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Salute

Ageismo: che cosa è e come superare i pregiudizi legati all'età. L'invecchiamento attivo

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Il Pregiudizio Sull’Età
di VediamociChiara

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L'Italia, uno dei Paesi più longevi al mondo, sta facendo i conti con un fenomeno strisciante ma dannoso: l'ageismo, ovvero l'insieme di pregiudizi e discriminazioni basati sull'età. Questo fenomeno culmina nel giudicare le persone non per il loro valore effettivo, ma per il peso degli anni.

La narrazione del declino e la realtà della fragilità

Spesso, l'età avanzata viene associata automaticamente a una narrativa di declino, fragilità e dipendenza. Se è vero che l'avanzare degli anni può portare alla fragilità in alcuni, è un errore pericoloso creare un automatismo. Questi pregiudizi ignorano la forza, l'esperienza e l'autonomia della maggior parte delle persone più mature.

Ma i pregiudizi non colpiscono solo gli anziani: anche i giovani professionisti possono esserne vittime. Le discriminazioni più evidenti, tuttavia, riguardano i lavoratori maturi.

Age Management: l'esperienza è una risorsa, non un fardello

Molte aziende nel mondo (e poche in Italia) hanno capito che disfare le persone mature con scivoli o pensionamenti anticipati crea un vuoto di competenze inestimabile.

La soluzione è l'Age Management: un approccio che valorizza ogni risorsa all'interno del sistema produttivo. L'obiettivo non è sostituire, ma integrare: i lavoratori esperti devono poter trasferire ai giovani l'enorme bagaglio di esperienze relazionali, gestionali e manageriali accumulate. Questa formazione intergenerazionale è un "passaggio di consegne" che produce solo benefici per l'intera azienda.

Superare lo stigma dell'età, a ogni livello, significa giudicare le persone per il contributo che portano, non per la loro data di nascita. Per attuare questo cambio di paradigma, servono strategie chiare e un dialogo costruttivo tra tutti gli attori: imprese, istituzioni, università, sindacati e datori di lavoro.

Il rischio dell'auto-esclusione

Prima di giudicare gli altri, spesso assorbiamo e applichiamo gli stereotipi dell'età contro noi stessi. Rifiutare l'invecchiamento e percepirsi negativamente in relazione al tempo che passa ha conseguenze dirette sulla salute.

Chi ha interiorizzato lo stereotipo della "vecchiaia come declino" si sentirà più vulnerabile e tenderà ad adottare comportamenti che minano autonomia e salute: meno attività fisica, alimentazione scorretta, e un generale "lasciarsi andare". Avere uno stile di vita peggiore è spesso legato a un modo negativo di percepire sé stessi.

Questo è particolarmente vero per le donne, su cui grava un doppio standard: è socialmente imposto il divieto di invecchiare, pena l'invisibilità o la scomparsa dal panorama sociale non appena il corpo non è più percepito come "attraente".

Cambiare lo sguardo per l'invecchiamento attivo

L'invecchiamento è una fase normale della vita e non equivale a rinuncia. Le persone mature e longeve sono una risorsa preziosa per la società, grazie al loro impegno nel volontariato, nel lavoro e nella vita familiare. Non dimentichiamo, inoltre, la crescente Silver Economy, che ha un impatto economico significativo sul turismo, la cultura e i consumi legati all'invecchiamento attivo.

Per promuovere un invecchiamento attivo e positivo serve un cambio di sguardo culturale.

È decisiva la responsabilità di chi si occupa di comunicazione (giornalisti, pubblicitari, marketer), che deve smettere di veicolare un immaginario popolato solo da giovani. Occorre iniziare un lavoro di sensibilizzazione su questo tipo di pregiudizi e stereotipi simile a quello già avviato su temi come genere e sessismo.

Infine, le Istituzioni e i politici devono fare la loro parte investendo in progetti di legge nel welfare e nella sanità che rendano la vita concretamente più agevole per una popolazione sempre più longeva.

Redazione VediamociChiara per Milleundonna © riproduzione riservata

>>> Per un ulteriore approfondimento puoi consultare la sezione di VediamociChiara dedicata alla longevità