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La polemica sul discorso di Saviano al funerale di Michela Murgia e il suo ultimo bacio prima di morire. La lettera

I figli e il marito di Michela Murgia difendono lo scrittore dalle accuse di protagonismo, raccontano il loro speciale legame e le ultime ore di vita dell'autrice

di Redazione

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Nelle ultime ore lo scrittore Roberto Saviano è stato investito da una polemica che a Michela Murgia avrebbe di sicuro creato dolore. Perché i due autori erano amici fraterni e perché la polemica è nata proprio al funerale dell’autrice di “Tre ciotole”. Intervistato fuori dalla Chiesa degli Artisti, in cui si erano appena svolte le esequie, Saviano ha avuto uno sfogo nel quale ha ricordato, a modo suo, le battaglie di Michela e le sue per la libertà di pensiero. Una forma e un contenuto che tanti non hanno gradito accusandolo di avere usato il funerale come pulpito personale

La difesa della famiglia di Michela Murgia

A queste accuse hanno risposto i “figli d’anima” di Michela Murgia e il marito, Lorenzo Terenzi. Ecco il testo della missiva pubblicata integralmente dal Corriere della Sera:
Roberto Saviano ha accudito Michela Murgia nelle ultime, difficilissime ore della sua vita con la devozione, il coraggio e la generosità di un fratello. Lo ha fatto con un rispetto e una dignità tali che al suo capezzale, al cospetto della malattia e della morte, nel riscaldamento globale che incendia quest’estate infernale, non si è mai tolto la giacca. Non si è tolto quella giacca durante la straziante veglia in casa, né durante il lungo e caldissimo giorno del funerale. In un dolore che ha scomposto chiunque, anche chi non aveva mai incontrato Michela, Roberto non ha trasgredito a questa regola di rispetto e umiltà d’altri tempi”.

La richiesta dell’ultimo bacio

“Oltre ai parenti che si è scelta, nell’ora della sua morte Michela ha voluto fisicamente nella stanza con sé solo Roberto. È lui che le ha tenuto il telefono vicino alla bocca perché potesse sussurrare, in sardo, le ultime parole alla sua famiglia di origine a Cabras. È lui che ha carezzato e vegliato Michela quando molti suoi familiari d’anima, come chi scrive queste righe a nome di tutt*, erano su aerei, treni, automobili, addirittura aliscafi per tornare da lei. È a lui che Michela ha chiesto un ultimo bacio di conforto: il bacio che tutte e tutti speravamo di darle, e che lui per ognuno le ha trasmesso, come un farmaco. L’ultimo possibile farmaco. Il più benefico”.

Più che amici

Che Roberto Saviano per Michela fosse più di un amico, più di un compagno di lotte e di un’ispirazione letteraria, più di un fratello, non c’è bisogno di dirlo noi. Lo ha detto lei, con la chiarezza esplicita e straordinaria di cui era capace come forse nessun altro in lingua italiana. Lo hanno registrato telecamere e radio, carte, profili social, piazze e memorie. È dunque una verità condivisa e innegabile”.

L’ultimo desiderio

“Quel che possiamo aggiungere, non per l’interesse di nessuno ma per l’onore del vero, è che parlando al suo funerale Roberto ha esaudito un desiderio fortissimo di Michela, addirittura un mandato. Che lo ha fatto dunque per generosità, per rispetto di una volontà, a spese della sua fatica emotiva e fisica in un frangente devastante. E che lo ha fatto con le parole esatte che Michela Murgia avrebbe scritto se, come certo avrebbe desiderato, avesse potuto pronunciare lei stessa un discorso al proprio funerale…”.

La solitudine degli intellettuali

Siamo offesi a morte da chi, invece di ricevere il discorso di Roberto come il dono lucido, intelligente, sincero e necessario che è, sta cercando di gettarvi un’ombra estranea con metodi e retoriche fasciste. Da anni Michela ci esprimeva la preoccupazione per la solitudine in cui questo formidabile intellettuale è abbandonato, come tante volte è stata abbandonata lei, quando dice quel che è necessario sia detto. Non denunciare con disgusto questa infamia sarebbe come uccidere Michela di nuovo…”

Accuse a Saviano irricevibili

Anche solo pensare, malignamente, che Roberto Saviano abbia tenuto un suo «comizio» al funerale, è irricevibile. La buona creanza vorrebbe che si ignorassero simili interessate, volgari infamie all’indomani di una liturgia e di un commiato miracolosamente specchiati, corrispondenti allo spirito e alla volontà di una donna che ci è stata madre, sorella e sposa, una che gesti (non comizi) orgogliosamente politici li desiderava per il suo funerale e continua a sollecitarli con la memoria imperitura. Tuttavia Michela impone, col suo esempio, di anteporre la verità e l’amore alla buona creanza. E dunque desideriamo stabilire alcune cose vere, anche quelle che con eleganza sarebbe stato bello tacere”.

*I figli e il marito di Michela Murgia: Alessandro Giammei, Francesco Leone, Lorenzo Terenzi, Raphael Luis Truchet, Riccardo Turrisi.

14/08/2023