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Sarà l'anno di Paolo Villaggio: Fantozzi non ha bisogno di anniversari e si fa in tre

Su Rai1 arriva “Com’è umano lei” e sarà il genovese Enzo Paci a interpretare il grande attore. Ma anche in teatro con Tullio Solenghi e con Livermore Fantozzi trionfa

Foto Ansa

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Sarà l’anno di Paolo Villaggio. E vale di più perché non ci sono anniversari “tondi” da festeggiare.

Era nato nel 1932 ed è morto nel 2017

quindi l’aspetto numerico che appassiona i patiti delle ricorrenze non c’è. Ma, semplicemente, sarà l’anno di Paolo Villaggio perché è uno degli scrittori italiani più venduti al mondo, con 900 milioni di copie, è il più amato in Russia, più di Dante, per dire.

Sarà l’anno di Paolo Villaggio perché Fantozzi è la maschera della commedia dell’arte italiana più riuscita dai tempi di Arlecchino e Pantalone. Sarà l’anno di Paolo Villaggio perché, per esempio, nessuno o quasi ricorda il suo impegno politico e sociale, con la candidatura nelle liste di Democrazia Proletaria nel 1987, quando non diventò deputato per sole sei preferenze, ma nell’appello finale alla Rai, che allora contava moltissimo, fu lui a metterci la faccia per dire che in caso di elezione avrebbe lasciato il suo posto a Rossana Benzi, una ragazza genovese che viveva in un polmone d’acciaio. E poi si ricandidò, solo per dare una testimonianza, nel 1994 nel collegio uninominale di Genova San Fruttuoso con la lista Marco Pannella, lui che visse il dramma della tossicodipendenza di suo figlio, che venne salvato dalla comunità di San Patrignano.

Perché sarà l’anno di Villaggio 

“Com’è umano lei”, diretto da Luca Manfredi, e, dopo mesi di indiscrezioni, è di questi giorni la notizia che sarà Enzo Paci il protagonista nel ruolo di Paolo. Ed è una grande notizia perché Paci, genovese pure lui, capace di passare dal cabaret di Zelig e Colorado con il personaggio di Mattia Passadore ai ruoli drammatici in teatro con Luca Ronconi e Mariangela Melato, è stato la rivelazione televisiva dell’anno da protagonista di “Blanca” a fianco di Maria Chiara Giannetta nei panni del commissario Bacigalupo. Dopo essersi fatto conoscere al grande pubblico di Raiuno con “Don Matteo”. E, quasi in un filo sottile che unisce tutti i tasselli di questa storia, Paci è stato Bruno Lauzi in “Io sono Mia”, la fiction Rai dedicata a Mia Martini, con Serena Rossi nei panni della protagonista.

Paci-Villaggio avrà dalla sua una forza straordinaria

Una grande umiltà, una sensibilità che non gli fa mai dire di no quando gli arrivano richieste d’aiuto, insieme a sua moglie Romina Uguzzoni, il non aver mai dimenticato il lavoro nel negozio di frutta e verdura dei suoi genitori e la scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, oggi Nazionale, ma il concetto è lo stesso, che per l’appunto è la numero uno in Italia: da Marco Sciaccaluga alla Melato, oggi a Elisabetta Pozzi e che fra i suoi allievi ha avuto fra gli altri Luca e Paolo, Fausto Paradivino, i Broncoviz, Valerio Binasco, Giorgio Gallione, Enrico Campanati, Maurizio Lastrico e moltissimi altri. Fra loro c’era anche Tullio Solenghi, che in questa storia circolare e a spirale del grande teatro genovese che diventa grande teatro italiano, una sorta di “Alla fiera dell’Est”, da anni insieme a Sergio Maifredi racconta Paolo Villaggio in “Una serata pazzesca”, in cui condisce le letture di classici fantozziani - dalla corazzata Potemkin al ristorante cinese - con aneddoti: “Paolo - ricorda Tullio - era un amico dal carattere non facile. Ad esempio, non dimenticherò il giorno in cui era ospite di Chiambretti, appollaiato su un seggiolone, ma si rifiutava di scendere perché non gli erano ancora state pagate le ospitate precedenti e dovemmo fare una trattativa su richiesta di Piero per farlo uscire dallo studio”. “Ma ancora più divertente fu la volta in cui, al premio regia televisiva di Giardini Naxos fra i premiati c’eravamo noi del Trio, con Anna, Massimo e me, il mago Silvan e Paolo. Silvan sul pulmino era già vestito di tutto punto, mentre Villaggio aveva il suo caffetano classico e Silvan iniziò a prenderlo in giro: “Ma dove credi di andare vestito così?”.

