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Proteggersi da cibo, bevande e insetti: consigli per vacanze sicure

Proteggersi da cibo bevande e insetti consigli per vacanze sicure
di Stefania Elena Carnemolla

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Tempo di viaggi e vacanze, con molti italiani pronti a partire per località esotiche. Prima di pensare ai bagagli, scelta la destinazione, è bene ricordare come proteggere la propria vacanza dalle malattie trasmesse da cibo, bevande ed insetti. Alcuni consigli sono quelli dell’ Istituto Pasteur Italia – Fondazione Cenci Bolognetti, della galassia dello Institut Pasteur, che da oltre 50 anni si occupa di ricerca biomedica con focus su malattie infettive, degenerative e tumori. Consigli frutto di una constatazione e, cioè, che gli italiani sembrano sempre più prediligere “esperienze autentiche” a contatto con natura, cultura e tradizioni culinarie dei luoghi visitati.

Fra tanto entusiasmo il rischio, tuttavia, è quello di partire impreparati. Non sarà, pertanto, inutile ricordare l’importanza della pianificazione di un viaggio “sano e sicuro” che aiuti a prevenire, gestire o trattare, ricorda l’Istituto Pasteur, le malattie contratte nel viaggio: “Prima di mettersi in viaggio” raccomanda, infatti, Angela Santoni, direttore scientifico dell’Istituto Pasteur Italia “è di massima importanza conoscere le caratteristiche del paese ospitante e rivolgersi al proprio medico o alle strutture sanitarie preposte alla prevenzione delle malattie dei viaggiatori, che forniranno tutte le indicazioni e proporranno un piano di vaccinazione e/o profilassi personalizzato tenendo conto di destinazione, programma di viaggio, stato di salute e trascorso vaccinale di ogni persona. Bisogna innanzitutto assicurarsi che il nostro sistema immunitario sia pronto ad affrontare eventuali incontri indesiderati con agenti infettivi patogeni. Oltre alle vaccinazioni di routine richieste o consigliate dal nostro Servizio Sanitario Nazionale (difterite, tetano, pertosse, polio, meningite ed epatite B), potremmo avere bisogno di vaccinazioni specifiche e/o di una profilassi farmacologica preventiva in base alla meta scelta”.

A seconda della destinazione, l’Istituto Pasteur Italia consiglia come e da cosa proteggersi. Tra le malattie più frequenti ci sono epatite A, tifo e colera, trasmesse da acqua o cibo contaminati – attenzione particolare andrà prestata ai cibi di strada, un invito rivolto a chi ha scelto come meta delle proprie vacanze Africa, Sudest asiatico, Centro e Sud America. 

L’epatite A, un’infezione virale che può “compromettere gravemente le funzioni epatiche”, conducendo al decesso, si trasmette per via oro-fecale, in particolare dopo il consumo di frutti di mare crudi o non cotti a puntino. La febbre tifoide, che se non trattata ha un tasso di mortalità del 10%, è, invece, causata dal batterio Salmonella Typhi, trasmesso attraverso “l’ingestione di cibi e/o bevande maneggiate da persone infette, oppure tramite la contaminazione, attraverso gli scarichi fognari, dell’acqua usata per bere o per lavare il cibo”. Paesi a rischio sono i paesi del Nord Africa, Perù e Asia meridionale. Il consiglio, oltre alla vaccinazione, è quello di curare l’igiene personale, in particolare “il lavaggio delle mani dopo l’uso del bagno e prima del contatto col cibo”. Infine, il colera, causato dal batterio Vibrio cholerae, molto diffuso in India, Thailandia e Vietnam e contro cui è disponibile un vaccino da assumere per via orale.

L’Istituto Pasteur Italia mette in particolare in guardia dal consumo di sushi, crudités di mare e pesce poco cotto in quanto vi si può annidare l’anikasis, un verme diffuso “in tutti i mari del mondo” e le cui larve “si localizzano prevalentemente nella cavità viscerale, e talvolta anche nella muscolatura adiacente, di pesci e molluschi”. Le specie più infestate sono alici, sardine, nasello, sgombro o lanzardo, pesce sciabola, sugherello e totani, ricorda ancora l’Istituto Pasteur: “L’uomo è un ospite accidentale nel ciclo biologico di anisakis e acquisisce l’infezione (anisakiasi gastrica o intestinale) attraverso il consumo di pesce crudo non preventivamente abbattuto, o poco cotto. La temperatura rappresenta un parametro importante per la sopravvivenza della larva anche post mortem del pesce”. Una cottura ad alte temperature, al contrario, arriverà “al cuore del prodotto ittico” contribuendo a “provocare la morte del parassita”.

Esplorare la foresta tropicale, fare gite in battello, vivere in bungalow da sogno, godere della bellezza di spiagge incontaminate, tutto bello, sì, ma gli insetti? In particolare le fastidiose zanzare. Contro la loro puntura, che a seconda della specie può veicolare malattie diverse, non esiste un vaccino. La soluzione è, quindi, la prevenzione: “Per limitare il rischio di infezione” spiega l’Istituto Pasteur Italia “è necessario adottare misure precauzionali per evitare di essere punti (ad esempio abbigliamenti idonei, repellenti cutanei) e dormire sempre protetti da zanzariere, da repellenti spaziali (piastrine elettriche o zampironi) o dall’aria condizionata. Inoltre, prima della partenza, è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico che prescriverà una profilassi farmacologica personalizzata in base alla meta del viaggio”.

A pungere sono le femmine, in cerca di sangue, ricco di sostanze nutritive per il tuorlo delle uova e la loro maturazione. Avvistata la preda, le femmine penetrano con la proboscide i capillari ematici: una piccola macchina succhiasangue che la natura ha dotato di una sostanza anticoagulante, che le zanzare femmina iniettano prima di consumare il loro pasto di sangue. È proprio questa sostanza a causare irritazione e bruciore ed è attraverso la saliva che zanzare infette trasmettono virus o parassiti.

Le zanzare possono pungere nelle ore diurne o con l’oscurità. Le zanzare del genere Anopheles, ad esempio, che trasmettono un parassita del genere Plasmodium, che causa la malaria, sono attive al crepuscolo e di notte. E di notte sono anche attive le zanzare del genere Culex, responsabili della trasmissione di molti virus encefalitogeni, come quello, ricorda l’Istituto Pasteur Italia, dell’encefalite giapponese. Di giorno sono, invece, molto attive le zanzare del genere Aedes, fra cui, la Aaedes albopictus o zanzara tigre, che con la loro puntura inoculano virus causa di malattie come dengue e febbre gialla: “Nel caso della febbre gialla” spiega l’Istituto Pasteur Italia “esiste in commercio già da anni un vaccino estremamente efficace che conferisce una copertura di 10 anni. Ciononostante, nei primi mesi del 2018 in Brasile è scoppiato un focolaio epidemico che ha portato alla raccomandazione della vaccinazione non solo per chi si dirige in Africa e Asia, ma anche per coloro che sono diretti nel paese dell’America Latina. Nel caso del virus del dengue, invece, non esiste un vaccino, né alcuna terapia specifica, pertanto l’unica difesa consiste nella protezione dalle punture delle zanzare diurne, indossando quindi calze, pantaloni lunghi, camice o magliette a maniche lunghe e proteggendo le aree scoperte del corpo con repellenti cutanei”. 

Le zanzare del genere Aedes, infine, possono trasmettere altri virus, come Chikungunya e Zika, che, seppure “meno patogeni”, possono scatenare “importanti effetti collaterali”.

 

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05/07/2018