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Armita senza pace: al funerale della 16enne massacrata, la nuova odiosa violenza del regime iraniano

L'avvocata e attivista per i diritti umani iraniana Nasrin Sotoudeh è stata duramente picchiata e arrestata durante la cerimonia di sepoltura di Armita Geravand

Foto Ansa

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Arrestata e picchiata ferocemente dalla polizia durante la cerimonia di sepoltura di Armita Geravand (leggete qui), la ragazza morta un mese dopo essere stata aggredita da una guardia della polizia morale della metropolitana perché non indossava il velo.

Parliamo di Nasrin Sotoudeh, l'avvocata di 60 anni iraniana e attivista per i diritti umani che si trovava fuori dal carcere con un permesso medico. Sta infatti scontando un periodo di detenzione di 12 anni, in seguito a una condanna del 2018 dopo l'accusa di avere "incoraggiato la corruzione", difendendo in tribunale due donne che erano apparse in pubblico senza il velo.

Non è il primo arresto

Una vita dedicata ai diritti delle donne. Era infatti già stata arrestata in passato più volte sempre con accuse legate all'uso del velo, come "danni alla sicurezza mentale del pubblico per non avere indossato l'hijab".

Il primo fermo risale al settembre 2010 con l'accusa di "diffusione di propaganda contro lo Stato”. La condanna arriva nel gennaio 2011, 11 anni di carcere, con un ulteriore divieto di 20 anni di esercitare la professione legale e una restrizione di 20 anni sui diritti sociali e sui viaggi all’estero. In appello si ridurrà in 6 anni di reclusione e 10 anni di divieto di esercizio della professione.

Armita senza pace al funerale della 16enne massacrata la nuova odiosa violenza del regime iraniano

Sotoudeh subisce lunghi periodi in isolamento in carcere e spesso le è negato il diritto di vedere il marito e i figli piccoli. Nel 2013 viene liberata grazie alla protesta nazionale e internazionale per il suo caso.

Il 13 giugno 2018 viene nuovamente arrestata. La condanna sarà di 33 anni di carcere e a 148 frustate per aver assunto la difesa di Shaparak Shajarizadeh e di altre donne che protestavano contro l’obbligo d’indossare lo hijab.

Nel 2020 farà lo sciopero della fame per sei settimane, per protestare contro le condizioni di detenzione dei prigionieri politici in Iran dopo lo scoppio dell’emergenza Covid-19. Interromperà lo sciopero in seguito a un forte deterioramento delle sue condizioni di salute.

Amnesty International e la campagna per liberarla

L'associazione ha indetto da anni una campagna per la sua liberazione definitiva. 

Una vita dedicata allo Stato di diritto

Giurista e attivista per i diritti umani, nasce a Teheran il 29 maggio 1963. Laureata in diritto internazionale, nel 1995 supera l’esame di abilitazione alla professione di avvocato ma per 8 anni viene privata della sua licenza dal Ministero delle informazioni e della sicurezza nazionale iraniano. Fino al 2003 lavora come giornalista per i giornali riformisti in Iran, solo dopo comincerà a esercitare la professione di avvocato e a battersi per i diritti negati dall'oppressiva Repubblica islamica.

Con le proteste scoppiate a seguito delle elezioni presidenziali del 2009 in Iran truccate e l'attività del movimento verde, Sotoudeh riconferma il suo impegno civile difendendo molti degli attivisti arrestati.

La difesa dei minori condannati a morte

Organizza una mobilitazione extragiudiziale per salvare gli adolescenti dal braccio della morte, molte delle quali con successo.

Sotoudeh sarà l'avvocata di molte attiviste per i diritti delle donne come Mansoureh Shojaee, Parvin Ardalan e Mahboubeh Abbasgholizadeh; i giornalisti Morteza Kazemian, Issa Saharkhiz e Omid Memarian; la studentessa attivista Zia Nabavi e l'artista Parastou Forouhar. 

Purtroppo è continuamente presa di mira e perseguitata dalle autorità. A partire dall’ottobre del 2014, Sotoudeh porta avanti per nove mesi, davanti all'Ordine degli avvocati di Teheran, una protesta contro la sospensione della sua licenza di avvocato. Alla fine, riesce a far ridurre la sospensione a 9 mesi e quindi a farla revocare.

Nel 2012 le è stato conferito il premio Sacharov per la difesa dei diritti umani. Ormai è un simbolo della lotta per la giustizia in Iran.

Foto Ansa

31/10/2023