logo tiscali tv

Onicofagia, cosa si nasconde dietro la pratica del mangiarsi le unghie?

di Caterina Steri

Leggi più veloce

Stando a contatto con diverse persone, non posso fare a meno di notare come molte di queste si mangino le unghie. Nei casi più gravi, anche le pellicine e le cuticole circostanti. Questa malsana abitudine compulsiva viene chiamata onicofagia e si manifesta soprattutto in periodi di nervosismo, noia, stress, ed è sintomo di un disagio più profondo.

E’ un problema che può manifestarsi sin dall’infanzia e se non curato può protrarsi fino all’età adulta.

Chi pratica l’onicofagia, rischia di trasportare nella bocca tutti i germi e batteri che vengono depositati sotto le unghie. Oltre a tutto, può venire ridotta la motilità delle mani perché troppo impegnati a tenere le dita in bocca. Viene poi facilitata la produzione di carie nei denti perché si intacca la sostanza adamantina degli incisivi.

Dal punto di vista sociale, vedere una mano con le unghie consumate, può far pensare ad una persona timida, con scarsa autostima che al posto di riversare la sua rabbia contro il mondo esterno, la riversa contro se stessa sottoforma di autolesionismo. Mi ha colpito tanto il caso di un adolescente seguito da me che ogni volta che parlava del padre da cui si sentiva abbandonato e con il quale era molto arrabbiato, si mangiava le unghie.

Inoltre, l’onicofago diventa tale anche per compensare un bisogno di attenzione. Ad esempio, si sviluppa nei bambini a cui nasce un nuovo fratellino e che hanno bisogno di richiamare l’attenzione dei genitori. In questi casi è meglio non rimproverarli, ne farne un dramma, ma cercare di parlare con loro delle proprie ansie non facendoli sentire soli.

Serve anche a controllare stati di ansia e di forte noia.

L’onicofagia tende a scomparire volontariamente quando viene meno la causa del malessere, ma potrebbe riproporsi in future situazioni di stress.

Sebbene sembri innocua, costituisce una vera e propria forma di autolesionismo, ed è per questo motivo che nei casi più gravi è meglio chiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta per capire quali siano le cause che hanno portato allo stress, per ridurre ansia, rabbia e noia.

Viene poi stimolata in chi ne soffre l’adozione di comportamenti “alternativi” al mangiarsi le unghie. Ad esempio ponendosi l’obiettivo di rendere nuovamente presentabili le proprie mani. Oppure iniziando a praticare un’attività sportiva per scaricare rabbia e tensioni.

Quindi, quando proprio non si può fare a meno di mangiarsi le unghie, meglio capire cosa si nasconda dietro questo pratica e adottare dei rimedi.

04/04/2012