Negli ultimi tempi, Bianca Balti ha regalato sorrisi e ottimismo dai social per comunicare ai fan la sua ripresa, anche se la lotta al tumore non è finita. Stavolta invece ha poco da sorridere e il suo è il volto della disperazione mentre lancia accuse pesanti: "Sono una paziente oncologica. I farmaci che sto aspettando non sono facoltativi, mi salvano la vita. Ho una carriera, una vita e delle responsabilità". La modella scrive ancora sul suo profilo Instagram, attaccando le case farmaceutiche per la difficoltà di reperire i medicinali che producono i farmaci per la cura del tumore ovarico che la ha colpita.
Bianca Balti denuncia i ritardi delle case farmaceutiche
"Di solito non lo faccio, ma ho esaurito la pazienza e il tempo - dice la modella -. Ho bisogno che vi diate una mossa". "Ho passato ore al telefono e nessuno si assume la responsabilità - spiega ancora -. Nessuno se ne occupa. State fallendo proprio quando c'è più bisogno di voi. Ed è inaccettabile". "Devo viaggiare per lavoro - si sfoga ancora -, ma non posso farlo in sicurezza senza le pillole che mi state negando". Bianca Balti vive da diversi anni a Los Angeles con le figlie Matilde e Mia, dopo aver lasciato Lodi, la città in cui è nata il 19 marzo 1984. Nel post con il quale ha denunciato la difficoltà di reperire i farmaci salvavita, la modella ha taggato Healthy California e Cvs Pharmacy, le aziende farmaceutiche e di servizi sanitari che invita a rispondere con maggior rapidità alle richieste dei pazienti.
Il coraggio di Bianca
Balti aveva annunciato lo scorso settembre di essere malata, ma nell'ultimo periodo, dopo essere stata operata e aver completato il ciclo di cure chemioterapiche, aveva fatto sapere che il tumore era in remissione, festeggiando anche pochi giorni fa per la ricrescita dei capelli. Nel 2022 la modella ha subito una doppia mastectomia preventiva, dopo essersi scoperta portatrice di una variante del gene BRCA1. A settembre 2024, ha annunciato di avere scoperto di essere affetta da un cancro alle ovaie al terzo stadio. Dal proprio profilo, la supermodella ha documentato diversi passaggi della lotta contro la malattia, compreso l'inizio della chemioterapia lo scorso autunno. A febbraio, è salita sul palco dell'Ariston come co-conduttrice in una serata del Festival di Sanremo 2025 accanto a Carlo Conti.
L’oncologo: “Ha ragione Balti”
La disperazione di Bianca Balti è però anche quella di tanti altri malati che faticano a ottenere i farmaci salvavita. "Anche in Italia - spiega l'oncologo Francesco Cognetti - l'accesso alle terapie innovative per i tumori è troppo lento e diseguale tra le regioni. Sono molti i pazienti che, pur avendo diritto a trattamenti mirati, si vedono negare la possibilità di curarsi a causa di ritardi burocratici e ostacoli amministrativi".
I farmaci salva-vita
I farmaci in questione sono Parp inibitori, terapie di nuova generazione specifiche per chi ha una mutazione del gene Brca. Sono autorizzate anche in Italia, dove la situazione è ben diversa dagli Stati Uniti, grazie a un Servizio sanitario nazionale che garantisce terapie anche a chi non ha un'assicurazione sanitaria. Tuttavia, spesso per arrivare a ottenerle l'iter è tutt'altro che breve o facile. "Le parole di Bianca Balti, pur se riferite al contesto sanitario degli Stati Uniti, riguardano anche noi. A pesare in Italia", denuncia Cognetti, presidente della Federazione degli Oncologi, Cardiologi ed Ematologi (Foce), "sono ritardi per l'autorizzazione centrale ma anche l'anomalia dei prontuari regionali: di fronte al cancro i cittadini italiani di fatto sono diversi a seconda della regione in cui vivono".
Disparità fra regioni
E il problema non riguarda solo i farmaci bensì anche i relativi test genetici, indispensabili per individuare i pazienti che possono beneficiare delle terapie a bersaglio molecolare già autorizzate in Italia: "Molti di questi test non sono ancora stati inseriti nei Livelli essenziali di Assistenza. In alcune regioni, quindi, non sono garantiti e in altre più ricche, invece sì, con il rischio che cure potenzialmente salvavita non vengano prese in considerazione per pazienti ne potrebbe beneficiare. Serve un intervento legislativo urgente per migliorare l'accesso a farmaci e test". Va in questa direzione una proposta di legge presentata dalla Lega sul 'fast track', "uno strumento che possa favorire l'accesso precoce ai medicinali per cui non ci sono alternative disponibili", spiega la capogruppo in Commissione Affari Sociali della Camera Simona Loizzo. "La storia di Balti è quella di tantissimi pazienti che hanno bisogno di terapie per le quali non esistono valide alternative. La rapidità o meno con cui viene garantito un farmaco può fare la differenza tra la vita e la morte", conclude la deputata leghista.