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"Voglio uccidere il re": l’incoronazione di Carlo III fra allarme sicurezza, proteste anti-monarchiche e “cattivi presagi”

Sarà una cerimonia blindata quella in cui Carlo e Camilla saranno incoronati ma il clima festoso potrebbe essere guastato da infauste previsioni meteo e i rischi per la sicurezza

Foto Ansa

di Redazione

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Non bastano le annunciate proteste anti-monarchiche già in programma proprio per il giorno dell’incoronazione di Re Carlo e le previsioni meteo che, non inaspettatamente, non sono buone. A guastare la festa si aggiunge il blitz di un presunto squilibrato arrestato davanti ai cancelli di Buckingham Palace mentre gridava "Voglio uccidere il re". Tutti cattivi presagi che secondo alcuni si allungano, nonostante i preparativi a buon punto o il clima complessivo di attesa festosa e imbandierata, sulla cerimonia in programma sabato 6 nell'abbazia di Westminster, simbolo dei riti della monarchia britannica nel cuore di Londra. A minacciare di guastare i festeggiamenti - chiamati a suggellare il compimento del destino dell'ex eterno erede, asceso al trono l'8 settembre 2022 a 74 anni d'età dopo i 70 del lungo regno di Elisabetta II - è proprio l'escalation dell'allerta sicurezza; ben più inquietante, in queste ore, delle nubi proiettate in parallelo sull'intero triduo di giornate celebrative (fino a lunedì 8 compreso) da previsioni meteo tipicamente inglesi improntate a cielo nuvoloso e possibili piogge. 

L’irruzione prontamente neutralizzata

Ad alimentare le preoccupazioni è arrivata per proprio l’irruzione - pur ridimensionato nella ricostruzione ufficiale a raptus velleitario - di un uomo che è stato arrestato dopo aver gettato un pacchetto oltre i cancelli di Buckingham Palace nel parco della residenza reale. Pare si trattasse di un caricatore con cartucce da fucile che è stato fatto a scopo precauzionale. L'uomo non era comunque armato, come hanno riferito gli investigatori escludendo ogni ipotesi di matrice terroristica, ma secondo il tabloid Sun avrebbe gridato frasi come: "Voglio uccidere il re"

Garantita la sicurezza degli ospiti presidenziali

Tom Tugendhat, viceministro dell'Interno e responsabile della Sicurezza Nazionale nel governo Tory di Rishi Sunak, si è da parte sua affrettato a elogiare gli agenti per essere interventi "brillantemente" e con rapidità. Dicendosi fiducioso che l'intelligence e l'apparato di sorveglianza messo in piedi per sabato siano in grado di "affrontare le sfide di cui siamo consapevoli": per proteggere sia i reali e il corteo che accompagnerà sabato la storica carrozza d'oro con a bordo Carlo e Camilla lungo il tragitto palazzo-abbazia fra ali di sudditi e curiosi; sia le altre persone presenti, a cominciare dai 2000 ospiti d'onore invitati tra dignitari britannici e leader, teste coronate o rappresentanti stranieri, nel novero dei quali per l'Italia vi sarà il presidente Sergio Mattarella e per gli Usa la first lady Jill Biden.

Scatta l’operazione Golden Orb

Nella sola giornata clou delle celebrazioni saranno mobilitati secondo i media fino a 29.000 poliziotti in tutta Londra per garantire la sicurezza con una delle operazioni "più imponenti" nella storia del Regno Unito, denominata Golden Orb. Gli agenti saranno dislocati a protezione del corteo reale, gestiranno la folla e le chiusure stradali, scorteranno i dignitari ed effettueranno ricerche per eventuali esplosivi con squadre specializzate. Previsto anche lo schieramento di cecchini sui tetti, di poliziotti sotto copertura, e la creazione di una no-fly zone sopra il centro della capitale. Secondo alcuni media del Regno la Met Police utilizzerà la controversa tecnologia per il riconoscimento facciale al fine di identificare eventuali individui pericolosi. "La nostra tolleranza per qualsiasi interruzione, sia per protesta che per altro, sarà bassa. Tratteremo con fermezza chiunque intenda minare questa celebrazione", ha detto un portavoce di Scotland Yard. 

La prova della sfilata reale

Schieramento imponente che si aggiunge alle barriere innalzate da una settimana attorno alla cittadella di casa Windsor, dove nella notte la carrozza dell'incoronazione è sfilata sul percorso con reparti militari in parata in un'ultima prova generale. 
Gli sforzi della corte e del nuovo sovrano per dare un tono il più possibile inclusivo, moderno, democratico, multietnico e multiconfessionale a un cerimoniale il cui ultimo precedente risale a ben 7 decenni orsono non riescono d'altronde a cancellare tutte le ombre che aleggiano nel Regno di oggi sul gran giorno di re Carlo. Macchiato non solo da scandali o diatribe familiari, ma soprattutto dal proliferare di sondaggi che attribuiscono al momento una popolarità ai minimi storici recenti per l'istituzione monarchica: contestata in modo diretto da sacche minoritarie di attivisti repubblicani, ma guardata con indifferenza o crescente disaffezione - anche per le polemiche sui suoi costi, in tempi di crisi economica pesante per tanta gente comune - da ampi settori della società. E da una netta maggioranza di sudditi delle generazioni più giovani. 

Le proteste anti-monarchiche

Realtà testimoniata dall'effetto in parte boomerang del tentativo evocato dall'arcivescovo anglicano di Canterbury, Justin Welby, di coinvolgere nel giuramento di lealtà al monarca - un tempo esclusiva degli aristocratici - tutti i cittadini ordinari britannici e del Commonwealth "che vorranno farlo" assistendo all'incoronazione in diretta tv. O ancora dalle nuove proteste organizzate proprio sabato, con 1.700 presenze finora annunciate, dalla frangia anti-monarchica militante del movimento Republic di Graham Smith, sotto le insegne dello slogan 'Not my King'. Proteste confinate a qualche distanza, ha ribadito il viceministro Tugendhat, assicurando il rispetto del diritto al dissenso, non quello "d'intralciare" le cerimonie: pena l'applicazione delle nuove sanzioni draconiane di legge (arresto incluso) fissate dal Public Order Bill. Secondo un monito bollato dall'irriducibile Smith alla stregua di "un'intimidazione" in più da sfidare.

All'incoronazione si può protestare ma non interromperla

Ad ogni modo i gruppi anti-monarchici possono protestare durante l'incoronazione, ha affermato il viceministro Tom Tugendhat, numero 2 dell'Home Office e responsabile della Sicurezza Nazionale nell'esecutivo Tory di Rishi Sunak. Ma non sarà loro permesso di "interrompere" il normale svolgimento delle cerimonie e la partecipazione all'evento da parte dei tanti sudditi di sua maestà attesi nelle vie della capitale. Le dichiarazioni di Tugendhat arrivano dopo una controversa lettera inviata nei giorni scorsi dal ministero dell'Interno alle principali organizzazioni anti-monarchiche, in particolare il gruppo Republic. Li si avvertiva dell'entrata in vigore, a partire da oggi, del Public Order Bill, una stretta legislativa sulle proteste di strada in grado di provocare intralci al traffico e ai servizi pubblici come quelle organizzate nei mesi scorsi da alcuni gruppi ambientalisti. Nel documento si faceva riferimento alle sanzioni previste per "reati specifici", tra cui bloccare infrastrutture e intralciare cortei. Per Graham Smith, leader del movimento Republic, il documento inviato dal governo è "intimidatorio".

 

04/05/2023