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Figli di coppie omogenitoriali, le famiglie arcobaleno pronte a dar battaglia. Le reazioni e il parere del giurista

“Stiamo subendo un attacco politico. La Procura ha sempre avuto in mano gli atti di nascita”. Parla il presidente dell'associazione avvocati matrimonialisti italiani. Rocella: “Sì alla stepchild adoption”. Le parole di Boldrini e Schlein. Il caso arriva in Europa

di Redazione

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La Procura di Padova decide di impugnare gli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali e le mamme arcobaleno scendono in battaglia. Non potrebbe essere diversamente, rispetto a una scelta che considerano assolutamente ingiusta. Quella, in sostanza, dei magistrati che hanno “chiesto al Tribunale civile di cancellare dagli stati di famiglia il nome della seconda mamma, quella non biologica della coppia, e di conseguenza rettificare, annullandolo, il doppio cognome dei figli della coppia”.

La referente delle Famiglie arcobaleno del Veneto, Iryna Shaparava, insorge: “Stiamo subendo un attacco politico. La Procura ha sempre avuto in mano gli atti di nascita: come mai tutto quanto accade ora, guarda caso con l'arrivo della nuova procuratrice?". La decisione, aggiunge, "va contro le famiglie monoaffettive, con un ragionamento basato sulla omofobia che va contro qualsiasi postulato della dichiarazione Onu dei diritti dei bambini". Del resto Non si può fermare l'amore, direbbe qualcuna.

Non è ancora chiaro quali azioni potranno essere attivate sotto il punto di vista giuridico. In linea di massima non sarà possibile immaginare una class action che riunisca legalmente tutte le coppie coinvolte. "Poiché si tratta di diritto di famiglia, l'annullamento di un atto amministrativo come la registrazione dell'atto di nascita – spiega Shaparava - non può essere fatta una azione legale collettiva".

Nel frattempo, mamme gay ed associazioni ragionano sulla strategia difensiva, in vista della presentazione (entro il 7 luglio) delle memorie difensive da depositare in Tribunale per opporsi alla decisione della Procura. Pertanto "ogni famiglia dovrà costituirsi singolarmente a giudizio, assistita da un proprio avvocato”.

Il punto di vista giuridico

Secondo il presidente dell'associazione degli avvocati matrimonialisti italiani (Ami), Gian Ettore Gassani “nel nostro Paese manca una legge che regoli il tema dell'omogenitorialità. Il legislatore decida una volta per tutte in maniera inequivocabile cosa fare, anche perché non si può stabilire a Padova qualcosa che in altre città italiane funzionerebbe poi diversamente. Bisogna sbrigarsi colmando una serie di lacune, perché non si può andare avanti a colpi di sentenze". Poi il giurista continua: "Non avendo una legge che preveda una genitorialità di questo tipo, la richiesta evidentemente è fondata sulla pronuncia della Cassazione, secondo cui i bimbi nati in Italia ma concepiti all'estero con la procreazione medicalmente assistita da parte di una coppia formata da due donne, una delle quali porta avanti la gravidanza, possono avere una sola mamma che li riconosce: la donna che partorisce. Ciò che mi lascia perplesso - sottolinea Gassani - è il piano della tenuta psicologica: questi bambini ormai hanno un' identità sociale e sentimentale. Lo stato di famiglia non comporta solo questioni di carattere morale, ma anche giuridiche ed economiche, eredità compresa, creando una fitta trama parentale anche con la madre surrogata".

Le reazioni

La reazione delle coppie arcobaleno davanti a quella che considerano una decisione iniqua è palpabile. In tantissime chiedono quanto prima la mobilitazione di piazza per difendere i diritti civili di questi minori. La mamma biologica della prima bimba con doppio cognome iscritta all'anagrafe di Padova, che ha ricevuto la prima notifica del Tribunale, non ha intenzione di arrendersi e si appresta a lottare insieme alle altre persone coinvolte. "E' una vita - dice all'Ansa - che lottiamo come coppie omosessuali per i nostri diritti. Ora faremo lo stesso per difendere i diritti dei nostri figli".

Intanto si sta organizzando un flash mob con le famiglie omogenitorali (per un totale di 33 bambini) colpite dall'impugnazione dei magistrati già per venerdì a Padova, di fronte al Palazzo di Giustizia.

