Briga: "Il successo che meritavo non è arrivato. Arianna? La nostra scelta sul figlio che non arriva"

“Sono un po' indietro rispetto a quello che avrei potuto raccogliere in termini di soddisfazioni. so che ho un carattere particolare ma la prendo come viene. non sono uno sportivo e non ho la data di scadenza"

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Mettetevi scomodi a leggere questa intervista. Già perché la scomodità è un tratto caratteristico di Briga (vero nome Mattia Bellegrandi), rapper apripista ad “Amici” undici anni fa, carattere tosto, uno che alle linee dritte ha sempre preferito gli spigoli, magari solo per il gusto di provare a smussarli o per scoprire se fa davvero male sbatterci contro. Briga ha appena pubblicato un nuovo singolo, “Nun piagne” (feat Gemitaiz) che precede l’uscita dell’album, è felicemente sposato con l’attrice Arianna Montefiori e, anche se con qualche difficoltà, come rivelato a “Verissimo”, sta pensando a costruire intorno a questo amore una famiglia. Eppure una certa insoddisfazione si affaccia ogni tanto mentre assicura di essere "sereno" e lui ne dà conto con la consueta sincerità disarmante.

Con “Amici” hai acquisito una vasta popolarità e sei riuscito a rimanere nell’orbita di un programma collaborando per qualche tempo alla parte musicale, oltre che a portare avanti la tua attività di cantautore. Eppure dai l'idea che qualcosa ti maceri dentro. È così?

“Sono un po' indietro rispetto a quello che avrei potuto raccogliere in termini di soddisfazioni, ho anche un carattere particolare che comunque ha fatto sì che si parlasse molto spesso più di me che della musica che faccio. Ma la prendo così come viene, nel senso che per me sono importanti altre cose. Anche la scelta di restare a Roma anziché trasferirmi a Milano dove c'è tutta la musica credo di averla pagata cara. Anche se la rivendico. Poi sono anche convinto non essendo uno sportivo non ho la data di scadenza a breve termine ma sono un artista, scrivo canzoni, e che quindi insomma la vita è lunga. C’è tempo per poter avere tutte le soddisfazioni che per adesso non sono arrivate”.

Di quali soddisfazioni parli? Sei consapevole che comunque per arrivare e rimanere nella musica ci svuole molta costanza e anche un po’ di tigna?

“Se parliamo di tigna, allora penso di essere il capostipite. Anche perché penso che la maggior parte dei miei colleghi al posto mio sarebbero finiti male. A me è successo di tutto in questi anni di lavoro. Ora mi autoproduco, quindi pensa quanta tigna ho. Spero però che le soddisfazioni arrivino comunque. Spero di arrivare a fare un tour nei palazzetti, di ampliare il mio bacino d'utenza e soprattutto di ricevere qualche gratificazione in più per quanto riguarda le canzoni in termini di numeri e di gradimento. Perché poi alla fine gira tutto intorno a quello ai ‘numerelli’. Siamo anche in un contesto sociale confuso perché la popolarità è qualcosa che a me non interessa. Mi interessa di più magari il prestigio e creare o partecipare a situazioni che abbiano uno spessore culturale. E invece oggi la popolarità viene vista come l’unico obiettivo e poi degli artisti o presunti tali sono popolari per tre mesi e poi spariscono nel dimenticatoio perché crolla il castello di carta che gli hanno costruito attorno. Bisognerebbe tornare a un'epoca in cui gli artisti sapevano fare un po' più di cose e non dovevano essere seguiti da un team di 20 persone che gli mette la polvere sotto al tappeto”.

Perché hai fatto la scelta di autoprodurti? È stato difficile lavorare con le case discografiche?

 “Per fare l'artista oggi è più facile abbozzare perché altrimenti ti metti contro le persone. È una questione di obiettivi ma anche di carattere. Penso di non essere inferiore a tanti colleghi, sono consapevole di quello che ho fatto, scrivo ciò che canto e cerco di dare la mia visione sulle cose del mondo. Ma è chiaro che quando uno poi si espone, dà un'opinione qualcuno ti ama e qualcuno ti odia. Ma resto diverso”.

 In che senso?

