Per anni è stata solo un’idea da film, con il volto severo e rassicurante di Judi Dench: una donna al comando del servizio segreto più famoso del mondo. Ma adesso la realtà irrompe sulla finzione e per la prima volta nella storia, l’MI6 - il servizio d’intelligence britannico - ha una donna al suo vertice: Blaise Metreweli, 47 anni, assumerà l'incarico di direttrice entro la fine dell'anno, succedendo a Sir Richard Moore.
Dalla fiction alla realtà
"La considero un dinosauro misogino sessista, una reliquia della Guerra Fredda il cui puerile fascino, sprecato nel mio caso, ha invece colpito la giovane donna da me mandata a valutarla", diceva M, nome in codice del personaggio interpretato da Judi Dench rivolgendosi a James Bond - per la prima volta con il volto di Pierce Brosnan - in una scena di 'GoldenEye' del 1995, con la regia di Martin Campbell. E d'altronde fino ad allora il patriarcato dominava le spy story e i film d'azione. Oggi il primato maschile va in frantumi nel Regno Unito anche grazie a Blaise Metreweli: una risorsa interna ai servizi segreti di Sua Maestà: esperta di nuove tecnologie, di ascendenze familiari georgiane e con un passato operativo da spia trascorso fra l'Europa continentale e il Medio Oriente con un occhio rivolto a Russia e Iran.
Il suo nome in codice
La prima in 116 anni di storia per l'organizzazione alla cui fama ha contribuito non poco proprio la saga delle fantasmagoriche avventure di James Bond, nate dalla penna di Ian Fleming. E che finora aveva visto l'altra metà del cielo sul ponte di comando solo nella finzione cinematografica del personaggio interpretato da Judi Dench in vari film di 007. A differenza di dame Judi, che sul grande schermo è indicata con la lettera M, il nome in codice reale di Blaise Metreweli sarà contrassegnato dalla C, come per gli ultimi capi dell'MI6 prima di lei. Il governo di Keir Starmer ne ha annunciato la designazione un po' a sorpresa: preferendola in extremis a un'altra donna, data da mesi per favorita dai media, come la sperimentata dame Barbara Woodward, diplomatica di carriera d'altissimo rango al pari di vari numeri uno recenti dei servizi esteri. Woodward, capo missione di Londra all'Onu e già ambasciatrice a Pechino, ha forse pagato la campagna di sospetti alimentata dai tabloid sulle buone relazioni coltivate per dovere d'ufficio in Cina.
Le origini della super 007
In ogni caso Metreweli (il cui cognome con la doppia v è frutto della germanizzazione della grafia originaria 'Metreveli' dei suoi avi paterni, fuggiti dopo la Rivoluzione d'Ottobre dalla Georgia sovietica in Germania e poi nel Regno) ha tutte le carte in regola - secondo il primo ministro Starmer - per succedere a sir Richard Moore: ex ambasciatore britannico in Turchia, il cui mandato quinquennale scadrà il primo ottobre prossimo.
La formazione
Direttrice generale uscente della sezione Q (con deleghe su tecnologia e innovazione), la neo-nominata si autodefinisce "una geek", una "smanettona" informatica. In passato ha ricoperto altri incarichi di coordinamento sia nello stesso MI6, sia nell'MI5, l'agenzia che si occupa di controspionaggio e antiterrorismo interno. Ma le scarne note biografiche condivise in pubblico dal servizio - e dal Foreign Office, il ministero chiamato a coordinare l'intelligence estera - riferiscono di come abbia avuto pure ruoli "operativi" in imprecisati Paesi europei e mediorientali Laureata in antropologia nella prestigiosa Università di Cambridge, vanta inoltre trascorsi agonistici nel canottaggio: avendo partecipato 19enne alla Women's Boat Race del 1997, versione femminile della celeberrima competizione annuale a remi fra Oxford e Cambridge.
Una nomina storica
"La storica nomina di Blaise Metreweli arriva in un momento in cui il lavoro dei nostri servizi segreti non è mai stato così vitale", ha commentato il premier laburista dal G7 in Canada, rivendicando in pieno - all'unisono con il ministro degli Esteri, David Lammy - una scelta a cui fanno da sfondo scenari internazionali da incubo e piani di riarmo a go-go. Un momento nel quale "il Regno Unito sta affrontando - nelle sue parole - minacce senza precedenti": da quelle delle "navi spia che si aggirano nelle nostre acque" a quelle di hacker ostili "i cui sofisticati piani informatici mirano a sabotare i nostri servizi pubblici".
Sir Richard Moore, da parte sua, ha sottolineato "le capacità di leadership di Blaise", dicendosi certo di lasciare l'MI6 in buone mani. Le mani di una donna che guarda al futuro. E che con Judi Dench, simbolo immaginario al cinema di un certo modello 'old England', sembra avere in comune solo gli occhi azzurri.