logo tiscali tv

Ferragni, truffa aggravata. Il milione di euro donato? Le parole dell'ospedale

"Ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso". E aggiunge: "Sono profondamente turbata per le notizie diffuse oggettivamente non rispondenti al vero"

Foto Ansa e Instagram

Leggi più veloce

L’ospedale Regina Margherita ha incassato il milione di euro promesso e donato da Chiara Ferragni. Il versamento è stato fatto lo scorso 19 dicembre, il giorno dopo le scuse ufficiali arrivate da parte dell’influencer ora indagata per la questione Balocco. Nonostante ciò le indagini procedono e Ferragni è accusata di truffa aggravata. L'influencer è stata iscritta nel registro degli indagati dalla procura di Milano. Con lei, Alessandra Balocco, amministratore delegato e presidente della azienda piemontese produttrice del dolce natalizio sponsorizzato dalla influencer che avrebbe fatto credere che parte del ricavato delle vendite sarebbe andato a sostegno dell'ospedale Regina Margherita di Torino. Si tratta di un’accusa ben più grave della frode in commercio, che si era ipotizzata in un primo momento. Un’accusa che era nell’aria da giorni (leggi qui), da quando, dopo l’apertura del fascicolo conoscitivo, la guardia di Finanza e il suo nucleo di Polizia Economico Finanziaria era stato incaricato di raccogliere le carte che avevano portato l’Antitrust a comminare una maxi multa di un milione di euro all’influencer. Nel mentre continuano le defezioni eccellenti delle aziende che collaborano con Ferragni:  dopo Safilo e Coca Cola (leggi qui), anche dell'azienda Monnalisa, che produce abiti per bambini starebbe valutando di interrompere il rapporto.

Le mail che l'hanno messa nei guai

A metterla nei guai, lo scambio di mail intercorso tra la Balocco e lo staff di Ferragni. “Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso” è il commento di Ferragni, difesa da Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone. “Ho piena fiducia nell'attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile". Ma ad di là delle dichiarazioni formali chissà quanta serenità si respiri davvero in questi giorni nel lussuoso attico di CityLife dove Chiara e Fedez si sono appena trasferiti.

Ferragni accusa: "Su di me notizie non vere"

E infatti la dichiarazione si conclude con una notazione amara: "Sono, invece, profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero". Tra queste notizie, ad esempio, anche il cachet sanremese dello scorso anno (150 mila euro) donato in beneficenza all’associazione Dire e finito sotto accusa in questo mare di sospetti e di illazioni nel quale ormai qualsiasi cosa abbia fatto Ferragni sembra bollata come truffaldina.

Il cachet sanremese e le parole dure di Amadeus

L’associazione Dire, infatti, si è affrettata a confermare che il cachet è stato effettivamente versato per le attività a sostegno della violenza contro le donne. E a proposito di Sanremo, certamente non ha fatto molto piacere all'influencer leggere cosa ha dichiarato al suo riguardo Amadeus: "Quando sei a un certo livello la svista non ti è permessa. Trapattoni diceva: “Il posto più bello dove stare sulla nave è l’albero maestro, ma è anche quello dove sei più esposto ai venti: non puoi permetterti di fare nessun errore”.

Per il resto il silenzio è totale: nessun post e nessuna Storia nè da parte di Chiara né da parte di Fedez, in silenzio da Capodanno, quando dopo aver pubblicato un post di festeggiamenti casalinghi fatti in anticipo di qualche ora a beneficio dei bambini della coppia (leggi qui), era stato preso di mira insieme con la moglie in centinaia di commenti offensivi. 

Il comportamento "scorretto"

A preoccupare Ferragni e il suo staff è però l’affaire pandoro e in particolare la relazione della Gdf depositata oggi con l’analisi della documentazione fornita dall’Antitrust che ha contestato alle due società di Chiara Ferragni e a Balocco un comportamento "scorretto", ossia pubblicità ingannevole in materia di beneficienza. L’attenzione delle Fiamme Gialle si è appuntata in particolare su alcune mail che gli staff della influencer e dell'azienda si sono scambiati a partire dal settembre 2021, nelle quali "si dà conto della definizione comune dei contenuti" da pubblicare. 

Perché secondo la Procura si tratta di truffa

Due mesi dopo è, poi, stato siglato il contratto da cui emergerebbe la consapevolezza - si legge nel provvedimento del Garante - che la donazione, 50 mila euro, era avvenuta nel maggio precedente e "non era legata alla vendita del prodotto" pubblicizzato via social dalla influencer per un cachet di 1 milione. Questa corrispondenza elettronica ha così portato a contestare la truffa aggravata ai danni dei consumatori che sarebbero stati invitati ad acquistare, a prezzo maggiorato, il dolce per sostenere una struttura sanitaria che cura bimbi gravemente malati.

Sarà sentita a breve dai magistrati

A breve Chiara Ferragni, Alessandra Balocco e i manager delle rispettive società verranno convocati in Procura per fornire la loro versione. Da appurare se ci sia stato o meno un profitto illecito e un danno. Intanto la Guardia di Finanzasi ha acquisito altra documentazione a Fossano, in provincia di Cuneo, nella sede della Balocco. Oltre all'affaire del pandoro, la procura ha intenzione di indagare anche sulle uova di Pasqua delle Dolci Preziosi, sulla bambola Trudi e su altri accordi simili. Insomma, sembra proprio che i protagonisti della favola dei Ferragnez siano stati bruscamente risvegliati .

Nel frattempo il Codacons avvia una class action per 1,6 milioni

"Con la nostra azione - spiega l'associazione - miriamo a far ottenere rimborsi per complessivi 1,65 milioni di euro agli acquirenti del pandoro griffato Ferragni, somma calcolata sugli oltre 290mila pandori venduti nel 2022 (su un totale di 362.577 pezzi commercializzati) e pari alla differenza tra il prezzo del pandoro 'normale' Balocco (3,68 euro) e quello griffato Ferragni (9,37 euro), incremento di valore che, complici i post dell'influencer, avrebbe fatto ritenere che la maggiorazione di prezzo di 5,69 euro fosse il valore della donazione in solidarietà dei singoli acquirenti". Anche in "assenza di scontrino, tutti i consumatori che hanno acquistato il pandoro 'Pink Christmas' - prosegue il Codacons - possono aderire alla nostra azione e chiedere a Chiara Ferragni e alla Balocco il rimborso delle maggiori somme pagate, delegando il Codacons a rappresentarli come parte offesa nell'inchiesta della Procura di Milano".

08/01/2024