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Monica Vitti, i 20 anni in cui si è nascosta al mondo. Parlano i due nipoti

“Lei non stava bene, stava a casa, non poteva uscire. Andavamo con mia moglie e con i miei figli a trovarla e lei portava sul balcone mio figlio per fargli vedere Roma"

di Redazione Milleunadonna

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Musa del cinema d’autore e stella assoluta della commedia all'italiana. La voce roca e la risata contagiosa, un talento straordinario che l’ha portata, unica donna, a primeggiare accanto ai colonnelli della commedia all’italiana, indimenticabile icona di Michelangelo Antonioni e “ragazza con la pistola” per Monicelli. Con Alberto Sordi in “Polvere di Stelle” formò una coppia scalcinata e indimenticabile di un capocomico e di una soubrette in una compagnia di avanspettacolo. Monica Vitti è morta il 23 luglio del 2022 ma in realtà di lei si erano perse le tracce almeno vent’anni prima, quando l’amore di Roberto Russo, il suo ultimo compagno, la sottrasse alla curiosità dei paparazzi dopo che una forma di Alzheimer l’aveva isolata dal mondo

Ma il pubblico non si è scordato di lei

Oggi a New York si apre una retrospettiva a lei dedicata al Lincoln Center “Monica Vitti. La Modernista”. Un’occasione per parlare di questa straordinaria artista che non ebbe figli con i suoi nipoti, Patrizia e Giorgio, figli di uno dei suoi fratelli, Giorgio, che da 35 anni vive negli Stati Uniti.  “Per noi era zia, non Monica Vitti anche se sapevamo del suo lavoro”, ha raccontato Patrizia al Corriere della Sera. “Mio padre e i miei nonni la chiamavano Ninni. Non era né Monica né Maria Luisa. Siamo cresciuti con Ninni. L’abbiamo vissuta più degli altri perché vivevamo a Roma. La domenica stavamo sempre a pranzo insieme, veniva a casa di nostro padre Giorgio. Io, quando ero più piccola, volevo fare l’attrice come lei e sono andata sul set di tantissimi dei suoi film. Mi ricordo bene “L’anatra all’arancia” con Ugo Tognazzi. Si divertivano, c’era un clima allegro. Poi è capitato che ho dormito un paio di volte a casa sua perché Roberto aveva da fare: allora giocavamo un sacco, leggevamo i copioni, facevamo le scene. (…) Una volta sono stata con lei in Accademia, quando insegnava e mi ricordo il rispetto degli studenti per lei. Non credo che per lei fosse un lavoro. Era la sua vita, la sua passione”. 

I vent'anni che trascorse chiusa in casa

I nipoti hanno parlato anche dell’ultimo periodo dell’artista, di quei vent’anni della malattia degenerativa trascorsi in casa, senza più apparire in pubblico. A raccontare è Giorgio: “Lei non stava bene, stava a casa, non poteva uscire. Andavamo con mia moglie e con i miei figli a trovarla e si passava una giornata lì con lei. Lei amava i bambini e a uno dei miei figli diceva: “Michele, vieni, ti faccio vedere…” e lo portava in balcone per fargli vedere Roma. Era sempre con loro. Da persona sempre nell’occhio del pubblico, voleva forse che il suo pubblico tenesse una visione di lei, un’idea. Si è rassegnata a stare in casa e ad avere una vita molto privata proprio per lasciare questo ricordo a tutti. Però aveva Roberto, suo marito, che le è sempre stato vicino e l’ha amata moltissimo e la cui vita era devoluta a lei”. Vent’anni di oblio e poi la morte quando aveva da poco compiuto 90 anni ma la memoria di Monica Vitti è più forte che mai.