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Massimo Recalcati, lo psicoanalista "figo" che piace alle donne. I suoi incontri? Un'esperienza mistica

Agli appuntamenti culturali che lo vedono protagonista, distinte professioniste si trasformano in groupies: serissime signore over 65 si lasciano andare come adolescenti, ma soprattutto tutte (e tutti, anche la minoranza maschile merita di essere citata) respirano carisma

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Non sono incontri pubblici, semplici conferenze o lectio magistralis quelle di Massimo Recalcati. Ma sono veri e propri riti, con un popolo di fedelissimi e soprattutto fedelissime che vanno in pellegrinaggio da lui, che riesce a raccontare, benissimo, ciò che vogliono sentirsi raccontare, su qualsiasi tema dello scibile umano, dall’amore al mare, dalla scuola all’educazione a lutto e nostalgia, protagonista del suo ultimo saggio “La luce delle stelle morte”.

I suoi incontri, un'esperienza mistica

Diciamolo subito, soprattutto per le donne: Recalcati è oggettivamente figo, affascinante anche con il suo modo di scandire le parole. E, soprattutto, non si risparmia: in un mondo in cui alcuni signori nessuno trasformano le proprie serate in sedicenti spettacoli teatrali, rigorosamente per autocertificazione, con tanto di biglietto a pagamento per sentire marchette sui loro libri, Recalcati è sempre e rigorosamente a ingresso libero. E non è un piccolo particolare. Insomma, assistere a un incontro con Massimo Recalcati è un’esperienza mistica, sempre e comunque. 

Festival dell’eccellenza femminile

Ma assistere a un incontro con Massimo Recalcati con un pubblico quasi esclusivamente femminile è come andare a un concerto di una rockstar nelle prime file davanti al palco. Distinte professioniste si trasformano in groupies, serissime signore over 65 si lasciano andare come adolescenti, ma soprattutto tutte (e tutti, anche la minoranza maschile merita di essere citata) respirano carisma. Se poi tutto questo avviene all’interno del Festival dell’eccellenza femminile diretto da Consuelo Barilari, manifestazione ormai storica a Genova e tesa a ricordare Ipazia e tutte le donne che come lei lottano per i propri diritti.

A partire quest’anno da Nasrin Sotoudeh, avvocata iraniana, che si è battuta per la difesa dei diritti umani di uomini e donne, accusati di reati politici e che per il suo lavoro è in carcere, condannata ad una pena di più di 30 anni di reclusione e a 148 colpi di frusta e che per questo è stata premiata dal Festival e dal presidente della Regione Giovanni Toti, che ha consegnato il riconoscimento alla sua amica Masoureh Shojaee, scrittrice ed attivista iraniana, già difesa da Nasrin.

Amore e sesso al femminile

Questo è il quadro in cui Recalcati parla di amore e sesso al femminile, partendo come sempre dalla storia di un suo paziente, un cinquantenne che nuota ogni giorno in piscina ma che ha una fobia per il mare aperto. E, visto che come si sarà già capito a questo punto, chi scrive fa parte dei fans dell’autore, mi scuso anticipatamente se qualche virgolettato mentre mi abbeveravo al verbo è troppo semplificato. 

Riletture e metafore

Da qui parte la lettura dove ovviamente la piscina è la metafora della vita ordinata e regolare, mentre il mare è “paura e attrazione verso una giovane donna. E qui scatta il ruolo della psicanalisi, che è quello di trasformare l’angoscia in meraviglia”.
Mare o piscina?
“Il mare è il luogo aperto, quello della profondità, del segreto, mentre le vasche della piscina non minacciano la libertà di quell’uomo”.
Qui si incontrano i due punti di vista opposti e speculari: “L’angoscia femminile in questo caso è quella di essere portata in piscina, in una gabbia, mentre l’angoscia maschile è quella di uscire verso il mare, perdere il controllo e la vigilanza”.
Anche la citazione di Pier Paolo Pasolini, in Recalcati non è casuale come spesso capita, ma miratissima e parte da una scena di “Comizi d’amore”, il documentario in cui PPP parla di sesso e di come gli italiani lo percepivano. Fra gli intervistati, su una splendida spiaggia romagnola, c’è Giuseppe Ungaretti a cui il regista chiede: “Maestro, com’è la sua sessualità?”. Ungaretti risponde: “Non esiste natura nella sessualità, niente di animale. Quindi non c’è una sessualità “normale””.
Pasolini e Ungaretti qui si innervano con Recalcati che ci spiega: “I poeti storcono il linguaggio e le sue leggi e le trasfigurano”, ma questo c’entra molto anche con la carta di identità: “Dobbiamo inventare la nostra poesia erotica oltre gli ottant’anni”.

