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La terribile storia di Giulia Tramontano, uccisa incinta dal fidanzato. L'omaggio di Milano in sua memoria

Aveva 29 anni e mentre era incinta per mesi è stata avvelenata con il veleno per topi dal fidanzato che poi l'ha uccisa con 37 coltellate. La consegna il 7 dicembre

Foto Ansa e Instagram di Giulia Tramontana

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I femminicidi nel nostro Paese sono così frequenti che accade, purtroppo e colpevolmente, di scordarsi, anche a distanza di pochi mesi, i volti delle donne che non ci sono più. Strappate alla vita da uomini "normali" (come è la banalità del male) possessivi che non accettano l'autodeterminarsi della propria compagna o ex. "O con me, o morta". 

Ma la storia di Giulia Tramontano, 29 anni, è difficile da scordare. Impossibile far cadere nell'oblio una vicenda, se si può, più crudele delle altre. E non solo perché questa ragazza era incinta del figlio del reo confesso, Alessandro Impagnatiello. Ma perché per giorni lui simulò la scomparsa della compagna fingendo un allontanamento di lei, mentre il cadavere di Giulia era nascosto a poche centinaia di metri da casa. 37 coltellate, almeno 9 quando la vittima era ancora viva, mentre le altre 28 coltellate inferte quando Giulia era già morta. Ma c'è anche la premeditazione a essergli contestata: secondo la giudice Minerva avrebbe "svolto già a partire dal dicembre 2022 ricerche via internet circa gli effetti del veleno per topi sull'uomo. Sostanza che faceva ingerire per alcuni mesi all'inconsapevole vittima intensificandone la somministrazione a partire dal marzo 2023, in un quantitativo tale da raggiungere anche il feto oltrepassando la placenta". Gli esami tossicologici hanno infatti trovato, nel sangue della donna e nei capelli del feto, tracce di topicida. 

Per questo- e anche perché intorno alla violenza sulle donne c'è l'indifferenza-, la città di Milano conferirà l'Ambrogino d'oro alla memoria, la massima onorificenza concessa dal Comune.

La consegna

Sarà consegnato il 7 dicembre, giorno del patrono di Sant'Ambrogio da Ilaria Lamera, la studentessa che ha dato il via alla protesta delle tende contro il caro affitti per gli universitari fuori sede, dormendo all'addiaccio davanti al Politecnico di Milano. 

A gennaio Impagnatiello davanti ai giudici

Il 18 gennaio Impagnatiello si presenterà davanti ai giudici delle Corte d'Assise e andrà a processo con rito immediato. Il giudice per le indagini preliminari ha riconosciuto le quattro aggravanti che consentono questo rito: premeditazione, crudeltà, vincolo della convivenza e futili motivi. Il barman rischia una condanna all'ergastolo. Le accuse sono: omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. 

La raccomandazione che fa discutere

Nadia Somma, consigliera nazionale D.i.Re - Donne in rete contro la violenza: "Non si va mai all'ultimo incontro. Ma come si fa a capire che quello sarà l'ultimo incontro? E poi se una donna non va all'incontro, l'uomo può presentarsi sotto casa. Le donne vanno all'ultimo incontro perché vogliono controllare e percepire quali intenzioni ha l'uomo, è un modo per cercare di rabbonirlo. Non si può dare un giudizio rispetto a una situazione complessa, emotiva e di paura che sta vivendo una donna perché è soltanto il dare di nuovo la colpa a lei che si deve proteggere da sola".

 

15/11/2023