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Sciopero delle donne (e non solo): 'No al sabato in fabbrica per stare con i figli'

Alla Magneti Marelli i 400 dipendenti si sono fermati: “Sabato è l’unico giorno della settimana in cui la famiglia può stare assieme”

Sciopero delle donne (e non solo) No al sabato in fabbrica per stare con i figli
di Redazione

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Saranno pure esigenze di produzione per fare fronte ad ordinativi che - in tempo di crisi come questo - farebbero invidia a qualsiasi fabbrica italiana, ma il sabato non si tocca. Il sabato è per i figli, per stare in famiglia e recuperare il tempo perduto in mille impegni settimanali. Questa è l’opinione dei 400 operai della Magneti Marelli di Crevalcore (Bologna) che hanno detto no al sabato lavorativo perché il fine settimana passato nei reparti toglie spazio alla famiglia e al rapporto tra genitori e figli.

Impianti fermi

Così venerdì e sabato scorsi gli impianti si sono fermati per uno sciopero indetto dalla Fiom ma che ha avuto un’adesione del 100% tra i 400 lavoratori (compresi 80 interinali) della Magneti Marelli. La richiesta dell’azienda di effettuare una serie di sabati lavorativi per far fronte agli ordinativi non è stata accolta.

Esaurito il monte ore straordinari

Il contratto aziendale del gruppo Fca prevede 120 ore di straordinario l’anno senza contrattazione coi lavoratori. Ma alla Magneti Marelli il monte ore è già stato esaurito al punto che nel periodo estivo è stato necessario fare ricorso alle prestazioni di qualche decina di operai a chiamata. Con la ripresa autunnale si è deciso per una organizzazione del lavoro suddivisa in 18 turni settimanali: ogni dipendente continua a fare le ore previste dal contratto ma il riposo settimanale ruota su tutti i giorni della settimana. Ma in questo modo ogni operaio o tecnico lavorerà 5 sabati su 6, a parità di salario.

Famiglie penalizzate

Una situazione per la quale in tante fabbrica d’Italia metterebbero la firma ma che a Crevalcore ha dato vita allo sciopero con tanto di presidio davanti ai cancelli della fabbrica dell’ultimo fine settimana. «Tra i lavoratori - spiega al Corriere della Sera Michele Bulgarelli della Fiom di Bologna - ci sono mariti e mogli, molti dei quali hanno figli; e lì è nato il problema. Per loro venire al lavoro il sesto giorno della settimana significa non stare con i bambini nell’unico tempo possibile e in più, nella maggior parte dei casi, dover pagare una baby sitter». Un costo economico, in altre parole, ma anche un umano e di qualità della vita, con le famiglie disgregate nell’unico momento che si riusciva a strappare alle esigenze della produzione. Dei 400 dipendenti di Crevalcore un quarto circa sono donne ed è su di loro che ricade il peso maggiore di questa nuova organizzazione.

La trattativa riprende

Lo sciopero alla Magneti Marelli venerdì ha avuto un’adesione totale, compresi i lavoratori interinali, nonostante fosse stato indetto dalla sola Fiom. «Ma un problema così concreto - fa notare Bulgarelli - non ha accesso rivalità tra le sigle, al contrario si cerca di dare risposte tutti assieme alle esigenze dei lavoratori». Tutti assieme, è il sottinteso, riguarda anche la rappresentanza dell’azienda. Lunedì è previsto un incontro sull’argomento ma al tavolo dovrebbero sedere solo i sindacati firmatari dell’accordo aziendale della Fca, dunque non la Fiom.

10/10/2016