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Francesca Fagnani come Franca Leosini, regina del crime in tv. Inchioda Bossetti e vince la serata

Preparata, lucida, serrata e abile nel mettere in evidenza le contraddizioni: Fagnani cambia pelle, debutta con "Belve Crime" e vince negli ascolti

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Via gli abiti scollati, gli ammiccamenti ironici, le risatine. Francesca Fagnani cambia pelle con “Belve Crime”, lo spin off di “Belve” partito martedì 10 giugno su Rai2 dedicato ai protagonisti dei casi di cronaca nera più eclatanti e dibattuti del nostro Paese. Eccola in camicia, sobria, seria e incalzante mentre intervista Eva Mikula, l’ex fidanzata di uno dei componenti della banda della Uno Bianca, Tamara Ianni, collaboratrice di giustizia che grazie alle sue deposizioni ha contribuito all’arresto di 32 componenti del Clan Spada, e Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio e intervistato nel carcere di Bollate, a Milano.

Il cambio di regsitro di Francesca Fagnani

Ed è soprattutto durante il faccia a faccia con Bosetti che il cambio di registro di Francesca Fagnani è più evidente: preparata, documentatissima, lucida, serrata e molto abile nel mettere in evidenza contraddizioni o tentennamenti. A venir fuori è principalmente la giornalista d’inchiesta più che la conduttrice televisiva. Dal confronto, Bosetti ne esce piuttosto malconcio e la docu serie di Netflix che in qualche modo aveva riaperto il caso arrivando a far nutrire qualche dubbio sulla sua colpevolezza nell’opinione pubblica, sembra di nuovo irrilevante. 

Fagnani incalza: "Ha capito dove voglio arrivare?"

Bosetti, come sempre, si è proclamato innocente e ha ripercorso con Fagnani i fatti processuali più importanti. Tra i momenti clou, quello in cui Bosetti ha raccontato la sua reazione drammatica alla scoperta delle infedeltà della moglie: "Quando mi hanno detto dell'infedeltà di mia moglie, mi sono gelato. Cosa c’entrava dire cose private in un’aula pubblica? Il giorno dopo ho visto mia moglie. Le chiesi di dirmi la verità, lei lo ha ammesso e io sono partito in bestia. La testa è partita. Ho tentato il suicidio appena tornato in cella. Sono stato ritrovato con la testa immersa nel lavandino e un cintura al collo. Mi hanno portato in infermeria e mi hanno salvato. Di fronte a un forte dramma non ho pensato ai miei figli, ma non ci ho capito più nulla". A quel punto Fagnani lo ha incalzato facendogli notare di aver compiuto quel gesto "inconsapevolmente" e collegando il tentativo di suicidio di Bossetti, un gesto quasi rimosso, all’omicidio di Yara Gambirasio. "Ha capito dove voglio arrivare? Lei non si ricorda come l’ha fatto. Le motivazioni possono essere tantissime. Magari anche in un’altra occasione può essere successo qualcosa di simile". "No assolutamente, non paragoniamo le due cose", ha replicato Bossetti.

Le tracce di dna negli slip di Yara Gambirasio

Un altro momento significativo è stato quello in cui si è parlato delle tracce di Dna ritrovate sugli slip e sui leggins di Yara, tracce che dopo le analisi hanno indicato quel Dna come quello di Bossetti. "Il Dna mitocondriale che è risaputo da tutti, che non si può disperdere, non c'è", ha dichiarato Bossetti. Ma la Fagnani gli ha fatto notare: “Però il valore legale e forense ce l'ha il Dna nucleare, è quello che stabilisce l'identità delle persone. E purtroppo per lei e pure per Yara c'era il suo. E poi c'è una domanda banalissima da fare: ma il suo Dna, come ci è finito sugli slip di Yara?”. La risposta di Bossetti: "È quello che vorrei capire anche io", ha concluso Bossetti. 

"Belve Crime" vince la serata tv

Ma a di là delle diatribe tra colpevolisti e innocentisti, nelle quali non vogliamo assolutamente entrare anche perché bisognerebbe aver letto tutte le carte del processo, quello che certamente funziona è la ricostruzione televisiva fatta da Francesca Fagnani. Che infatti viene premiata anche dagli ascolti: “Belve Crime” vince l’intera serata con oltre un milione e mezzo di spettatori e il 12,4% di share. Un debutto vincente che sembra destinato a crescere.

Il confronto con Franca Leosini e "Storie maledette"

Inevitabile il confronto con Franca Leosini, che del genere documentaristico e criminologico in tv è stata regina assoluta con le sue “Storie maledette” dal 1994 al 2020 ha raccontato il lato oscuro di tante persone che, pur non essendo professionisti del crimine, “si sono trovati a un certo punto della vita a cadere nel vuoto di una storia maledetta”. E se Francesca Fagnani non ha adottato il linguaggio ricercato, denso di iperboli e metafore letterarie di Leosini, non c’è dubbio che ne abbia ereditato l’efficacia di racconto.