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LSDM 2016 – La seconda giornata

di Geporter Gourmet

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SILVIO SALMOIRAGHI

Un cioccolato che vira dal dolce al salato, dalle spezie alla pungenza dell’aglio fresco: è stata la chiave attraverso cui Silvio Salmoiraghi ha aperto l’ingrediente mozzarella.


Foto Francesca Massa


Foto Francesca Massa

Quindi cioccolato di Modica, sotto il segno dell’italianità, attorno a una “ganache” di ricotta di bufala emulsionata, più una punta di salsa “marinara” di pomodoro fresco con aglio nuovo, prezzemolo e liquirizia per il piccante.


Foto Francesca Massa

A ripulire la bocca, alla fine, un brano di mozzarella acidula, tagliata e marinata in acqua di bufala e acqua di pomodoro, “perché i prodotti italiani bastano a se stessi e vanno solo esaltati”. Un intermezzo da servire come stacco fra piatti salati, a mo’ di musicale cadenza d’inganno, un po’ caprese salata, un po’ caprese dolce.

 

ANDREA BERTON

Anche la mozzarella di bufala è finita nel crogiolo dei brodi di Berton, protagonisti di un raffinatissimo menu.


Foto Francesca Massa


Foto Francesca Massa

Quindi mezze sfere di mozzarella, ottenute frullando il latticino per eliminare parte dei liquido e leggermente addensate all’agar-agar, servite con crema di broccolo, acquadelle passate nel semolino e fritte in olio di girasole, soprattutto un brodo di mozzarella, a base di acqua di governo e olio, versato all’ultimo momento.


Foto Francesca Massa


Foto Francesca Massa

Poi il riso, “ingrediente che mi appartiene”, tostato a secco, bagnato con l’acqua della mozzarella, funzionale anche all’acidità, e mantecato alla fine con una crema della mozzarella stessa, in parte affumicata; più olive alla base, capperi, pomodoro e origano in polvere sulla superficie, per una declinazione verticalizzata della pizzaiola.


Foto Francesca Massa

Per chiudere il dessert di piselli, gelato e spuma di mozzarella su un “prato” di germogli di teff, con un baccello ricostruito al cioccolato bianco e il centrifugato di ficoide per esaltare il vegetale.

 

ANA ROS

Ana Ros opera a Caporetto, dentro un eden di materie selvagge, ma meriterebbe il titolo di migliore cuoca d’Italia secondo il moderatore Enzo Vizzari, per padronanza tecnica, conoscenza del prodotto e capacità di creare senza tradire.


Foto Francesca Massa


Foto Francesca Massa

Ha contaminato un classico brodetto al pomodoro, specialità anche istriana, virando in senso agrodolce come un savor, secondo il gusto mitteleuropeo. È quindi intervenuto l’assaggio della mozzarella sulla spiaggia di Paestum.


Foto Francesca Massa

Il latticino viene valorizzato nella grassezza e nell’acqua, utilizzata per marinare e cuocere a 52 °C lo scorfano con qualche pezzettino intero. La triglia invece è bruciata sulla pelle, più la cipolla in agrodolce con acqua di fiori di arancio, la sfoglia di pomodoro, il grasso e il latte di mozzarella leggermente affumicata, il pane fritto alle acciughe, l’anguria al peperoncino e l’aglio orsino; per salsa una riduzione dei fondi del brodetto originale.

 

ERNESTO IACCARINO

“La partita della pasta è la partita della corsa”, ha esordito Ernesto Iaccarino, ambasciatore del territorio, che all’icona italiana ha dedicato un intervento, dove ha cercato di replicare la concitazione e l’emozione del servizio in un grande ristorante.


Foto Francesca Massa


Foto Francesca Massa

Quindi una brigata numerosa, alle prese con la cottura al cronometro di voluminosi fasci di spaghetti. Sull’altro fuoco un soffritto di aglio, peperoncino e olio. E una ricetta mediterranea che comprende due pesci azzurri, lo sgombro cotto a bassa temperatura e l’alalunga in una salsa all’aceto, pinoli e prezzemolo.


Foto Francesca Massa

Poi il momento della mozzarella, con lo gnocco farcito e gratinato di latticino leggermente affumicato, preparato alla parigina ma di patate, e i ravioli di maialino nero casertano con amatriciana di pomodoro giallo.

 

I FEUDI DI SAN GREGORIO

È stata la prima presentazione al pubblico degli Studi dei Feudi di San Gregorio, quella tenuta da Luciano Pignataro con Pierpaolo Sirk e Aldo Fiordelli. Un’operazione partita senza enfasi, che sta conquistando ampi consensi. “Ogni anno la nostra azienda produce volumi molto importanti”, ha esordito Sirk, responsabile della cantina. “Ma l’Irpinia è eterogenea per altitudine e terreni, quindi lo sono anche le uve e i vini.

La concentrazione di suoli vulcanici è massima, la parcellizzazione e la variabilità sono estreme, perfino la viticoltura varia. Da qui la scelta di fare conoscere il territorio valorizzandone le diversità attraverso l’individuazione di microcru, che prima conoscevamo ma eravamo soliti assemblare. I vigneti in oggetto sono oltre 800 e molto piccoli, non sempre di proprietà”. I primi passi di un cammino che proseguirà, con quantità più importanti delle 2000 bottiglie attuali per tipologia. La lavorazione è tutta in acciaio, con sosta sulle fecce fini e senza malolattica, per un esito di setosità e grassezza. La degustazione ha incrociato verticali e orizzontali: Greco di Tufo Contrada Laura e Bussi 2013, Fiano di Avellino Fraedane 2014, Contrada Arianiello 2014, 2013 e 2012, Taurasi Candriano 2011.

 

FRANCO PEPE

Il futuro della pizza? È nella contaminazione con l’alta cucina. Lo ha sostenuto Franco Pepe, che ha portato sul palco una ricetta di pizza con una sfoglia di bufala, variante più asciutta, concentrata e croccante della mozzarella di bufala, che non rilascia liquidi durante la cottura brevissima, e una crema di carciofi arrosto.


Foto Francesca Massa


Foto Francesca Massa


DAVIDE SCABIN

Davide Scabin ha presentato tre ricette, tutte aggrappate al fil rouge di mozzarella-pomodoro-basilico.


Foto Alessandra Farinelli


Foto Alessandra Farinelli

Quindi una teenager, la zuppizza, composta di brodo di mozzarella, pomodori confit, acciughe e basilico. Senza nessuna destrutturazione, visto che le consistenze sono fedeli all’originale. L’antenata di tante divagazioni attorno a un forno.


Foto Alessandra Farinelli

Poi la salsa madre di pasta scotta addizionata di aglio, olio e peperoncino, piacevolmente vellutata, che condisce la mozzarella alla sorrentina con crumble al formaggio e la mozzarella in carrozza impanata all’inglese, fritta nel burro chiarificato, aromatizzata al camino col cannello e accompagnata da maionese al pomodoro.


Foto Alessandra Farinelli

Per finire il dessert di granita composta in pari quantità di latte di mandorla, latte di bufala e mozzarella, caffè in polvere, marshmallow al pomodoro, basilico e una nevicata di mozzarella disidratata.

Autrice: Alessandra Meldolesi

20/04/2016