“Non ho una carriera di singoli, di programmazione metodica perché ‘tu devi fare il featuring con quell'artista che in quel momento sta andando, uscire col pezzo estivo perché è estate e poi dopo se il pezzo va bene allora come premio ti faccio fare un disco’. Io non devo essere premiato da nessuno, questo lavoro me lo sono inventato perché non è che ho qualcuno a casa mia che ha mai fatto l'artista. Ho iniziato lavorando in un pub, guadagnavo i miei soldin e mi andavo a registrare le canzoni. Facevo serate autogestite. Dopo nove dischi e quindici anni non può venire nessuno a dirmi come devo fare la musica. Poi certo, il mercato discografico è cambiato, si è sempre alla ricerca del nuovo. Ti faccio un esempio, un ragazzo che poi è Junior Kelly che conosco benissimo e al quale voglio bene ha fatto Sanremo e ora ha cambiato vita e si è aperto un circolo di padel. Ormai è questa la realtà, si fa fatica è innegabile. Ci sono altri artisti che hanno avuto un exploit incredibile e sono due anni he stanno fermi perché non si sentono bene e hanno questo stato di ansia sociale: prima queste cose non erano all'ordine del giorno. Il fatto è che da parte delle discografiche non c’è più la volontà di puntare sul talento di un artista e di farlo crescere. Ora o vai o non vai. Non sono in un momento di particolare hype, come si ama chiamarlo adesso e quindi mi trovo nella situazione che devo come sempre andare sulle gambe mie. Poi è chiaro che è tutto più difficile”.

Perché?

“Perché dovrei riesplodere e sarebbe un caso più unico che raro perché è difficile ritornare in auge dopo che hai avuto un'esposizione televisiva, dopo hai cavalcato la scia di quell'esposizione televisiva. Così lavoro per creare soddisfazioni ma sono molto sereno e tranquillo”.

E hai appena pubblicato un nuovo singolo, “Nun piagne” feat Gemitaiz. Ascoltandolo, mi ha colpito che l’invito a non piangere che tu rivolgi alla lei del brano poi in realtà alla fine lo rivolgi a te stesso. E d’altra parte il disco che uscirà ai primi di giugno ha un titolo indicativo, “Sentimenti”. Rivendichi fragilità e sentimenti? Come li vivi?

“Penso che siano il motore dell'essere umano e che il lavoro che dobbiamo fare su di noi è di accoglierli in tutte le loro sfaccettature, in tutte le loro sfumature. Per quanto riguarda invece la canzone, chiaramente parliamo di un ragazzo con la coda di paglia che si rende conto di aver fatto una stupidaggine, di aver tradito la sua lei e che quindi prima implora la fidanzata, essendo venuta a conoscenza di una verità un po' scomoda e poi però alla fine finisce per piangere lui perché c'è la presa di coscienza di ciò che ha fatto.

A questo proposito sui social con tua moglie Arianna avete un po’ scherzato perché visto che la canzone l’hai scritta un mese fa ti ha chiesto scherzosamente conto di questo tradimento.

“Questo brano nasce da esperienze passate, cose che hai vissuto, che ti hanno raccontato. Penso che ognuno di noi sia passato attraverso il tradimento o ricevuto oppure messo in atto. Da ragazzi sono cose che ci stanno. Spesso ci mettiamo vicino persone che non sono adeguate a noi e passiamo attraverso relazioni da due lire”.

Con Arianna qualche giorno fa a Verissimo avete detto che vi piacerebbe avere una famiglia e che non escludete la possibilità se non arrivassero dei bambini naturalmente di cercare un'altra alternativa. Credo sia un messaggio importante.

 “Ma guarda sono molto netto su queste situazioni. Non so se hai fatto caso ma noi non abbiamo parlato esattamente di quale sia la difficoltà se ne possono essere migliai e il fatto che io abbia dato la precedenza a mia moglie non è perché è lei che ha dei problemi ma è perché ei che poi deve portare avanti questa situazione perché il percorso alternativo dovrebbe farlo lei. Così come è lei che dovrebbe portare in grembo il bambino. Quindi ho voluto parlarne con lei per capire quanto questa piccola fatica che stiamo facendo crei dei momenti di sconforto. Comunque viviamo la nostra vita con grande serenità e con grande entusiasmo perché siamo entrambi innamorati della vita e dello stare insieme. Abbiamo pensato senza nessun tipo di ingerenza esterna che potesse essere un messaggio importante, di speranza e forza di persone che magari stanno nella nostra stessa situazione. Comunicare che tutti hanno qualche problema. Anche se siamo belli famosi e innamorati, come tutti combattiamo una battaglia per qualcosa che non va nella vita. Poi senza scendere nei dettagli tecnici perché siamo molto discreti penso che sia stato carino farlo sapere anche perché ce lo chiedono in continuazione. E comunque sono convinto che ci riusciremo e che magari succederà in modo naturale”.

08/05/2025
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