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Selvaggia Lucarelli e il vergognoso coro sessista dei tassisti a Napoli. La sua risposta

Il coro è becero, violento nei toni e nei modi e soprattutto sessista verso una giornalista “colpevole” di aver fatto un’inchiesta. Ed è lecito chiedersi: se al posto della Lucarelli, ci fosse stato un giornalista uomo, sarebbe stato oggetto degli stessi insulti sessisti? sessista?

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Il coro è becero, come le peggiori gazzarre da stadio. Violento nei toni e nei modi, e soprattutto sessista  nella scelta degli insulti da indirizzare a una giornalista “colpevole” di aver fatto un’inchiesta. “Selvaggia Lucarelli è una puttana”, gridano in coro i manifestanti orchestrati da un uomo con il megafono, mentre urlano sguaiati con le braccia tese al cielo i loro insulti.  Il video arriva da Napoli dove è in corso la protesta dei tassisti che da giorni sono in subbuglio e scioperano contro il Ddl concorrenza, quello, per intenderci, che darebbe il via libera a Uber e ad altre piattaforme simili e metterebbe fine a questo vero e proprio monopolio. Il tutto perché Selvaggia Lucarelli, che da tempo denuncia i comportamenti scorretti e gli abusi di diversi tassisti che, ad esempio, si oppongono al pagamento mediante pos e pretendono solo contanti, ha scritto sul giornale “Domani” un’inchiesta dal titolo “lo sciopero dimostra come i taxi non sono servizio pubblico ma privilegio privato”.

Ecco il video vergogna

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Anziché rispondere alle critiche, la insultano sul piano personale

Peccato che anziché argomentare sulle critiche che la giornalista ha rivolto alla categoria, se la prendano con la stessa sul piano personale e la insultino. Niente di nuovo, purtroppo. È una costante di una società ancora in larga parte retrograda e maschilista che di fronte a una donna che svolge il suo lavoro, non è capace di orchestrare una risposta nel merito ma trascenda immediatamente sulla scorciatoia sessista. Cosa c’è di più efficace, per mettere a tacere una donna, di renderla zimbello pubblico e vittima di attacchi maschilisti? Ovviamente Selvaggia Lucarelli, che sulla vis polemica ha costruito il suo successo mediatico, non si è fatta intimorire. E anzi ha immediatamente condiviso il video sul suo account Twitter commentando laconicamente: “Ho scritto un editoriale sullo sciopero dei tassisti. Ecco la risposta dei tassisti a Napoli”.

La solidarietà di Stefano Feltri e Matilde D'Errico

Immediati ma finora poco numerosi gli attestati di solidarietà, a cominciare dall’articolo firmato da Stefano Feltri, direttore de “Il Domani”. E dal post scritto su Instagram da Matilde D’Errico, autrice e anima di programmi tv impegnati contro la violenza di genere come “Amore Criminale” e “Sopravvissute”: “Da donna sono sconvolta per quella pioggia di parolacce rivolte contro un’altra donna. Si possono non accogliere delle critiche (anche se la libertà di critica appartiene a chiunque svolga il lavoro giornalistico) ma si risponde con civiltà e non con gl’insulti. Questa è la cultura che va cambiata profondamente, una cultura piena di misoginia e che è trasversale ad ambienti, persone, situazioni e professioni. Se al posto di Selvaggia Lucarelli avesse esercitato il diritto di critica un giornalista uomo, sarebbe stato oggetto dello stesso linguaggio sessista? È inaccettabile che una donna subisca questo trattamento solo per aver esercitato il suo lavoro”.

Se ci fosse stato un giornalista, sarebbe stato oggetto di insulti sessisti?

La domanda di Matilde D’Errico è naturalmente retorica. Tutti noi sappiamo che se al posto di Selvaggia Lucarelli a firmare quell’inchiesta ci fosse stato un giornalista uomo nessun tassista si sarebbe sognato di rispondere insultandolo a suon di “prostituto, gigolo o mantenuto”.  Intervistata su “La Stampa”, la Lucarelli nota anche che a gridare gli insulti  c’erano anche donne. “Non penso che siano esseri angelicati con una superiorità morale rispetto agli uomini. Molte hanno interiorizzato quella cultura lì e parlano come i maschi di cui sono ancelle”. Sono parte di questo mondo retrogrado e sessista”.

Roman Pastore: 'L'odio fomenta odio'

C’è anche chi, come Roman Pastore, il giovane consigliere comunale di Roma linciato alle ultime elezioni amministrative perché reo di essere stato fotografato con un Rolex al polso, offre la sua solidarietà alla giornalista, ricordandole però che anche lei ha “fomentato odio”. E che chi lo fomenta inevitabilmente prima o poi ne sarà anche vittima. Ecco il suo post: “Permettersi di pronunciare queste parole verso una donna, è vergognoso. Alla Lucarelli ricordo quando sul caso Rolex mi hai chiamato “figlio di Papà”, senza sapere, divulgando sui Social mie foto.  Facciamo attenzione, l’odio fomenta l’odio”.

Selvaggia Lucarelli: 'Aiutatemi a denunciarli'

In quanto alla Lucarelli, che in questi giorni è stata protagonista di altre due polemiche, una con Salmo e l’altra con Fedez, da tempo nel suo mirino insieme con la moglie Chiara Ferragni, scrive su Instagram: “Mi sembra sempre più evidente che quella dei tassisti sia una categoria dove le mele marce non rappresentano un’eccezione. VogliamoUber e tutto ciò che possa consentire al cliente di non avere a che fare con questi squallidi energumeni. Per il resto, chi li conosce mi aiuti a identificarli che li denuncio”.

07/07/2022