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Molestie all’università: cosa succede davvero nelle aule italiane e non solo a Torino

Una nuova ondata di Me Too blocca le lezioni all'Università torinese, docente sospeso e protesta di studenti: "Alcune temono ritorsioni"

Molestie alluniversità cosa succede davvero nelle aule italiane e non solo a Torino

Foto shutterstock

di Redazione

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Alzi la mano chi durante gli studi universitari non ha mai sentito parlare di molestie sessuali avvenute dentro gli studi di qualche docente. Un malcostume fino a qualche anno fa che, grazie alla consapevolezza assunta via via dalle vittime, oggi viene percepito per quello che è: un abuso, un reato da perseguire e per il quale i responsabili devono finalmente pagare. Non è più il tempo di mezze voci sentite lungo i corridoi delle facoltà e l'onda MeToo che è partita da Torino fa intravedere all'orizzonte un nuovo movimento studentesco, pronto a contestare con forza l'intero sistema universitario italiano.

Non sono singoli casi

Mentre gli studenti dell'università subalpina manifestano e si preparano per nuove mobilitazioni contro le molestie all'interno dei dipartimenti, il rettore dell'ateneo, Stefano Geuna, annuncia un meeting nazionale sul tema, che si svolgerà proprio sotto la Mole, il 20 marzo. Decisione presa dopo aver parlato anche con la ministra dell'Università Anna Maria Bernini. I giovani non voglio sentire parlare di "mele marce" o di "singoli casi".

Molestie alluniversità cosa succede davvero nelle aule italiane e non solo a Torino

Le vittime non sono solo studentesse

Da giorni ormai denunciano le violenze di genere, che vedono come vittime non solo le studentesse, ma anche docenti e ricercatrici. L'ultima iniziativa è del collettivo Cambiare Rotta, che ha fatto irruzione, nel primo giorno di lezione del semestre, nelle aule di Palazzo Nuovo, sede storica delle facoltà umanistiche, interrompendo le lezioni e invitato gli altri studenti a unirsi per un'assemblea, che si è tenuta nell'atrio.

Arrestato un docente

I casi, hanno spiegato, non sono solo quelli più eclatanti di cui si sta occupando la cronaca, che vedono coinvolti un docente-medico arrestato, perché accusato di presunte violenze sessuali e un professore del dipartimento di Filosofia, sospeso per un mese per presunte molestie verbali. "Non cerchiamo un capro espiatorio, noi critichiamo l'intero modello universitario, quindi anche il rettore", afferma Erica di Cambiare Rotta. Tirato in ballo Stefano Geuna, replica annunciando, per la giornata delle università italiane il tavolo nazionale. Lo ha proposto alla ministra Bernini e alla presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane, Giovanna Iannantuoni. "È il momento di agire", afferma il rettore di UniTo, aggiungendo che le "sollecitazioni che ci arrivano non le prendiamo sotto gamba. Al di là dei fatti di cronaca che sono gravissimi".

Poche denunce non significa pochi casi

"Negli anni abbiamo ricevuto pochissime denunce - sottolinea Geuna - ma che il dato in nostro possesso sia sottostimato è probabile e su questo dobbiamo agire". Gli studenti intanto parlano di paura di denunciare, temono ritorsioni. Molti docenti invece sostengono la loro lotta. "Faccio parte di un istituzione che se viene a conoscenza di un abuso ha il dovere di intervenire con trasparenza e costruendo tutti gli strumenti che impediscano che se questo sistema c'è si riproduca", commenta Bruno Maida, docente di Storia contemporanea e presidente della commissione Albo di UniTo. Anche dalla Conferenza delle Donne Democratiche, dal Pd e dalla federazione provinciale dei Giovani Democratici è arrivata la solidarietà. "L'università - evidenziano - è un luogo troppo prezioso e rilevante per la società tutta e per questo non possiamo accettare che diventi insicuro, ingiusto e pericoloso".

Mai più zitte

Intanto hanno convocato un'assemblea per il prossimo lunedì, a Palazzo Nuovo, sede storica delle facoltà umanistiche dell'università di Torino, le studentesse di Mai più zitte, il collettivo transfemminista universitario nato contro le molestie e le violenze di genere nel capoluogo piemontese. L'appuntamento sarà l'occasione "per stendere un manifesto politico". "Abbiamo invitato e ci stiamo coordinando anche con docenti e personale delle biblioteche" sottolineano le studentesse. Del collettivo fanno parte diverse realtà, come ad esempio gli Studenti Indipendenti, che stanno facendo circolare un questionario in cui invitato le colleghe a denunciare eventuali molestie e violenze. Come avevano già affermato nei giorni scorsi è intenzione dell'assemblea Mai più zitte di riappropriarsi di "una narrazione che ci riguarda e ci appartiene, portando avanti con la nostra voce e senza interpretazioni terze". A quanto affermano dal movimento transfemminista lo spazio del dibattito pubblico è stato "riempito da voci che parlano da posizioni di potere e privilegio, come quelle del rettore e dei docenti ordinari". Per questo motivo nelle prossime ore è intenzione da parte delle studentesse replicare, a quanto si apprende, all'intervento del rettore, Stefano Geuna, che ha promosso per il 20 marzo prossimo, giornata delle università italiane, un tavolo nazionale da tenersi a Torino sulla violenza di genere.

 

14/02/2024