Mari, lidi e coste soffrono soffocati dai rifiuti plastici. Sacchetti lanciati in acqua, tappeti di tappi, bottiglie e flaconi sulle spiagge, ridurre l’ambiente marino a pattumiera è per i paladini delle montagne di plastiche varie una vocazione troppo forte per potervi rinunciare. Nel solo Mediterraneo galleggia, ad esempio, più plastica che nell’Atlantico e nel Pacifico. Negli oceani, complici le correnti, i rifiuti viaggiano invece a mulinello, creando veri e propri vortici di plastica, con il trasporto da una parte all’altra di carichi di veleni. Tutto a danno dell’ecosistema marino.
Davanti a tanto scenario, tempo fa, in Svezia, la Electrolux, azienda leader nel settore degli elettrodomestici, ha realizzato grazie a detriti in plastica e in PET raccolti nei mari di tutto il mondo, quindi ordinati, ripuliti e trattati, un’aspirapolvere ecologica subito diventata icona della campagna dell’azienda svedese sul riciclo dei rifiuti plastici. Il tam tam è stato un successo, da Sandham, in Svezia, a Kahuku Beach, nelle Hawaii, da St.-Cyr-sur-Mer, nel Mediterraneo, a Phi Phi Island, in Thailandia, tecnici e volontari hanno ripulito, fin dove possibile, spiagge, fondali e ambienti costieri.
Riciclare rifiuti plastici conviene, così la Electrolux, se i venti milioni di aspirapolvere venduti in Europa in un anno fossero acquistati in questo modo, si risparmierebbero fino a un milione e seicentomila metri cubi d’acqua e centoventiseimila barili di petrolio. Un’aspirapolvere prodotta con materiale plastico riciclato consente inoltre di risparmiare i due litri d’olio e gli ottanta litri d’acqua utilizzati nel processo che va dall’estrazione del petrolio alla produzione della plastica, con un risparmio del novanta per cento d’acqua e dell’ottanta, novanta per cento di energia per la produzione di plastica vergine.