La ministra Roccella: “Sì alla stepchild adoption”

"Non entro nel merito delle decisioni dei magistrati. Mi pare chiara però la cornice in cui questa vicenda si inserisce: in Italia si diventa genitori solo in due modi, o per rapporto biologico o per adozione. Lo ha ribadito anche la Cassazione. La genitorialità per contratto in Italia non esiste", sostiene la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, al Corriere della Sera. "II ministro Piantedosi ha richiamato al rispetto di tutti la sentenza della Cassazione - aggiunge - Il governo non ha cambiato di una virgola le norme o le regole. Sono stati i sindaci, per scelta politica, a compiere atti in contrasto con quella sentenza, sapendo che avrebbero potuto essere impugnati". Ora le le coppie omogenitoriali possono "seguire la procedura adottiva. Stiamo parlando della stepchild adoption, che qualche anno fa veniva richiesta a gran voce. Perché adesso non va bene più? Non è una procedura discriminatoria". Nel caso di una famiglia già costituita una mamma perde la genitorialità e ne rimane senza fino all'adozione: "È sicuramente un disagio e un dispiacere per l'adulto - sostiene l'esponente del governo - ma non credo che i bambini si accorgeranno del cambiamento che probabilmente durerà pochi mesi. E nel frattempo nessuno escluderà la persona che hanno conosciuto come genitore dall'accompagnamento a scuola e dalle normali attività del bambino".

Braga (Pd): “Serve chiarezza”

“Da parlamentare di questa Repubblica sono profondamente turbata dal fatto che bambini di sei anni, perché si sta agendo su una trascrizione di 7 anni fa, e che hanno vissuto in questi anni in una famiglia come tutte le altre, si vedano disconosciuto non solo il cognome ma il ruolo di uno dei genitori", afferma invece Chiara Braga, Presidente dei deputati del Partito Democratico, ad Agorà su Raitre. "Chiediamo che si dia una risposta chiara, come hanno chiesto i sindaci di tutti i colori politici e risolvere il tema della trascrizione dei bambini figli di coppie omogenitoriali. E poi avanziamo una proposta su cui sfideremo anche tutte le altre forze politiche - ha aggiunto - sul matrimonio ugualitario e sulle adozioni. Penso sia ora di fare un passo deciso in avanti".

La posizione di Decaro

Il sindaco di Bari, e presidente dell'Anci, Antonio Decaro durante la trasmissione Start di Sky Tg24 dice che "i sindaci, rispetto a chi fa politica nazionale, hanno una responsabilità in più: devono assicurare i diritti a tutti. Da sindaco devo garantire a quei bambini gli stessi diritti degli altri bambini”.

Boldrini: “Ci opporremo ai crociati del terzo millennio”

"La Nazione di Melonia si accanisce contro i bambini delle coppie omogenitoriali”, afferma la deputata Pd Laura Boldrini su Twitter che parla di “impresa insensata e strumentale, visto che una pratica non può essere universalmente perseguita se ci sono Paesi nei quali è regolata da leggi e dunque lecita (nel caso della GPA, Stati Uniti, Regno Unito, Portogallo, Canada, Belgio e altri ancora). Con la conseguenza che figli e figlie verrebbero esposti a un marchio di infamia. Perché a Melonia si segue l'esempio di Polonia e Ungheria, che irrompono nella vita delle persone e la fanno a pezzi. A questi Crociati del terzo millennio ci opporremo sempre, in Parlamento e nelle piazze".

Il sostegno di Schlein

Al fianco delle mamme gay si schiera la segretaria del Pd, Elly Schlein: "Sono vicina al sindaco di Padova e alle famiglie colpite da questa decisione - ha detto - Non si capisce cosa questa destra abbia contro i bambini e perché voglia privarli delle loro famiglie".

La risposta di Donazzan (Fdi)

Non si fanno attendere, tuttavia, le reazioni opposte. "Da che mondo è mondo - afferma Elena Donazzan, assessore veneto all'Istruzione (Fdi) - la madre è una e da qualche parte sulla terra c'è un padre, il volersi sostituire alla natura e a Dio è un delirio di onnipotenza".

Il caso arriva in Europa

Il caso-Padova intanto è arrivato anche in Europa. "La decisione italiana è mostruosa - ha affermato l'eurodeputato Pierre Karleskind, del Gruppo Renew Europe - perché equivale alla sottrazione amministrativa di un bambino a uno dei suoi genitori per motivi di omosessualità. Non possiamo permettere che siano vittime di questa spregevole crociata di estrema destra".

21/06/2023