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Mi guardo allo specchio e vedo Milleunadonna. Da oggi comincia una nuova strada

Non siamo militanti né influencer. Facciamo informazione. Vogliamo guardare, ascoltare, capire e raccontare senza nessuna verità preconfezionata in tasca

Mi guardo allo specchio e vedo Milleunadonna Da oggi comincia una nuova strada

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Mi guardo allo specchio e vedo la piccola Nadia Nencioni, morta a 5 anni in una strage di mafia, mentre scrive la poesia sul tramonto che tanti anni dopo i carabinieri del Ros hanno fatto trovare appesa al muro a Matteo Messina Denaro al suo ingresso in carcere. parole di bellezza a confronto con l’indifferenza del male.

Mi guardo allo specchio e vedo Maria Monteleone, la magistrata che, dopo il femminicidio di Martina Scialdone nei giorni scorsi a Roma, ha consigliato alle donne di non accettare l’ultimo appuntamento, quello che l’ex di turno pretende e che magari si trasforma in un rendez-vous con la morte. Come osa? "Non bisogna colpevolizzare le vittime ma educare i carnefici". Certo, a patto che le vittime abbiano il tempo di mettersi al riparo e la consapevolezza dei rischi dai quali proteggersi.

Mi guardo allo specchio e vedo Chiara Ferragni mentre annuncia che il suo cachet sanremese sarà interamente devoluto a un’organizzazione che supporta le donne vittime di violenza e che per questo viene messa sulla graticola perché "la beneficienza si fa ma non si dice" o perché in altre occasioni ha donato solo in parte il suo compenso. E via criticando.

Mi guardo allo specchio e vedo Giuseppina Giuliano, la bidella napoletana pendolare tra Milano e Napoli che si prepara a fare i suoi 700 chilometri quotidiani in treno perché gli affitti al nord sono troppo alti. La storia sta suscitando parecchie perplessità ma vale comunque la pena utilizzarla come spunto di riflessione sulle assurdità di un mercato del lavoro dove domanda e offerta non trovano la sintesi.

Mi guardo allo specchio e vedo tante donne, tante storie differenti. Storie di rinascita e di riscatto ma anche storie piccole e poetiche, struggenti e ingiuste.

Mi guardo allo specchio e vedo una ragazza di Teheran che si prepara a uscire fiera dei suoi capelli che non vuole più nascondere. Costi quel che costi.

Oppure vedo una parlamentare italiana che qualsiasi intervento faccia sa già che, tra i tanti commenti con i quali dovrà confrontarsi, ce ne sarà qualcuno su com'è vestita, se ha le scarpe giuste, se è ingrassata o dimagrita.

Mi guardo allo specchio e vedo Milleunadonna. Panni altrui da indossare come propri per comprendere e raccontare il mondo e questa nostra società che sa essere così generosa e feroce. Un punto di vista inusuale rispetto ai tanti tribunali mediatici che ogni giorno vengono battezzati. Nessun pregiudizio ma soltanto la voglia e la curiosità di conoscere e capire.

Oggi nasce Milleunadonna, una nuova testata giornalistica, che rivendica la sua diversità in quello sguardo aperto ed empatico. Non siamo militanti, né influencer, non vogliamo indottrinare né convincere nessuno. Facciamo informazione, siamo giornalisti. Vogliamo guardare, ascoltare, cercare di capire e raccontare senza nessuna verità preconfezionata in tasca. E magari fare un pezzo di strada insieme a chi, donne e uomini, vorranno sceglierci e leggerci. In questi mesi abbiamo lavorato tanto per offrire alle nostre lettrici e ai nostri lettori rubriche interessanti, articoli di servizio, riflessioni utili e formative.

Il risultato lo avete davanti agli occhi, lo vedrete mano a mano e, se vi va, ci farete sapere cosa ne pensate, cosa vi piace e cosa vorreste migliorare. (Scriveteci a questa mail redazionemilleunadonna@tiscali.com o commentate qui sotto). A me non resta che ringraziare di cuore tutti gli straordinari colleghi che ci hanno lavorato con grande spirito di sacrificio e coinvolgimento. La strada è appena cominciata. At last, "finalmente", come cantava Etta James tanti anni fa.

19/01/2023