, le vittime di un'aggressione sessuale di solito hanno paura e sono ansiose e irritabili.

Anche dopo diversi anni, la maggior parte delle donne violentate conserva un ricordo traumatico dell'evento. Le conseguenze dello stupro sull'alterazione dell'identità femminile sono indiscutibili.

Lo stupro è una violenza che ha un effetto dirompente, poiché “frantuma” la vittima o la sua identità (Damus, 2019).

Gli episodi di violenza sessuale non lasciano solamente ferite fisiche ma anche forti cicatrici psicologiche, causando l'emergere di disturbi come depressione, PTSD (disturbo da stress post-traumatico), dipendenza da sostanze, disturbi alimentari o problemi sessuali.

Per la vittima è fondamentale il supporto di amici e parenti e di uno psicoterapeuta.

La psicoterapia aiuta chi ha subito una violenza a ricomporre i frammenti, a ricostruire una storia, a dare un senso ai sintomi di oggi alla luce degli eventi traumatici vissuti, fornendo strumenti per  giungere all'elaborazione del trauma, elemento irrinunciabile per il superamento dell'evento traumatico stesso.

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16/12/2022