Verso la fine del viaggio e a fronte dell’ennesima provocazione, Paolo non ne poteva più ed emise una flatulenza silenziosa e poi richiamò tutti gli altri artisti sul pullman indicando il mago: “Che schifo! Silvan ha scorreggiato". E ancora altri ricordi di Solenghi: da quelli con Beppe Grillo (“avevamo tre persone in sala e due ci applaudirono mentre uno non sembrava particolarmente apprezzare lo spettacolo. Beppe mi disse: “Belin Tullio, il 70 per cento del pubblico è felice”) ad altri con Villaggio. “Eravamo ai festeggiamenti per i cent’anni del Lido, storico stabilimento balneare di corso Italia a Genova. Paolo mi chiese chi c’era e io elencai: i Vianella, Betty Curtis, Tony Renis, Al Bano”. Al che, con la sua voce che abbiamo imparato ad amare con Fantozzi, rispose: “Ma sono ancora vivi questi? Poverini”.

In spiaggia con il suo inseparabile amico Fabrizio De Andre’

Per cui Villaggio scrisse “Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers” e “Il fannullone”, uniche due incursioni nel mondo della musica insieme ovviamente a “La ballata di Fantozzi”, che è la colonna sonora dei film. E insieme a loro spesso c’era Vittorio Sirianni, l’inventore del talk televisivo in Italia, prima ancora di Costanza, che Villaggio voleva sempre accanto a sé, amico del cuore suo e di suo fratello gemello, magrissimo e serissimo scienziato. Insieme Solenghi e Villaggio recitarono nel “Giardino dei ciliegi” di Checov. E ricorda Tullio: “Io ero uno dei soldati che tirava un cannone, ma ero coperto dal cannone stesso e dovetti spiegare dopo a mia mamma in cosa consisteva il mio ruolo, visto che ero nascosto e non mi si vedeva. Silenzioso e invisibile. Invece, Paolo doveva consegnare un mazzo di fiori alla protagonista, che era Paola Borboni, dicendo qualcosa tipo: “Ci sono dei fiori per lei”. Alla fine dello spettacolo la signora Borboni chiese: “Dov’è quello dei fiori?” e lui si fece avanti, pensando di aver sfondato. Paola lo gelò: “Si vergogni! Una sola battuta e anche detta di merda”. Peraltro Villaggio e Borboni si trovarono casualmente ospiti della prima puntata della storia del “Maurizio Costanzo Show”.

"Una serata pazzesca" e "Fantozzi - una Tragedia umana"

Ma se lo spettacolo “Una serata pazzesca” di Maifredi e Solenghi gira trionfalmente l’Italia da anni, ora anche Davide Livermore, direttore del teatro Nazionale di Genova e unico nella storia ad aver firmato quattro prime del 7 dicembre alla Scala (lo stesso Giorgio Strehler era fermo a tre) porterà in teatro Villaggio dal 30 gennaio all’11 febbraio 2024 in “Fantozzi- Una tragedia” per la riapertura del teatro Ivo Chiesa dopo la ristrutturazione che porterà anche un orto biologico per chi ha più bisogno sul terrazzo della struttura, che vi abbiamo raccontato su Tiscalinews e che è diventato addirittura oggetto di un’interrogazione in Consiglio regionale della Liguria. Insomma, lo spettacolo vedrà stavolta Gianni Fantoni nei panni di Fantozzi, “uno straordinario interprete che magari conosciamo per cose minori” racconta Davide Livermore. E sono in corso le audizioni per il resto del cast, con la volontà, davvero, di raccontare una moderna storia degna di Goldoni, ma anche di Eschilo o Sofocle: “I direttori megagalattici, la mostruosa genìa impiegatizia, peripezie e ineluttabili disfatte. Maschere di una rinnovata commedia dell’arte, i personaggi creati da Paolo Villaggio rivivranno in teatro. Il giorno della presentazione della stagione, arrivando in momenti diversi in sala, senza parlarsi fra loro, il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti hanno detto entrambi: “Sono curiosissimo e non vedo l’ora di vedere il Fantozzi di Livermore”. La quarta tragedia firmata dal regista in quattro anni dopo Elena di Euripide e Agamennone e Coefore-Eumenidi di una splendida Orestea.

18/08/2023