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Folla oceanica per commemorare Mahsa: reazione brutale della polizia iraniana. La protesta non si ferma

Oltre a studenti universitari e commercianti in sciopero da settimane, nella capitale si sono uniti alla protesta anche molti medici che hanno contestato la versione ufficiale sulla morte della 22enne curda

di Redazione

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Iniziata come ribellione all’uccisione in carcere di Mahsa Amini arrestata dalla polizia morale, a 40 giorni dalla morte della 22enne curda la rivolta è diventata quella di un popolo che vede insieme donne e uomini, studenti e operai. La repressione del regime teocratico di Teheran è però cruenta: non solo lacrimogeni ma anche proiettili contro i manifestanti. Le forze dell'ordine iraniane hanno aperto il fuoco sulle dimostrazioni che si sono tenute ieri in varie città del Paese per commemorare Mahsa Amini, nel 40esimo giorno dalla morte, in Iran tradizionalmente celebrato come momento conclusivo del periodo di lutto.

Ribellioni al regime e alla guida religiosa

Molte persone sono state arrestate e manifestazioni sono state disperse con l'uso di armi da fuoco e gas lacrimogeni nella capitale Teheran e in altre città tra cui Karaj, Kermanshah, Sanandaj, Shiraz, Ahvaz, Mashhad e Isfahan. Durante le dimostrazioni sono stati incendiati ritratti della guida suprema Ali Khamenei, definito 'dittatore' negli slogan gridati dai manifestanti che a Teheran si sono radunati non solo per le strade ma anche nelle stazioni della metropolitana.

Il pellegrinaggio nella città natale di Mahsa

Oltre a studenti universitari e commercianti in sciopero da settimane, nella capitale si sono uniti alla protesta anche molti medici che hanno contestato la versione ufficiale sulla morte di Mahsa, il 16 settembre a Teheran dopo l'arresto perché non portava correttamente il velo, secondo la quale la giovane non avrebbe perso la vita dopo avere ricevuto percosse letali. A Saqqez, nel Kurdistan iraniano dove Mahsa viveva, duri scontri e sparatorie sono iniziati dopo che una folla di migliaia di persone ha cercato di raggiungere il cimitero dove è sepolta la ragazza.

Tensioni internazionali

Le autorità iraniane sono state sanzionate dagli Usa a causa della 'brutale repressione' contro le dimostrazioni per Mahsa. Anche l'Unione europea, nei giorni scorsi, aveva imposto misure restrittive contro Teheran per le 'violazioni dei diritti umani' durante le proteste e oggi è arrivata la risposta della Repubblica islamica che ha sanzionato entità e individui dell'Ue in reazione non solo alle misure adottate contro l'Iran dopo la repressione delle dimostrazioni ma anche alle sanzioni per la fornitura di droni iraniani alla Russia utilizzati in Ucraina. Fornitura che Teheran continua a negare.

Dodici ministre degli Esteri condannano la repressione in Iran

Anche dodici ministre degli Esteri, guidate dalla canadese Melanie Joly, hanno condannato insieme la violenta repressione delle proteste per i diritti delle donne in Iran, che durano da 40 giorni. 'In qualità di ministre degli Esteri, sentiamo la responsabilità di fare da eco alle voci delle donne iraniane', affermano in una dichiarazione congiunta i ministri di Albania, Andorra, Australia, Canada, Francia, Germania, Islanda, Kosovo, Libia, Liechtenstein, Nuova Zelanda e Norvegia . Le 12 leader esprimono la loro 'solidarietà alle coraggiose donne iraniane che stanno esercitando il loro diritto a riunirsi pacificamente e a difendere i loro diritti fondamentali'.

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27/10/2022