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Ornella Barra, la regina mondiale delle farmacie: "Come ce l'ho fatta partendo come dipendente"

Oggi la sua Walgreens Boots Alliance, con sede in Illinois, ha 450mila dipendenti con 21mila farmacie gestite direttamente nel mondo. Una favola degna di Steve Jobs

Ornella Barra la regina mondiale delle farmacie Come ce lho fatta partendo come dipendente

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Era gennaio quando la Luiss Guido Carli insignì Ornella Barra della laurea honoris causa in management e il rettore dell’ateneo Andrea Prencipe ricordò quello che era successo pochi giorni prima, con “Sofia Goggia, nostra studentessa, che il venerdì si è rotta la mano, il sabato ha vinto in Coppa del mondo di sci con la mano fratturata e il lunedì è venuta qui a sostenere un esame e ha preso trenta e lode”. Ecco, Ornella Barra è una Sofia Goggia dell’imprenditoria, una che non si ferma mai e anche quando sembra fare un passo indietro, come capitò alla Borsa di Londra, è solo e unicamente per farne due avanti.

Se fa un passo indietro è solo per farne due in avanti

E proprio da lì, dal discorso fatto ai ragazzi quel giorno, occorre partire per comprendere bene Ornella, che è probabilmente l’italiana più potente al mondo, forse anche più di Giorgia Meloni: «Per fare impresa si deve fare sistema e bisogna sapere confrontarsi con gli altri. Siate felici dei traguardi raggiunti, ma considerateli come punto di partenza per una nuova crescita. Cogliete al volo le occasioni che vi si presentano e non aspettate che bussino alla vostra porta, andate a cercarle. Lavorate con passione, mantenete la curiosità e siate sempre coraggiosi. Siate protagonisti del vostro futuro».

La versione italiana di 'siate affamati, siate folli' di Steve Jobs

Insomma, una versione italiana del “siate affamati, siate folli” di Steve Jobs e, anche in questo caso, il parallelo è tutt’altro che forzato. Ma questa che, come racconteremo, è una storia che è la più mondiale possibile immaginabile, con la più grande catena farmaceutica del mondo, che parte da una singola farmacia, nello splendido borgo di Chiavari, la Bellagamba – quasi onomatopeica per una donna che ha nel fascino intellettuale una forza straordinaria - in piazza delle Carrozze. Ed è ancora a una delle lauree honoris causa conferite a Ornella che occorre guardare per capire come sia l’imprenditrice più glocal della nostra storia, contemporaneamente globale e locale.

L'imprenditrice più glocal della nostra storia

Stavolta la laurea è quella dell’Università di Genova (ma ce n’è una anche a Urbino), con le origini e le radici di un successo planetario come quello di Ornella Barra, che spiega: “Rivolgo il mio sguardo al territorio ligure, ai valori che mi ha trasmesso, così radicati nella mia coscienza: un territorio vocato da sempre all’esplorazione, alla navigazione, alla scoperta del mondo. Oggi possedere queste caratteristiche significa avere una marcia in più: la mia esperienza imprenditoriale mi ha insegnato che bisogna saper coniugare una visione ampia e globale con l’attenzione per le peculiarità di ogni singola comunità. É anche grazie a queste mie origini che sono riuscita a vivere appieno la dimensione fortemente internazionale del mio lavoro e contribuire al raggiungimento di importanti risultati”.

L'unica donna italiana nella classifica di Fortune 

E partiamo quindi in questa storia che ha portato Ornella Barra a diventare l’unica donna italiana citata da “Fortune” insieme a Marina Berlusconi nella lista delle manager più influenti al mondo, proprio da lì, dal bancone della farmacia dove Ornella - allora giovanissima laureata in Farmacia proprio presso l'università di Genova (aveva scelto quella facoltà perché erano anni in cui le donne chirurgo erano rarissime e circondate da scetticismo) quella che poi la omaggerà anche con il riconoscimento honoris causa - lavorando come dipendente e osservando con attenzione le dinamiche della vendita dei farmaci ebbe un’intuizione.

