La speranza, dopo un terremoto, è tutta in quelle zampe che, seguendo l’olfatto, scavano tra le macerie di edifici sbriciolati cercando chi è ancora vita o chi non ce l’ha fatta. Zampe e olfatto sono l’arma più grande dei cani da soccorso. La loro mucosa olfattiva è, paragonata a quella dell’uomo, un’arma potente. I cani, infatti, percepiscono odori, a loro volta scindendoli, che l’uomo non avverte. L’uomo, che lo sa, insegna ai cani a utilizzare l’olfatto per andare a caccia di odori, in questo caso, esseri umani. Un compito che i cani eseguono sapendo che riceveranno una ricompensa, come i complimenti del capo branco, l’uomo, e un premio tipo gioco o bocconcino.
I cani da soccorso vengono utilizzati nelle ricerche di persone disperse in superficie, come boschi o aree montane, o sepolte sotto le macerie a seguito di terremoti, esplosioni, frane, crolli, smottamenti. Per la buona riuscita della missione è tuttavia indispensabile che l’unità cinofila, che è composta da un uomo e un cane, sia affiatata. La complicità con l’animale, spiegano esperti cinofili della Protezione Civile, lo aiuterà, infatti, a “superare stress, fatica e a volte paura”.
Se la preparazione di un cane da soccorso prevede “tanto impegno” e un “lavoro costante” per raggiungere quell’affiatamento indispensabile nelle emergenze dove “distrazioni e pericoli” sono sempre in agguato, quali caratteristiche deve avere un cane da soccorso? Temperamento, spiegano gli esperti della Protezione Civile, tempra, curiosità, vigilanza, docilità, aggressività, sociabilità, ossessività, combattività.
Spie di un temperamento vivace sono lo sguardo, la posizione del collo e delle orecchie, l’attenzione per tutto ciò accade intorno, rapidità e sicurezza dei movimenti. La tempra è, invece, la capacità di resistere, nonché tollerare “stimoli negativi esterni”, superandoli senza conseguenze negative, almeno nell’immediato. Un cane di tempra molle, pertanto, non potrà operare in “aree sinistrate”.
La curiosità è la capacità del cane, attraverso la ricerca di stimoli, di interessarsi al mondo esterno. Una caratteristica importante per i cani da soccorso poiché “un cane curioso è un cane che annusa, e un cane che annusa è un cane che cerca”.
La vigilanza è la capacità di avvertire l’avvicinarsi di pericoli esterni. Una “qualità psichica” fondamentale, meglio se media e quindi una non eccessiva, potenziale “fonte di interferenza e disturbo”.
La docilità è, invece, segno che il cane accetta l’uomo come suo “naturale superiore”. Un cane docile sarà pertanto incline ad accettare, con naturalezza, insegnamenti e comandi dell’uomo, riconosciuto come capo branco. La docilità non va, tuttavia, confusa con la sottomissione, con l’annullamento, cioè, della “volontà del cane con metodi repressivi, e con la timidezza e la paura”. “La docilità” spiegano gli esperti della Protezione Civile “è una qualità che ci consente una migliore interazione col cane, e permette al cane di esprimersi e lavorare con noi. Il nostro metodo è incentrato esclusivamente su quello, un cane molto docile ma voglioso di ricercare persone”.
L’aggressività si traduce, invece, nella “prontezza di reazione istintiva o parzialmente acquisita a stimoli che individua come minaccia a se stesso o alle persone che riconosce come suoi simili” o “all’integrità delle cose di sua proprietà o affidategli”. Grazie alla sociabilità, altra dote indispensabile, un cane da soccorso riuscirà, invece, ad “adattarsi ad ogni situazione” e di stare in mezzo a “persone o animali senza timore”.
Un cane possessivo riuscirà, invece, a “diventare proprietario” di qualcosa o di qualcuno, mentre uno combattivo risponderà a un “impulso spiacevole” con un “atteggiamento di lotta contro la causa dello stimolo”. Infine, l’ossessività buona che, “se ben indirizzata, può essere sfruttata nei momenti di gratificazione”.
Sono questi gli angeli a quattro zampe che aiutano l’uomo nelle emergenze: in Italia, i cani, ad esempio, della Protezione Civile, delle tante unità cinofile da soccorso o quelli, ancora, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che a Volpiano, istituita nel 2005, hanno una loro Scuola Nazionale Unità Cinofile, con le unità cinofile che durante il sisma abruzzese del 2009 – 48 in tutto, giunte in Abruzzo da Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise, Puglia, Campania, oltre che dalla regione del sisma – riuscirono a localizzare sotto le macerie numerose persone, consentendone l’estrazione ancora in vita e contribuendo al recupero di quelle decedute.
Un ritorno a una missione storica: era il 1939 quando le unità cinofile dei Vigili del Fuoco nacquero, per la prima volta in Italia, a Torino per la ricerca, soffiando venti di guerra, di persone disperse sotto le macerie. E molte furono quelle rinvenute dopo i bombardamenti. Dopo la guerra le unità cinofile scomparvero lentamente per mancanza di personale specializzato e qualificato, fino a quando negli anni Novanta grazie alla professionalità e passione di alcuni vigili del comando provinciale di Torino i comandi provinciali iniziarono a capire l’importanza dei cani da soccorso nella ricerca di persone disperse in superficie, sotto le macerie o valanghe.
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