Il racconto recalcatiano

E qui parte un racconto recalcatiano sull’”istinto animale, gli odori, i colori, le stagioni”, una sorta di SuperQuark con particolari sulla riproduzione di pesci, pavoni, cani, il piccione che lo fa una volta per sempre e anche autoironia quando Recalcati ci strizza l’occhio e ride: “Sul piccione Crozza ci farebbe gran parte della puntata”.
Insomma, “la sessualità umana è tesa al godimento e non automaticamente alla riproduzione, come quella animale. E proprio per questa caratteristica inciampiamo molto più degli animali. L’inciampo tipico degli uomini è l’eiaculazione precoce, quella delle donne l’anorgasmia. E chiaramente sono speculari”.

Lacan nel racconto di Recalcati

Ovviamente, non può mancare Lacan nel racconto di Recalcati: “L’orgasmo maschile è meccanico e idraulico, con successiva detumescenza, quello femminile segreto e invisibile ed è quella che Lacan chiama “l’ora della verità””, con il racconto della “dimensione teoricamente infinita del godimento femminile”.
E qui c’entra moltissimo con il Festival dell’eccellenza femminile e anche con la lotta a favore di tutte le donne umiliate nel mondo “Il rifiuto della femminilità, il considerare le donne minorate, l’ideologia patriarcale e la violenza maschilista” si sommano ai “dispositivi politici repressivi per schiacciare il femminile e chiudere il mare in piscina”.
Il passo successivo è l’idea biblica che “per realizzarsi la donna debba diventare madre, emendata della femminilità, che alcuni identificano nel dualismo fra Eva e Maria, non donna, ma madre”. Con il problema dei problemi, la conservazione del desiderio: “Senza la spinta erotica, la coppia traballa e più il legame è familiare, meno vive il desiderio”. Con tanto di ironia, giustificatissima, su un sessuologo di Waterloo – “e già il fatto che fosse di Waterloo” – che spiegava come la ricerca di se stessi e la psicanalisi non servissero a nulla per individuare le cause dell’eiaculazione precoce, ma il problema era risolvibile con esercizi di respirazione profondi per distendere i muscoli.
Per Recalcati, invece, ovviamente verrebbe da dire, essendo uno psicanalista, la strada è quella diametralmente opposta: “La sessualità adulta non supera il periodo pre genitale e porta con sé la memoria della sessualità infantile, come può essere la voce del padre per una bimba”. In sala, guardandosi intorno, ho visto le più belle delle bimbe con negli occhi i più belli dei papà ed è stata emozione unica.

Le prime esperienze

“E quindi – spiega - le prime esperienze che ci portiamo dietro sono organizzate in un fantasma”.
E, esattamente, come il signore della piscina, per raccontare questo c’è il caso di un paziente, “un avvocato con una bella famiglia e innamorato della sua bellissima moglie che si era lasciato travolgere da una segretaria brutta e senza fascino, travolto dalla sua totale assenza di pudore e dal fatto che gli fosse saltata addosso. Capimmo che tutto questo era dovuto al fatto che era stato iniziato alla sessualità da una vicina di casa insignificante”.
O, ancora, la storia dell’infermiera “che si frena nel godimento” o quella della giovane e bella donna “libera e disinibita che soddisfa il piacere solo di chi non ama”.
E tutto questo è un ritorno sempre al punto di partenza, alla capacità di andare oltre la piscina e di lasciarsi “trascinare in fondo al mare”.
A Recalcati ancora riesce, come ha raccontato questa sera e anche in interviste precedenti, come a “Sette”: “Io ho la fortuna di amare profondamente mia moglie Valentina. Il nostro incontro mi ha consentito di fare esperienza reale della durata. Dopo vent’anni è ancora amore. Brucia e dura, insieme. E’ un miracolo. Ma chi crede nell’inconscio non può non credere anche ai miracoli”.
Perché “l’amore, come il desiderio, è ciò che rende la vita viva”.   

27/01/2023