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Medess-4ms, la sentinella del mare contro l'inquinamento da idrocarburi

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Prendersi cura del mare attraverso la prevenzione, nonché lo studio dei movimenti degli inquinanti che vi si riversano sia accidentalmente che per dolo. Il Mediterraneo, un mare fatto di tante comunità rivierasche, è un mare fragile, di bellezze messe a repentaglio dall’incuria, dagli incidenti che vi si verificano con effetti che si amplificano, piegando ambiente, economie e salute. Un mare da proteggere, dove traffico marittimo, conflitti, progetti di esplorazione oil & gas non fanno ben sperare.

Un mare che necessita di sentinelle. A Lisbona c’è ad esempio l’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima, che ha fra i suoi compiti quello di vigilare sull’ambiente marino. È in questa cornice che è nato CleanSeaNet, un sistema di sorveglianza satellitare che consente di rilevare chiazze di idrocarburi, in particolare di quelli scaricati in mare da navi e altre imbarcazioni a seguito dello svuotamento e la pulizia delle cisterne. Un sistema integrato da controlli a mezzo motovedette e velivoli in dotazione agli Stati membri. Non solo inquinamento doloso, CleanSeaNet svolge infatti un ruolo operativo anche nel monitoraggio dell’inquinamento accidentale e negli interventi di supporto in caso di incidenti gravi.

Le odierne analisi del rischio, inserite nel quadro della dimensione marittima della security e della safety, prevedono non a caso lo studio delle modalità di intervento in caso di sversamenti di idrocarburi o altre sostanze inquinanti in mare a seguito di sinistri, incidenti, azioni di sabotaggio e altre minacce esterne; l’analisi di scenario di inquinamento di aree marine e conseguenze ecologiche; l’analisi dello stato dell’arte di mezzi e attrezzature per il contenimento degli inquinanti e il loro recupero meccanico; lo studio e la valutazione delle tecniche non meccaniche di bonifica ambientale, loro efficienza ed eventuali conseguenze; le modalità operative, gestione della task force di intervento rapido e coordinamento dei mezzi coinvolti (navi, aerei, elicotteri, personale di terra); lo stato dell’arte dei sistemi di monitoraggio continuo con mezzi navali e terrestri delle aree marine critiche; i software di simulazione di sversamenti di inquinanti e intervento dei mezzi di recupero e bonifica o più specificamente strumenti di simulazione della dispersione delle macchie oleose in mare; la simulazione della movimentazione dei mezzi di intervento (unità disinquinanti e calcolo della rotta in direzione della zona da bonificare); la simulazione degli effetti dei mezzi di intervento sulle macchie d’inquinamento.

Si comprende pertanto perché Medess-4ms, sistema operativo integrato di monitoraggio del mare in tempo reale per la gestione delle emergenze ambientali legate all'inquinamento marino da idrocarburi, presentato a ottobre a Roma, nella sede del CNR, susciti così tanto interesse (all’incontro hanno ad esempio preso parte rappresentanti di enti e agenzie governative e non di Italia, Malta, Tunisia, Libia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Albania e Montenegro).

Il sistema utilizza quattro modelli di oil spill, modelli, cioè, per la previsione della propagazione e trasformazione chimico-fisica degli idrocarburi in mare: MEDSLIK-II dell’INGV, MEDSLIK dello OC-UCY di Cipro, MOTHY di Météo France, POSEIDON-OSM, sviluppato in Grecia da HCMR. Il sistema, che si basa sulla conoscenza delle correnti marine, delle onde e del vento, con dati forniti da sistemi di previsione meteo-oceanografica del Mar Mediterraneo e ideato anche per interfacciarsi con altri sistemi di monitoraggio come il Sistema di Identificazione Automatica (AIS), installato sulle navi, e CleanSeaNet, è accessibile in rete tramite portale e fornisce informazioni relative alle chiazze di petrolio con loro posizione e caratteristiche, nonché dati sull’evoluzione dell’inquinamento in mare, ciò che contribuisce a una migliore gestione delle emergenze.

Fra i modelli di cui si compone Medess-4ms, MEDSLIK-II è quello, si può dire, nato in Italia, frutto della collaborazione fra il Gruppo Nazionale di Oceanografia Operativa dell’INGV, il Centro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, il CNR-IAMC e l’Università di Cipro. Come sito di modellistica numerica del trasporto e trasformazione degli idrocarburi in mare, MEDSLIK-II fu lanciato nel 2012, presentato come un “sofisticato modello per le macchie di petrolio” per la previsione del loro “spostamento dovuto alle correnti”, nonché della “trasformazione del petrolio ad opera del vento, delle onde e dei processi fisico-chimici legati all’emulsione e alla dispersione nella colonna d’acqua”. Uno studio del rischio da sversamento di idrocarburi in mare e gestione delle emergenze nato dalla consapevolezza del Mediterraneo mare al “centro del trasporto internazionale di petrolio nel mondo” con il conseguente “inquinamento da rilascio operativo di idrocarburi a mare” considerato fra i “più importanti pericoli per la salute dell’ecosistema marino”, a causa delle cento, centocinquantamila tonnellate di “residui di idrocarburi scaricati ogni anno nel Mediterraneo”, settantacinque per cento dei quali frutto di “scarichi illegali portati a termine lungo la rotta delle navi da trasporto”.

MEDSLIK-II è stato utilizzato in passato a favore del Regional Marine Pollution Emergency Response Centre for the Mediterranean Sea per l’incidente del Libano, nonché per l’allarme dell’Und Adriyatik, l’incidente della Costa Concordia e altri ancora. Dopo il naufragio della Costa Concordia, MEDSLIK-II ha ad esempio consentito all’INGV di operare a supporto della Guardia Costiera, del Global Monitoring for Environment and Security dell’Unione Europea, nonché della Protezione Civile. In collaborazione con ENEA e CNR-IAMC, l’INGV ha emesso quotidianamente un bollettino congiunto con la Guardia Costiera su diversi scenari di spostamento di un possibile sversamento dalla Costa Concordia, mettendo pertanto a disposizione delle autorità dati di scenario per un’attività di contenimento del petrolio.