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Jean-Paul Gaultier, le donne macho e quel reggiseno a punta per Madonna: "Ecco qual è la mia ossessione”

Il grande designer francese sbarca in Italia con uno spettacolo che è un’esperienza eccentrica, scandalosa, provocatoria piena di personalità sexy e stravaganti. Proprio come lui

video intervista a Jean Paul Gaultier

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Le ossessioni e i sogni realizzati dell’immortale Gaultier. Un’esperienza eccentrica, scandalosa, provocatoria, esuberante, follemente divertente, com’è stata la sua esistenza. Jean-Paul Gaultier, il grande designer francese, 71 anni (che dal vivo non dimostra per niente, quando lo incontriamo), sbarca a Milano con l’ultima creazione, dal nome inequivocabile, “Fashion Freak Show”, unica tappa italiana (da non perdere), al Teatro Arcimboldi Milano, e visibile fino 24 marzo 2024. Una produzione esplosiva, presentata in Italia da All Entertainment srl e MAS Music, Arts& Show, fatta di combinazioni e linguaggi, dalla rivista, al concerto pop, fino alla sfilata di moda, che dopo il successo del debutto a Parigi nel 2019 al Folies Bergère, è stata poi ripensata per l'iconico Roundhouse di Londra, dove lo spettacolo è andato in scena per sei settimane nell'estate del 2022, continuando a girare il mondo.

Per Madonna Jean Paul Gaultier disegnò anche il famoso reggiseno a punta: “Ne divenni fan dopo averla vista nel videoclip di Holiday, che ragazza bella, ben vestita, per di più americana, ho pensato non esiste, balla pure bene. Madonna non era però un burattino, fin da subito ha dimostrato di essere forte, sapeva ciò che faceva e voleva mostrare”. (Foto Ansa)

 

Sul palco, allora, si alternano, attori, ballerini e artisti circensi, “moderni freak”, affascinanti e glamour, salgono per interpretare creature e personalità stravaganti, passionali, sexy e impertinenti. Tutti chiamati a mettere in scena una vita ed una personalità unica, che le regole non le ha seguite, ma dettate. Sullo sfondo, un gigantesco videowall, una parte fondamentale della produzione, costituita dalle storie di ‘guest star’ speciali, tra cui alcuni sostenitori e amici di lunga data di Gaultier. A partire dalle attrici Rossy de Palma, che interpreta l'implacabile maestra del giovane Gaultier, che nutre segrete fantasie di moda, o Catherine Deneuve, che legge gli isterici nomi che lui stesso dava alle creazioni della sua favolosa sfilata di alta moda maschile dei primi anni Novanta.

Autore, regista e costumista, Jean Paul Gaultier (ri)guarda così ai nostri-suoi tempi in modo stravagante e tenero, invitandoci dietro le quinte del suo mondo fatto di eccessi, poesia e magia. Dall'infanzia agli inizi della carriera, dalle più grandi sfilate alle notti sfrenate a Le Palace o a Londra, Gaultier condivide il suo diario dei tempi e rende omaggio a coloro che lo hanno ispirato nel cinema (i registi Pedro Almodóvar e Luc Besson, con i quali ha oltremodo lavorato), nella musica (Madonna, Kylie Minogue, Myléne Farmer) e nella danza, da Régine Chopinot ad Angelin Prejlocaj. “Volevo fare qualcosa di spettacolare, come un film”, c’ha raccontato, dunque mi sono detto, dopo 50 anni di carriera, che era il momento di uno show personale, una storia, che è la mia vita, tutto scritto, niente inventato, e si vede dal primo all’ultimo momento in cui vediamo moda, musica, ballo, coreografie, e sfilate. Riassumere la mia vita? Quello di uno che ha fatto della moda un’ossessione, e che ha realizzato il suo sogno di bambino, senza ascoltare quello che diceva la gente, facendo ciò che sentiva, e rimanendo onesto con sé stesso.Non era per la celebrità, perché all’epoca, quando ho iniziato, i couturier non erano delle star come in questo momento. La moda è un film, è un teatro, è una conversazione con gli altri e con i capi. I capi parlano. Si può parlare, ma si può far parlare anche i capi.”

Ma Fashion Freak Show è in fondo una grande festa anche, e in particolare di musica, in cui si ascoltano le canzoni ispirazionali, dalla disco al funk, dal pop al rock, dalla new wave al punk, canzoni come Le Freak, o Vogue ed Express Yourself di Madonna, I Want Your Sex, Kiss, London Calling, Small Town Boy, Under My Skin, o La Vie En Rose di Edith Piaf, e molte altre. Una festa vera, con abiti d’archivio e originali, più moderni, votata a sorprendere e stupire. L’Italia nel cuore e l’attrazione fatale per Madonna Nonostante la traduttrice, dialoga e risponde in italiano: ricorda il periodo a Firenze, le collaborazioni, Rimini e le piadine. “Vi conosco bene, avete il senso del bello, quello che in Francia si guarda meno”.

Il rapporto con Madonna

Tanti poi i rapporti con le pop star, a partire da Madonna, la sua “blonde ambition”, per la quale disegnò, tra abiti e corsetti, anche il famoso reggiseno a punta. “Ne divenni fan dopo averla vista nel videoclip di Holiday, che ragazza bella, ben vestita, per di più americana, ho pensato non esiste, balla pure bene. Madonna non era però un burattino, fin dagli anni ha dimostrato di essere forte, sapeva ciò che faceva e voleva mostrare. Il produttore era lei”. Coraggio, libertà, creatività Cresciuto come figlio unico nella periferia di Parigi da papà contabile, Jean Paul, e mamma cassiera, Solange, Jean-Paul Gaultier è stato il cosiddetto self made man, che fin dagli 8-10 anni ha coltivato il proprio desiderio di emergere, lasciare traccia. Senza preparazione o scuola a formarlo, ha mandato i primi bozzetti a Pierre Cardin, che poi lo volle come assistente, iniziando a mettere le basi per il suo stesso mito. 

Nell’incontro milanese parla delle influenze il cinema, le riviste di moda, “le sfoglio tutt’oggi ovviamente, ritagliando immagini e archiviando”, più a lui vicine. C’è Fellini, Pasolini, il cinema Neorelista italiano, e in primis una pellicola del 1945, la ripete molte volte, in un ottimo italiano, dal titolo Falbalas di Jacques Becker, del 1945, che narra proprio di un couturier. “Non giovavo a calcio, disegnavo, ero molto timido, solitario, non sarei stato l’amico di me stesso”, sottolinea, scherzando. “Figlio unico, senza fratelli, mia nonna fu importante nel mostrarmi alcune cose. Erano gli anni ‘60, poi è arrivata la Swinging London, Cardin, Saint Laurent, tutto era come una Bibbia. Leggevo le riviste di moda di mia mamma, vedevo una certa aristocrazia, non mi piaceva, cercavo invece una donna moderna, più forte e al potere. Per questo, quando ho cominciato, mi sono interessato all’universo femminile, svestendole, anche senza reggiseno, non per sé stesse: basta con le donne oggetto che devono per piacere agli uomini, avanti le donne libere di scegliere per una propria scelta. Questo è stato il cambio, l’abito-armatura: la donna è diventata macho e l’uomo invece oggetto”.

22/03/2024