logo tiscali tv

Özpetek senza censure nel suo film più hot: “Sarà meraviglioso quando non ci saranno locali gay o etero"

"Io non racconto l’omosessualità, ma le persone come sono state fatte": applausi fragorosi per Ferzan Özpetek che debutta su Netflix il 1 novembre con "Nuovo Olimpo"

Foto Ansa

Leggi più veloce

Applausi, tanti e fragorosi. A riceverli è Ferzan Özpetek, ma è più di una semplice accoglienza, sembra un vero tributo. Quello a un uomo, un regista, che da solo ha sdoganato molti tabù nel cinema (non solo) italiano, lui di origine turche come noto, ma che ha poi dimostrato quanto sia controproducente giudicarlo, senza aver visto fino in fondo il suo lavoro.

Sarà meraviglioso quando non ci saranno i locali gay o etero

Il giorno di Nuovo Olimpo, il film che segna il debutto personale su piattaforma (uscirà in 190 paesi su Netflix dal 1° novembre) e che parte da un racconto (più) che semi-autobiografico. Una storia d’amore tra due uomini, nata appunto sullo sfondo di un cinema (il Nuovo Olimpo appunto) del 1978 e che sedimenta nell’anima dei due protagonisti, Enea e Pietro (interpretati da Damiano Gaviano e Andrea Di Luigi), al punto da certificare un sentimento profondo che non li abbandonerà mai e li seguirà in età adulta, nel 2015.

Un progetto, che per il regista è diventato “un’esigenza” da condividere, maturata già 7-8 anni fa, pensandoci sempre, e rischiando ora di farlo. “È come un punto del romanzo, ora giro la pagina, e vedrete cosa combinerò”. E come in certi lavori da lui diretti, e diventati veri e propri cult, da Le fate ignoranti, Saturno contro a Mine Vaganti, Özpetek si ritrova puntualmente a dover sottolineare riguardo a cosa mettere in scena, tra rapporti e scelte, ma che di fatto non dovrebbe scandalizzare più. Ed invece, è proprio lui a narrare di un episodio accadutogli.

“Tre anni fa un critico americano”, prosegue “mi trovavo lì per promuovere La dea fortuna. Disse che ero stato troppo in anticipo su alcuni temi, con Il bagno turco e Le fate ignoranti, ma che forse l’America non era ancora pronta. Andai allora in una videoteca a cercare La finestra di fronte, non lo trovai, eppure era uscito negli Stati Uniti. Mi risposero che forse era finito nel reparto riservato alle pellicole gay, mentre in Italia non c’è mai stato. Questa cosa mi ha stupito, perché io non racconto l’omosessualità o eterosessualità, ma le persone come sono state fatte, senza censura nella mia testa. Un giorno sarà meraviglioso quando non ci saranno i locali gay o etero, ma per tutti, un papa e una mamma, ed i genitori, senza dire quello è gay, quello no. I sentimenti, le emozioni, sono bellissimi, e non bisogna catalogarli”.

"Netflix? Io ho bisogno di limiti"

Ma se il film, in questo caso, affronta una relazione che mai si spegne, nonostante il tempo perduto e la crescita dei personaggi, dall’altro ci sono le donne a fare la differenza, attrici come Luisa Ranieri, Aurora Giovinazzo e Greta Scarano, che fanno capitolare il regista. “Sarà la vecchiaia, forse me ne accorgo tardi, ma ho maturato un’intesa verso il mondo femminile, forse ho sbagliato tutto”, ride, rassicurando, sempre scherzando, il marito Simone. E su Netflix, rilancia, “ho bisogno dei limiti, se no mi metti in difficoltà creativa. Loro sono stati di grande supporto. Alcuni registi, amici e non, mi mettevano in guardia, ora sono ca..i tuoi, ti romperanno. Non è andata così, ho ascoltati il loro pensiero su alcune cose e avevano ragione, e così loro".

Non uscire in sala? Se arriveranno offese cambierò idea

"Come fare una cena a due. Mi piace però l’idea, d’altronde i miei film sono usciti in tutto il mondo, ma non sono entrati nelle case delle persone. È affascinante, sono felice di questo momento, poi se cominceranno ad arrivare dei messaggi dalla Thailandia o dall’Australia che dicono “ah brutto stronzo, che cazzo di film hai fatto? Allora comincio a cambiare idea".

Foto Ansa

23/10/2023