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Bambini in lutto, come poterli aiutare?

di Caterina Steri

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In precedenza vi ho parlato di come comunicare ad un bambino la morte di una persona cara, oggi vi parlerò delle diverse possibilità che si hanno per poterlo aiutare ad elaborare il lutto.

Solitamente si cerca di non affrontare certi argomenti con i bambini, come quelli della malattia e delle perdite, augurandoci che non debbano mai farne esperienza o pensando che sia meglio così. In realtà, può accadere che più un argomento sia tabù, più si abbiano difficoltà per affrontarlo qualora si concretizzi.

Quando accade che i bambini subiscono un lutto, è meglio raccontare loro la verità, e allo stesso tempo, tranquillizzarli sul fatto che siano liberi di poter esprimere il proprio dolore.

Non ci sono delle regole rigide da applicare, anche perché ognuno vive le esperienze a modo proprio. Dipende dall’età, dal contesto socio culturale, dal rapporto che si aveva con la persona mancata.

Si possono vivere esperienze di delusione, rabbia, depressione, impotenza, senso di colpa, inadeguatezza.

Il lutto è un processo che avviene con tempi anche abbastanza lunghi. Dare al bambino la possibilità di viverlo in modo sano lo preparerà anche per le esperienze di perdite future.

Un passo fondamentale che gli adulti possono fare per aiutare i bambini è condividere con loro il dolore, in modo tale che non si sentano soli e che capiscano che sia lecito e normale poterlo fare. So quanto possa essere difficile e a volte imbarazzante, ma aiuta a potersi sentire “normali e adeguati”.

A volte alcune morti sono già annunciate, e non improvvise. In questi casi è meglio dare ai bambini (in base alla loro età), la possibilità di salutare la persona cara e di esser partecipe alla fine della vita del caro, finchè lo riterranno necessario e affinchè comprendano che le esperienze non sono infinite ma, nonostante le perdite, che si possa andare avanti. Se questo non gli venisse concesso potrebbe sentirsi escluso o in colpa perché non si riterrebbe all’altezza della situazione.

Quando il lutto è invece improvviso, diminuiscono le possibilità di far avvicinare i bambini al tema in modo graduale.

Spesso in studio mi ritrovo a dover lavorare con adulti (genitori e zii, soprattutto), che si trovano in difficoltà a gestire e comunicare con i bambini che hanno subito un lutto. Prima perché anche loro si trovano a dover fare i conti con la perdita, poi perché hanno scarsa consapevolezza delle proprie difficoltà. Ammettere ad esempio che non riescono a parlare con i bambini anziché pensare di non farlo solo per proteggerli, è già un grosso passo in avanti.

Occorre lavorare, oltre che sulle difficoltà, anche su come comunicare con i bambini e condividere con loro le esperienze di perdita in modo tale da non creare un isolamento da entrambe le parti.

I bambini si esprimono soprattutto con il gioco e meno con la parola, possiamo quindi stare attenti ai questi speciali stili comunicativi. Ad esempio, i piccoli hanno bisogno di esser contenuti e rassicurati fisicamente: un abbraccio può esser molto più prezioso e intimo di tante parole.

Succede poi che debbano essere coinvolti anche gli insegnanti e le altre figure di riferimento. Seguire una linea comune in cui venga consentita la libertà di espressione del dolore è un altro fondamentale passo da fare.

Bisogna considerare attentamente i possibili episodi depressivi dopo la perdita, o quelli di iperattività o di ribellione valutandone la gravità e la durata.

Così come per gli adulti, anche per i bambini, se non gli si da la possibilità di affrontare un lutto o una perdita, a lungo andare si potrebbero manifestare dei disagi o dei disturbi di carattere emotivo, comportamentale o dello sviluppo.

Quando ci si rende conto delle difficoltà è sempre meglio chiedere un supporto psicologico, in modo tale da esser aiutati in modo professionale.

15/12/2014