La recente morte del Pontefice ha riportato in auge una particolare versione di complottisti: quella di chi da mesi, durante e dopo il ricovero di Francesco al Gemelli, continuava a ripetere che il Papa fosse morto da tempo e che quello sdraiato nel letto d’ospedale fosse un suo sosia. Ora che Bergoglio è morto davvero non sanno bene che pesci pigliare ma per lo più affermano che anche il suo sosia sia morto e la tresca vaticana non si potesse più tenere in piedi. A dimostrazione delle differenze fisiche fra i due, i complottisti pubblicano sui social, dove i complottisti trovano terreno fertilissimo, delle combinazioni di immagini che mostrerebbero i due volti ma in realtà uno è di Bergoglio da giovane e l’altro è del Papa da malato.
Le teorie più fantasiose
Ma quella del Papa già morto è solo una delle tante teorie complottistiche diffuse nel globo che, per i terrapiattisti, non sarebbe affatto una sfera (o per meglio dire un geoide) perché in realtà sarebbe piatta. E poi c’è chi teme i rettiliani, presunti umanoidi di origine aliena che governerebbero il mondo, e le scie chimiche sparse intenzionalmente dagli aerei (nessuna condensa dovuto all’altitudine) e dovrebbero, fra le altre atrocità, rendere l’umanità infertile. Ma non finisce qui perché è sempre molto tenuto il complotto pluto-giudaico-massonico, quello della pandemia del Covid studiata a tavolino, l’omicidio di Lady Diana e addirittura quello del femminicidio di Giulia Cecchettin: in verità Filippo Turetta non esisterebbe.
Svelo il complotto dunque sono
Ma perché tutte queste assurde teorie hanno tanto fascino e molte persone vi aderiscono? Le teorie del complotto sarebbe una risposta a un bisogno subconscio di sentirsi "importanti" o "significativi". Questo tema è stato approfondito dal noto psicologo sociale Arie Kruglanski, dell'University of Maryland, e dal giornalista Dan Raviv, nel libro "The Quest for Significance: Harnessing the Need that Makes the World Go Round", pubblicato ora dal gruppo Taylor & Francis. Parallelamente, Kruglanski e colleghi hanno affrontato il tema anche in ambito accademico, ad esempio in uno studio pubblicato su Current Opinion in Psychology nel 2022.
Il bisogno umano di significatività
Secondo Kruglanski e colleghi, la credenza nelle teorie del complotto è particolarmente adatta a soddisfare il bisogno umano fondamentale di significatività, ovvero la sensazione che la propria vita abbia valore e importanza. Questo bisogno, quando minacciato da eventi sociali, economici o personali che generano incertezza o perdita di status, può spingere le persone a cercare narrazioni alternative che restituiscano loro un senso di controllo e unicità, visto che sarebbero gli unici a conoscere la verità
Gli elementi chiave delle teorie del complotto
Le teorie del complotto conferiscono diversi benefici psicologici:
- Senso di esclusività: chi vi aderisce si percepisce come "uno dei pochi che conosce la verità", sentendosi speciale e superiore agli altri.
- Identità di gruppo: la condivisione di queste credenze crea comunità coese, rafforzando il senso di appartenenza e validazione sociale.
- Un nemico comune: le narrazioni complottiste identificano un colpevole responsabile delle proprie frustrazioni, offrendo una spiegazione semplice e manichea della realtà.
Motivazioni profonde dietro le teorie del complotto
La ricerca mostra che la spinta verso le teorie del complotto non deriva solo da tratti di personalità come paranoia o antagonismo, ma soprattutto da motivazioni profonde come:
- Il bisogno di significato e importanza personale.
- La ricerca di sicurezza e controllo in situazioni di incertezza.
- Il desiderio di unicità e di sentirsi parte di un gruppo "illuminato".
Quando il senso di importanza viene minacciato da eventi negativi, come perdita di status, crisi economiche, esclusione sociale, le persone risultano più vulnerabili a narrazioni che promettono di restituire dignità e valore personale. Gli autori suggeriscono che per proteggersi dalle ricerche di importanza dannose, tra cui le teorie del complotto, è utile imparare a distinguere le proprie motivazioni: se si è spinti dal denaro, dall'amore, dai valori o da qualche altra ambizione.