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Gruppo “Mia moglie” e le foto intime pubblicate di nascosto: “Sono un voyeur e guardo i bei fondoschiena”. L'informativa alla Procura

Immagini scattate di nascosto, trasformando quelle che dovrebbero essere le persone amate in carne da macello, mettendole in balia di commenti scurrili e sessisti. 31mila iscritti, 3mila segnalazioni alla Polizia Postale. Le testimonianze e i commenti volgari

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Gruppo Facebook "Mia moglie" (Ansa)

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Pare siano 33.358 le storie della pagina Facebook “Mia moglie che sta destando scandalo e discussioni in questi giorni. La pagina è stata chiusa perché molte immagini private sarebbero state pubblicate a insaputa di donne coinvolte loro malgrado nel gruppo aperto.

Da notare che alcuni frequentatori, preso atto della cosa, avrebbero annunciato di voler migrare su altri social. 

Il caso sembra riguardare insomma anche immagini, prese di nascosto, di mogli e compagne, immortalate mentre prendono il sole, dormono, cenano o fanno altro. Foto scattate a loro insaputa e pubblicate, trasformando quelle che dovrebbero essere le persone amate in carne da macello. Mettendole in balia di commenti scurrili e sessisti. Ne parla il Corriere della Sera che ne riporta qualcuno. “Bel fisico da puledra la signora, si può vedere altro?”, è uno dei più morigerati.

31mila iscritti

Come si diceva la pagina, in cui risultavano più di 31mila iscritti, quasi tutti uomini, è stata chiusa dalla Polizia Postale il 20 agosto. Molti di questi individui “condividevano e commentavano immagini intime delle loro partner, senza che queste avessero mai dato il consenso alla divulgazione”, si legge. Ed ora?

La polizia Postale ha chiuso la pagina ma i nomi di chi ha diffuso foto e video e di chi ha commentato sarebbero all'interno di una circostanziata informativa destinata alla Procura della Repubblica. 

L'intervista al voyeur

Il giornale pubblica anche una illuminante intervista a uno dei frequentatori della pagina in questione. L’interessato, un architetto in pensione racconta: “Passo spesso il mio tempo su Internet e un giorno sono incappato in questo gruppo Mia moglie. C’era una foto carina”. Lei è iscritto?, gli chiede il giornalista. “Io non sono iscritto – risponde – Non ho pubblicato foto. Sono un voyeur e guardo le immagini, anche dei bei fondoschiena … Che male c’è?

Inevitabile l’osservazione: “Se le foto sono rubate e pubblicate all’insaputa delle donna il problema c’è”.

“Questo l’ho saputo in questi giorni”, risponde l’uomo.

Quando gli viene chiesto se si è cancellato risponde “e perché dovevo? …". E poi continua: "Le svelo una cosa. Lì dentro c’erano molte foto brutte fatte da mariti, non erano certo scatti d’autore. E anche le donne non è che fossero…”. Così gli viene ricordato che aveva detto di “aver guardato poco o niente” e invece “ora si scopre che conosce tutto l’album”.

"Vuol dire che la considera un oggetto"

Un album dove si esponevano di frequente immagini private di vittime inconsapevoli. Potenziali prede di personaggi d'ogni sorta.

Sarebbe interessante apprendere cosa ne pensa l’intervistato? Nessun problema, il giornalista del Corriere glielo chiede puntualmente. “Cosa pensa lei di chi pubblica foto all’insaputa della donna interessata?”.

“Che un marito così – risponde l’architetto – non vuole bene a sua moglie. La mette su Internet per far vedere che ha una bella moglie ma se lei non ci sta allora vuol dire che lui la considera un oggetto”. Difficile dargli torto. 

La sofferenza di una delle vittime

Ed è in ogni caso doloroso apprendere quanta sofferenza certi comportamenti possono causare. Ha detto una delle vittime: “Oggi ho scoperto di essere nel gruppo Mia moglie non sapendone assolutamente nulla. Lui si è giustificato dicendo che fosse soltanto un gioco… Abbiamo due figli e 10 anni di matrimonio alle spalle. Foto nostre, private, di momenti di vita quotidiana. Mi sono spezzata in due”.

Le didascalie: Body count 1

Certo non è difficile comprenderlo. Anche perché certe didascalie che accompagnano le immagini risultano a dir poco nauseanti. “Anni 30, 1,81 di altezza, peso 59, seno (naturale) 4, body count 1”. Che significa? Si capisce di più dopo aver appreso che il fiero consorte in questione si riferisce alle caratteristiche fisiche della moglie e, da ultimo, fa sapere che da un punto di vista sessuale la donna ha avuto solo lui. Dunque “body count 1 ha un valore aggiunto che non la rende scambiabile, per tutti quelli che me lo chiedono su Messanger”, precisa l’uomo. Insomma, come quando si parla di un'auto da mettere in vetrina: “è usata poco, vale di più”. Non si può che condividere l’amara constatazione. 

L’esempio in questione è abbastanza chiarificatore, ma c’è di peggio, molto più sul volgare, diciamo. “Complimenti faccela degustare pure a noi mica si consuma. Una lavata e una asciugata, è come nuova appena finito il rodaggio”, commenta un signore (si fa per dire) sotto una delle foto pubblicate.

Tremila segnalazioni in due giorni alla Polizia Postale

Pare che in due giorni siano arrivate alla Polizia Postale 3mila segnalazioni. Tanto che la prima dirigente della Polizia Postale di Roma, Barbara Strappato, racconta che “a un certo punto non abbiamo risposto neanche più perché altrimenti non avremo avuto il tempo di far verifiche e preparare il materiale per i magistrati”. L’informativa sarà depositata alla Procura di Roma.

Adesso saranno i magistrati a decidere come muoversi. “Ci sarà da risalire alle identità di chi ha postato in questi anni di esistenza del gruppo (pare dal 2019). Da capire se le donne fossero consenzienti o no. E nel caso non lo fossero potrebbero scattare accuse di reati come il revenge porn” e altro.

L'articolo 612 ter del c.p.

Da considerare l’articolo 612-ter del Codice Penale. In sostanza chi pubblica, diffonde o comunica a terzi immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone coinvolte può essere punito con la Reclusione da 1 a 6 anni, la Multa da 5.000 a 15.000 euro. Previsti aumenti di pena se chi commette il reato ha un legame sentimentale o familiare con la vittima.