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Siti sessisti, scatta l'allarme: " Perché le donne non stanno denunciando". La maxi inchiesta

di Redazione Milleunadonna

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Siti sessisti, le indagini sul gruppo Facebook Mia Moglie e sulla piattaforma Phica.eu potrebbero confluire in una maxi inchiesta. Lo scandalo delle foto di donne pubblicate a loro insaputa e trattate come merce di scambio, tra insulti, commenti volgari e incitamento allo stupro,  non accenna a placarsi. E spuntano nuove segnalazioni e ipotesi di reato.

L'allarme lanciato da Bernardini De  Pace

Ma c'è anche un grande problema. A sollevarlo è l'avvocata matrimonialista Annamaria Bernardini De Pace: "Le donne vittime del gruppo Facebook 'Mia moglie', "quelle che siamo riusciti a contattare al momento, non vogliono denunciare, né prendere parte all'azione collettiva, perché non vogliono perdere la famiglia, rimanere da sole, perdere un padre per i loro figli, così dicono, e io resto sconcertata perché il silenzio è complice della violenza, che in questo modo vince".  

Problemi per la class action del  gruppo 'Mia Moglie'

L'avvocata sta promuovendo da giorni azioni civili e penali contro i siti sessisti. Ma  mentre una "class action" contro il sito Phica.eu partirà certamente, dopo la fase di raccolta delle segnalazioni e denunce, che sarebbero già "qualche centinaio", non sembra possibile procedere con un'azione analoga sul gruppo 'Mia moglie' per chiedere "i risarcimenti a Meta". L'avvocata ha raccontato, infatti, che in queste ore è riuscita, assieme al pool di legali, a parlare con tre donne. "Una ci ha detto che non vuole perdere la famiglia, non vuole che il figlio si vergogni del padre", ha spiegato  Bernardini DE pace. "Un'altra non vuole restare sola, un'altra ancora ci ha detto che ha paura che lui diventi ancora più violento in casa e la picchi".  E ha aggiunto:  "Sono sconcertata  perché le donne non hanno capito che in questa condizione deve vincere la sorellanza e invece vince la violenza su queste donne e vincono quei 32mila uomini che le hanno mercificate". venivano pubblicate foto di donne, senza il loro consenso, accompagnate da commenti volgari e da insulti.

Aperto il fascicolo per Revenge Porn

    La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per revenge porn in relazione al gruppo Facebook 'Mia Moglie', dove gli utenti condividevano scatti privati senza l'autorizzazione delle dirette interessate. Un procedimento in cui potrebbe convergere anche il caso dell'altra pagina sessista Phica.eu. I pm capitolini, infatti, sono in attesa di una prima informativa della polizia Postale riguardo la piattaforma dove venivano pubblicati anche scatti di politiche, influencer e attrici. A coordinare le indagini sarà il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.

Per Phica anche diffamazione e forse estorsione

    Nel caso di 'Mia Moglie' la strada investigativa sembra essere più lineare trattandosi di un'unica fattispecie ossia foto di donne, scattate a loro insaputa o comunque all'oscuro della loro diffusione, che avveniva da parte dei mariti o dei compagni. Diverso il caso di Phica, dove si potrebbero configurare anche altre ipotesi di reato: dalla diffamazione fino all'estorsione per presunte richieste di denaro - segnalate da vittime - per rimuovere contenuti sensibili.

L'inchiesta di Firenze per diffamazione ai danni della sindaca

     Intanto la procura di Firenze ha aperto un'inchiesta parallela in cui si ipotizza il reato di diffamazione ai danni della sindaca Sara Funaro finita a sua insaputa, assieme ad altre esponenti politiche, su quella piattaforma. E proprio la prima cittadina oggi ha parlato del presunto gestore di Phica, la cui identità è stata rivelata dal quotidiano Domani.

Cosa voglio dire al gestore di Phica.eu

  "E' la prima volta che sento" il nome Vittorio Vitiello, "cosa gli direi se lo incontrassi? Gli farei una domanda, su come pensa che possano reagire le donne, se non si rende conto di aver violato la privacy e di aver fatto qualcosa di veramente grave" ha detto Funaro. Proprio la sua denuncia avrebbe contribuito a far identificare il 45enne di Firenze, originario di Pompei (in provincia di Napoli) che è stato già ascoltato da chi si occupa delle indagini.

Ecco perché bisogna denunciare

    "Io penso che bisogna denunciare, per difendere tutte le donne, se non si denuncia queste cose continueranno sempre - ha sottolineato la sindaca -. La domanda che mi pongo è questa: se all'interno di questi siti finisce una ragazza con delle fragilità cosa succede? Appena ho visto le mie immagini ho avuto una sensazione di sdegno ma niente di più - ha raccontato -. Quando sei un personaggio pubblico sei abituata a ritrovarti in queste situazioni, anche se non dovrebbe essere così. Il mio pensiero è andato immediatamente a tutte le altre donne. Viene un senso di rivalsa, come per dire muoviamoci subito". Sul quarantacinquenne, amministratore di una piccola società che si occupa di campagne pubblicitarie e "organizzazione di eventi con l'ausilio di social", già in passato pare siano stati effettuati accertamenti, sempre nell'ambito della diffusione di foto di personaggi pubblici.

La difesa del sito sessista

    Nel frattempo sulla homepage del sito Phica, dove i contenuti sono stati rimossi nei giorni scorsi ma restano ancora pop up pornografici, è stato pubblicato nelle ultime ore un lungo post in cui l'admin respinge "ufficialmente le accuse di estorsione". Nel messaggio, corredato da una serie di screenshot di conversazioni, ricostruisce la vicenda iniziata a dicembre del 2023 quando un utente ha chiesto la rimozione di un contenuto fino alle polemiche con minacce di denunce. Nel testo il gestore rivendica la legalità del suo operato, distinguendo tra "lavoro" e "morale".