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Venere Influencer, è ancora bufera: la difesa dei pubblicitari e le nuove gaffe. E il caso arriva in Parlamento

Non c'è pace per l'influencer virtuale: dopo le polemiche, scendono in campo i pubblicitari con un ironico "Open to grazie". Ma la pezza è peggiore del buco. E intanto spuntano nuovi errori e perfino un'interrogazione parlamentare

Foto Ansa

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Non c’è pace per la Venere influencer partorita dalla creatività dell’agenzia Armando Testa e presentata urbi et orbi una settimana fa dalla ministra del Turismo Daniela Santanché come nuovo simbolo della bellezza italiana nel mondo, in grado di attrarre nel Belpaese frotte di turisti al grido di “Open to Meraviglia”. L’esistenza dell’influencer con le fattezze dell’icona di Botticelli, infatti, si è subito rivelata piuttosto trambustata. Ironie, critiche, sfottò e meme si sono sprecati davanti alla Venere che usciva dal dipinto per essere declinata in varie location: eccola in minigonna jeans, mentre fa un giro in bicicletta davanti al Colosseo o pronta a gustare una pizza a bordo lago.

Le scene girate in Slovenia e il costo faraonico

A finire nel mirino, non è stata soltanto l’idea in sé, da molti considerata banale e di dubbio gusto, ma soprattutto il fatto che alcune scene del video di presentazione del progetto siano state girate in Slovenia e non nella nostra penisola. Per non parlare delle critiche di Vittorio Sgarbi, tranchant come al solito ("che lingua è?"), di quelle del sindaco di Firenze Nardella (“Operazione macchiettistica e ridicola. Ora mi aspetto il David che suona il mandolino”) fino alla beffa del dominio “open to meraviglia” acquistato per 4,99 euro da un’azienda di marketing visto che l’Enit non lo aveva incredibilmente fatto. Il faraonico budget (9 milioni di euro) ha fatto il resto e presto la campagna di promozione turistica è stata ribattezzata “Open to spreco”.

L'agenzia Armando Testa ironizza con "Open to grazie"

Ora però anche l’agenzia pubblicitaria Armando Testa ha deciso di dire la sua. Per farlo ha acquistato un’intera pagina sul Corriere della Sera nella quale si è tolta qualche sassolino dalle scarpe. A cominciare dal titolo, quell’Open to grazie” che suona come un ringraziamento ironico alle critiche ricevute fin qui. Insomma, la linea dei pubblicitari è la trita e ritrita “purché se ne parli”. “Quando una campagna di promozione turistica rompe il muro dell’indifferenza e riesce a dar vita a un dibattito culturale così vivace come quello acceso in soli 5 giorni da “Italia Open to Meraviglia”, rappresenta sempre qualcosa di positivo”, scrivono i pubblicitari. “Grazie, perché non accadeva da anni che la notizia di una campagna istituzionale suscitasse una eco di tale portata (…). Grazie per le migliaia di visualizzazioni, commenti, meme e per le appassionate discussioni di questi ultimi giorni: ci hanno fatto sentire la più grande agenzia italiana”. Modestia a parte, sono tantissimi gli inciampi della campagna. E il gruppo Testa non può ignorarli.

La difesa dei pubblicitari

Così ecco due passaggi importanti che vorrebbero mettere a tacere “l’affaire Slovenia” e i costi troppo alti. Ma che in realtà non fanno né l'una cosa né l'altra.  “Grazie a tutti coloro che hanno immaginato che il video destinato alla presentazione del progetto, e dunque realizzato con materiale di repertorio, fosse già lo spot ufficiale della campagna”. Insomma, lo spot "vero" addà venì, finora si era scherzato, o quasi. E ancora: “Grazie a chi ci ha fatto sentire milionari! Ma i 9 milioni di euro dell’investimento previsto da Enit sono destinati alla pianificazione media in tutti i principali mercati”. Infine i pubblicitari difendono anche l’idea dall’accusa di essere banale e stereotipata: “La Armando Testa ringrazia, e Venere con noi. Erano più di 500 anni che non si parlava di lei così tanto. Se non è meraviglia questa”.

Il nuovo campionario degli errori

Nemmeno il tempo di darsi un cinque tra di loro, ed ecco un nuovo grattacapo sotto forma di un’interrogazione parlamentare. Che perdipiù arriva dalla stessa parte politica che sostiene il Governo. L'obiettivo? "Sapere quali iniziative intenda assumere il ministro del Turismo per rimediare al gravissimo danno di immagine e se gli errori segnalati nel frattempo siano stati almeno corretti". A presentarla a Palazzo Madama è il capogruppo di Forza Italia Pierantonio Zanettin che enumera qualche errore: "Si dice che il Teatro Olimpico di Vicenza si affaccia su Piazza del Signori, quando invece si affaccia su Piazza Matteotti. Riguardo allo stesso teatro si afferma che il Palladio "riuscì a completarlo prima della sua morte", ma la storia ci dice che non fu così. Nel testo è evidentemente saltato un "non". Si dice, altresì, che Palladio, progettando la celebre Basilica, sarebbe intervenuto sul preesistente Palazzo della Regione, quando con tutta evidenza all'epoca non esistevano le Regioni, ed in realtà si trattava del Palazzo dalla "Ragione", perché al suo interno vi veniva esercitata la "ratio", in quanto si prendevano le decisioni, soprattutto giudiziarie". E via di matita blu, fino al lago di Misurina ribattezzato erroneamente 'Lago di Misurata'".

Oliviero Toscani: "Il purché se ne parli non ha senso. E allora il nazismo?"

Insomma, una debacle alla quale si aggiunge il giudizio senza appello di Oliviero Toscani: "Non mi piace fare la parte del solito critico ma purtroppo questa campagna è un prodotto davvero mediocre. È banale e volgare, uno specchio dell'Italia del bunga bunga. E io da italiano avrei voglia di essere rappresentato da un altro livello qualitativo”. E aggiunge: "Armando Testa dice che è un successo perché tutti ne stanno parlando? Ma che c'entra? Anche del nazismo e del fascismo tutti hanno parlato, non per questo lo possiamo definire un successo...".

27/04/2023