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Osservare la biodiversità con i satelliti: un nuovo traguardo dell’ecologia spaziale

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I polmoni verdi della Terra godono di buona salute? O sono a rischio, con conseguente perdita della biodiversità? Un ricercatore della Fondazione Edmund Mach di San Michele sull’Adige, in provincia di Trento, in collaborazione con alcuni ricercatori della University of California di Los Angeles, li ha studiati attraverso migliaia di immagini di sensori satellitari, fra cui MODIS della NASA.

MODIS o Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer è uno strumento progettato per l’osservazione della Terra installato dalla NASA a bordo dei satelliti Terra e Aqua – già EOS AM-1 e EOS PM-1 – lanciati rispettivamente nel 1999 e nel 2002. Sul sito della NASA, nelle sezione dedicata al primo, è, ad esempio, possibile verificare dal 2000 a oggi, attraverso il Vegetation index, lo stato di salute della vegetazione mondiale.

Il lavoro di analisi dei dati satellitari, che ha impegnato i ricercatori dell’università californiana Thomas G. Gillespie, Geoffrey A. Fricker, Chelsea M. Robinson e Duccio Rocchini della Fondazione Edmund Mach, sarà pubblicato come Biodiversity of the world: A study from the space nel secondo volume di Remote Sensing Handbook, opera in tre volumi, a cura di Prasad S. Thenkabail, geografo dell’U.S. Geological Survey, in preparazione per CRC Press, del gruppo editoriale Taylor & Francis. 

Lo studio delle immagini satellitari ha consentito ai ricercatori di stimare i cambiamenti della vegetazione in alcuni angoli del pianeta. Grazie ad alcuni algoritmi, rivelatisi utili per l’interpretazione della complessità delle prime, i ricercatori hanno generato una “analisi multitemporale delle foreste a più elevato rischio di deforestazione”. Nelle immagini satellitari a una “maggiore presenza di pixel verdi” è stata associata una “maggiore diversità degli ecosistemi”. Così, ad esempio, la diminuzione, negli anni e in corrispondenza della foresta amazzonica, di pixel ad “elevato valore di vegetazione”, è stata considerata come segno di disboscamento. Uno strumento pertanto assai utile per “quantificare l’andamento della biodiversità globale”. L’osservazione via satellite, che consente di monitorare anche zone altrimenti accessibili del pianeta, come il Burma, nel Sud Est asiatico, e la Tanzania, nell’Africa Equatoriale, permette, grazie alle immagini “catturate” nello spazio, di “creare modelli di sviluppo e scenari di paesaggio virtuale utili alla gestione dei polmoni della Terra”.   

Lo studio della biodiversità è uno dei filoni di ricerca della Fondazione Edmund Mach, che, con interessi nell’ambito del settore agricolo, alimentare e ambientale e attività di ricerca scientifica, istruzione e formazione, sperimentazione, consulenza e servizio alle imprese, porta avanti finalità e attività dell’Istituto Agrario di San Michele sull’Adige, fondato dalla Dieta di Innsbruck il 12 gennaio 1874 – allorquando elesse a suo direttore l’austriaco Edmund Mach, allora assistente della stazione di ricerca dell’Istituto enologico e pomologico di Klosterneuburg –, quindi del Centro di Ecologia Alpina, istituito con legge provinciale del 31 agosto 1992.    

Tra i programmi di ricerca della Fondazione, il Programma Ambiente, con le due aree tematiche Biodiversità e Suolo, la prima, a sua volta, suddivisa in due ambiti di ricerca: il primo su conoscenza della biodiversità per la conservazione del patrimonio culturale con studi su analisi spaziali della biodiversità, valorizzazione delle biodiversità genetica, evoluzione della biodiversità , il secondo su cause e conseguenze dei cambiamenti della biodiversità con studi su ecosistemi acquatici, ecosistemi terrestri, rapporto fra biodiversità, ambiente e salute, specie aliene e invasive.

Un vasto spettro di interessi di ricerca, in cui s’inserisce lo studio della biodiversità attraverso il telerilevamento, materia assai cara a Duccio Rocchini, autore della ricerca in tandem con gli studiosi dell’università californiana. Duccio Rocchini, che fa parte della Piattaforma Gis e Telerilevamento – coordinata dal geografo, programmatore e scienziato tedesco Markus Neteler – del Dipartimento Biodiversità ed Ecologia Molecolare del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach, è stato premiato nel 2011 dalla Earth and Space Foundation come “miglior ricercatore” così una cronaca dell’epoca “nel campo della stima della biodiversità da immagini satellitari”, del “telerilevamento”, cioè, “applicato all’ecologia spaziale”, con metodi da lui “sviluppati” giudicati dal potenziale interessante, poiché capaci di consentire la “stima della biodiversità da dati acquisiti da piattaforme spaziali” con “ricadute dirette sulla gestione delle aree protette”.

Una realtà di ricerca, quella di San Michele sull’Adige, viva e proiettata verso il futuro, con prospettive che s’annunciano affascinanti.

 

Abbiamo parlato di:

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Vegetation index Website

Thomas G. Gillespie Website

Geoffrey A. Fricker Website

Chelsea M. Robinson Website

Duccio Rocchini Website

Remote Sensing Handbook Website

Prasad S. Thenkabail Website

U.S. Geological Survey Website Social media multipiattaforma

Edmund Mach Website

Programma Ambiente FEM Website

Piattaforma Gis e Telerilevamento FEM Website

Markus Neteler Website 1 Website 2 Twitter

Dipartimento Biodiversità ed Ecologia Molecolare FEM Website

Centro Ricerca e Innovazione FEM Website