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Il disperato messaggio vocale dal carcere della Premio Nobel: "Cosa vi chiedo per noi donne"

Ricordate quella sedia vuota alla cerimonia dei Nobel? Era di Narges Mohammadi che è tornata a far sentire la sua voce da dietro le sbarre. Cosa ci chiede

Foto Ansa

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"Donne e uomini iraniani, vi invito, che siate artisti, intellettuali, lavoratori, insegnanti o studenti, all'interno o all'esterno del Paese, a sollevarvi contro questa guerra alle donne". Ricordate la premio Nobel per la pace iraniana Narges Mohammadi, che nel 2023 non ha potuto ritirare l'importante onorificenza perché detenuta a Teheran da tre anni? Indimenticabile quella sedia vuota e i figli che al suo posto, fieri e orgogliosi, fanno le sue veci (leggete qui). L'ultimo appello disperato esorta il suo popolo a sollevarsi contro "la guerra totale contro le donne" nel suo Paese, dopo che le autorità hanno intensificato i controlli sul velo in strada dal 13 aprile scorso.

Lo stesso giorno dell'attacco contro Israele

E' il 13 aprile, lo stesso giorno in cui l'Iran scaglia il suo primo attacco contro Israele, quando  avvia una nuova ondata di repressione interna. L'ordine rivolto alla polizia morale è di perlustrare le strade di tutte le città e di arrestare donne accusate di violare le rigide norme islamiche sull'uso del velo. La nuova campagna repressiva contro il genere femminile è stata annunciata in Tv dal capo della polizia di Teheran, Abbasali Mohammadian: "A partire da oggi, la polizia di Teheran e di altre città adotterà misure contro coloro che violano la legge sull'hijab", ha detto. E i poliziotti hanno realmente invaso le strade delle città. Lo scopriamo dalle immagini e dai video pubblicati da molti utenti sui social. Gli arresti sono come sempre violenti. Tantissime donne sono state trascinate nei furgoni della polizia. (Leggete qui).

Il caso della ragazzina stuprata a morte

Ricordiamo infatti i metodi della polizia. Mashoomeh ha 14 anni, andava a scuola a Teheran. In segno di protesta durante le manifestazioni, si toglie l'hijab, il velo islamico diventato obbligatorio. Ma l'occhio vigile del governo è ovunque, anche nelle scuole. Una telecamera riprese la scena e Mashoomeh venne fatta sparire. Dopo tre giorni morì in ospedale per le lacerazioni vaginali profondissime che le sono state causate durante la detenzione.  Gli uomini di Dio vedono il peccato in un capo scoperto e possono stuprare a morte una bambina nel nome della loro fede.

Il ritorno dei furgoni e la corruzione

Dopo che per mesi, in una dimostrazione di disobbedienza civile puntualmente repressa, molte donne giravano velo in pubblico dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, morta in custodia della polizia dopo essere arrestata perché non indossava correttamente l'hijab, i furgoni della polizia morale sono ritornati a sostanzialmente rapire le donne. Il piano Nour serve a reprimere le donne che non indossano correttamente lo hijab, ma moltissime sono le estorsioni e gli abusi sessuali nei confronti delle iraniane da parte della polizia. In un resoconto, una donna ha rivelato che la polizia ha costretto lei e molti altri a pagare 100 milioni di rial (153 dollari) sotto la minaccia di arresto o sequestro delle loro auto. In un altro racconto, dopo aver arrestato una donna, l'ufficiale di polizia ha tirato fuori una carta dalla tasca e ha chiesto alla donna di "depositare 120 milioni di rial (184 dollari)" sul conto indicato sulla carta come condizione per il suo rilascio. Altre tre donne hanno riferito a Iran International che, dopo essere state arrestate, hanno scoperto al momento del rilascio che mancavano i loro gioielli. 
   

24/04/2024