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Sapevate che Rocio Muñoz Morales ha pubblicato due libri? "Con la scrittura mi sono messa a nudo"

Dagli studi di giornalismo all'amore per la scrittura. L'attrice in una versione che non ti aspetti: quella di autrice, ma anche di mamma, moglie e, ovviamente, attrice

Foto Ansa e Instagram

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Sensibile e imprevedibile. Rocio Muñoz Morales è una (ri)scoperta anche prima delle interviste, nei momenti che le precedono, quando dimostra vero interesse nei confronti di chi, da lì a poco, le farà le domande. È uno scambio, una forma di conoscenza, a cui lei tiene però particolarmente, è un modo di entrare in contatto, di metterci-si a proprio agio. Accade, quando il tempo e la situazione lo permettono. Succede a Cortina, durante la 19esima edizione di Cortinametraggio, la manifestazione per eccellenza in Italia, diretta e fondata da Maddalena Mayneri sul mondo dei cortometraggi, nella quale è stata per la prima volta giurata, e tra gli ospiti. Quella che vediamo, prima e davanti la telecamera, è però la stessa Rocio, luminosa ed elegante, qui con un tocco da intellettuale, aperta, piena di sfumature.

Dagli studi di giornalismo all'amore per la scrittura

Già perché l’attrice di cinema e tv che ben conosciamo (da Immaturi – Il viaggio a Un passo dal cielo), co-conduttrice (voluta da Carlo Conti nel Festival di Sanremo 2015), e madrina (della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2022), si è avventurata con particolare cura anche nelle vesti inedite di scrittrice. Un amore per la scrittura, coltivato da giovanissima quando studiava giornalismo, lasciato poi per dedicarsi alla moda, il ballo e la recitazione.

I due libri

Due libri all’attivo (e un terzo già messo in cantiere, ndr): Un posto tutto mio, scritto durante la Pandemia, e il secondo di narrativa, Dove nasce il sole, uscito invece nel 2022. Un romanzo, questo in particolare, in cui la protagonista, Ana, coltiva il sogno di lavorare come legale al favore dei diritti delle donne, ma si trova incastrata di un ambiente  pressante, e così del futuro marito, in una gabbia dorata, ma piena di limiti. Da qui la domanda: cambiare, o “cedere” a quello che inconsapevolmente il destino le ha riservato. La storia di una donna e del suo desiderio di vivere senza restrizioni, scegliendo per sé, che sembra assomigliarle nell’approccio, nel ricercare libertà e indipendenza
Quello che la stessa Rocio ha fatto, arrivata da Madrid, in Italia, per iniziare a lavorare sui set, a mettersi in gioco e sperimentare, costruendo oltremodo una famiglia unita insieme a Raoul Bova, e le due figlie, Luna e Alma

“Con la scrittura”, ci racconta, “mi sono messa a nudo, lì non dovevo per forza performare, avevo bisogno di ascoltarmi, e di vedere cosa, organicamente, accadeva dentro di me. Non sono una scrittrice, questo processo accade in un periodo più lungo, soffre di momenti di salita, discesa, di grande felicità, ma poterti esprimere in un momento in cui la tua vita evolve è un modo di condividere ciò che hai. Il secondo romanzo l’ho scritto durante una tournée teatrale, passavo le mattine a scrivere, a me piace farlo soprattutto a mano, mi piacerebbe potesse diventare una sceneggiatura”

Curiosità e fragilità

“Alla radice del mio essere la donna e professionista che sono”, dice “c’è un’immensa curiosità. Io sono curiosa della vita, degli altri, delle storie, delle realtà lontane dalla mia, e questo fa sì che io sia sempre alla ricerca della sorpresa, anche di evolvermi in direzioni che magari, di base, non avevo programmato. Non mi piacciono le etichette, rimanere nei cassetti chiusi, ed è un po’ il motore per cui faccio questo lavoro, per cui l’ho scelto

Penso che ogni contenitore, il teatro, il cinema, ogni modo di esprimersi, ogni modo di ricevere anche le storie, di raccontarle, abbia una sua magia, in qualche modo te ne avvicini, sia come attrice, interpretando un personaggio, una donna, scrivendo, generando qualcosa negli altri. A me piacciono le persone, le storie senza tabù e piene di libertà”

Cosa mi ha dato questo lavoro? “La sicurezza, facendomi conoscere le mie fragilità, e credo sia una delle cose a cui sono più grata di questo mestiere, perché mi ha dato la possibilità di capire quanto io non sono perfetta, quanto io non voglia ricercare questa perfezione, quanto anche i miei punti di fragilità, da cui, forse, per un po’ di tempo, sono fuggita.

Il lavoro mi ha reso completa, ma mi ha permesso anche di capire le mie fragilità, e forse ho capito anche le mie forze. Questo rapporto così sincero con me stessa me lo ha regalato il cinema. La mia unica forza è stata rimanere fedele a quella che sono, alla bambina che sono stata, al modo in cui sono cresciuta, al mio camminare a testa bassa e riempirmi di illusioni, con la voglia di nutrirmi sempre di un qualcosa. Era più complicato riempirmi di sovrastrutture, o più facile rimanere legata alla ragazza di un tempo, ogni cosa invece l’ho vissuta con gratitudine e stupore”.

Famiglia e figlie

La maternità è stata una botta incredibile di gioia, sono felice delle rinunce che ho fatto.  Non sapevo che madre sarei diventata, anzi, tutt’ora oggi non so bene che madre diventerò, ma provo a trasmettere alle mie figlie i valori che mi hanno portato sulla strada giusta, la sincerità, la fedeltà, il rispetto, la libertà, la gentilezza, la curiosità, l’entusiasmo. Sono gli stessi valori che io provo a coltivare ogni giorno, e che anche noi, io e Raoul, come coppia, proviamo a coltivare, e che c’hanno legato molto. Imparo tantissimo dalle mie figlie, sono coraggiose:  da genitori abbiamo il dovere di dare, ma incredibilmente, e inconsapevolmente, ricevi moltiplicato per dieci”.

 

21/03/2024