Capii che il sistema di distribuzione non funzionava

L’Intuizione: «Decisi che potevo fare per me quello che facevo per gli altri». Eravamo a un passo dai “favolosi anni Ottanta”, per la precisione nel 1979, nel momento più drammatico della storia repubblicana e Ornella decise che avrebbe mantenuto il camice bianco con la spilletta del caduceo, il simbolo dei farmacisti, ma da titolare e non più da dipendente. Anche raccontando questo, Ornella è totalmente onesta e racconta che un ruolo importante a quell’acquisto arrivò anche dalla sua famiglia. E qui arriva la nuova svolta: “Nel momento in cui divenni proprietaria della farmacia, capii che il sistema della distribuzione non era efficiente». E a quel punto la “dottoressa Barra” decise di attraversare il ponte sul fiume Entella che separa Chiavari da Lavagna, il paese confinante e, in una piccola palazzina vicino al casello dell’autostrada, nacque il primo centro logistico, che già aveva all’interno lo spirito che ha portato al più grande gruppo farmaceutico al mondo.

E anche qui il racconto di Ornella è sempre stato di una naturalezza straordinaria, ed è qui che spunta “Stefano”, cioè Stefano Pessina, la sua altra metà sia professionalmente, sia umanamente, visto che è diventato suo marito, nonché uno degli uomini più ricchi al mondo, tanto quanto lei è ai primi posti della declinazione al femminile delle stesse classifiche: «Avevo voglia di crescere così presi un appuntamento tramite degli amici con Stefano che aveva un'azienda familiare a Napoli». Ma anche in questo caso, Stefano e Ornella si completano, non sono confliggenti, nemmeno nelle strategie: uno guarda più alla finanza, l’altra alla gestione. E Ornella Barra ha mantenuto lo stile assolutamente riservato anche nella vita privata, tanto che le sue apparizioni sono rarissime.

In un’intervista al “Corriere della sera” ha raccontato: «Non frequentiamo salotti, non per arroganza ma perché non fa parte del nostro stile. Conosciamo tante persone ma i rapporti nascono sul fare. In Italia ho speso tanto tempo, poi in Francia, Portogallo, Londra. Ogni Paese è diverso e ognuno ha i propri lati positivi». Con un punto ben chiaro come faro della propria attività imprenditoriale: «Se uno vuole espandersi deve essere lui ad adattarsi all'altro popolo e non può pretendere che siano gli altri a farlo». Così, una fusione alla volta, nasce Walgreens Boots Alliance che oggi ha sede in Illinois, ha 450mila dipendenti con 21mila farmacie gestite direttamente nel mondo.

Paradossalmente, con l’Italia residuale per la resistenza del nostro Paese alle liberalizzazioni nel settore. La filosofia? «Finito un “deal” pensiamo subito all’altro. Si può diventare grandi, bisogna poi operare per restare grandi». Tenendo conto delle specificità di ogni Paese, come spiega bene questo esempio: "Il business di Boots - un'icona in Inghilterra - in Thailandia inizialmente non andava bene. Quando sono andata a vedere, ho capito perché non aveva successo. Era stato trasferito il modello inglese lì, dove vogliono invece colori e uno stile diverso.

Abbiamo ascoltato il consiglio e ora siamo la prima catena. Ci sono tanti modelli, vanno adattati ai consumatori locali”. E qui c’è già tutto. Il resto sta nell’intuizione del ruolo “sociale” della farmacia, con un grande lavoro di charity e di aiuti in Africa. Ma anche in qualche modo anche con l’anticipazione dell’importanza della farmacia nella campagna vaccinale. E qui si chiude il cerchio sul farmacista che è anche medico e che è anche umanista. In una parola, Ornella Barra.

25/08/2023