Un caseificio a portata di tasche, piccolo, compatto, capace di riprodurre tutte le fasi della lavorazione del latte, utilizzandone anche minime quantità e creando fino a otto diversi tipi di formaggi: è Cheesemaster, il più piccolo caseificio al mondo – alto 103 cm in un metro quadrato di spazio – realizzato dalla Latteria Perenzin, di San Pietro di Feletto, nel trevigiano, e Carpigiani, la storica azienda italiana delle macchine per gelato artigianale.
Cheesemaster è stato pensato per quei produttori che vogliano tutelare e promuovere metodi di agricoltura, allevamento, trasformazione e produzione casearia rispettose di natura e ambiente. Una mano, quindi, a modelli economici sostenibili: “Con questo sistema caseario vogliamo valorizzare ambiente e territorio, sviluppando il consumo locale di prodotti freschi” così, Carlo Piccoli, mastro casaro della Latteria Perenzin, nonché fondatore e direttore dell’Accademia Internazionale dell’Arte Casearia. “Andremo così a sostenere le piccole aziende agricole, dando la possibilità di trasformare il latte in città, incoraggeremo le produzioni di formaggi freschi, prodotti con latte di qualità, creando infine posti di lavoro, dimostrando che anche con 500 litri di latte lavorato a settimana si può creare reddito”.
Frutto dell’incontro fra tecnologia ingegneristica avanzata e tecnologia casearia, Cheesemaster è uno strumento dall’elettronica assai semplice, garanzia di risparmio di tempo ed energia: “Cheesemaster è un progetto nato dalla nostra esperienza nel mondo. I nostri concessionari internazionali partecipano ad analoghe manifestazioni fieristiche legate alla filiera del latte come ad esempio in Inghilterra, Australia e Giappone dove nelle fattorie è comune trovare una macchina per la produzione del gelato ottenuto dal latte prodotto in azienda” spiega Andrea Cocchi, direttore generale di Carpigiani Group. “L’incontro con Latteria Perenzin ci ha permesso di sviluppare una nuova tecnologia per rendere più vivo e interessante il business di una piccola azienda agricola permettendo di diversificare l’offerta al consumatore. Pensate che con Cheesemaster si può anche preparare uno yogurth che può diventare un delizioso gelato in un laboratorio facile da creare a partire da un investimento accessibile. Abbiamo studiato soluzioni che in 40 metri quadrati permettono di aprire nuove opportunità di business con prodotti realmente a km 0 fortemente richiesti dal pubblico”.
Quali gli altri benefici? La possibilità, ad esempio, per le piccole aziende di “lavorare il latte a vista nel laboratorio” e “venderlo direttamente anche fresco di giornata”, garanzia di un “filo diretto tra produttore e consumatore”.
Cheesemaster verrà presentato dal 28 al 31 ottobre, con corsi e dimostrazioni a cura dell’Accademia Internazionale dell’Arte Casearia e della Carpigiani Gelato University, al Padiglione 2, stand L 420/421 di Expocasearia, rassegna, nell’ambito delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, dedicata alle nuove tecnologie per la produzione e la distribuzione del latte.
In Italia, fra aziende agricole, ristoranti e agriturismi, i mini caseifici sono ormai più di tremila e cinquecento. Non solo, alcune produzioni d’eccellenza e di nicchia, registra Expocasearia, “vengono tenute in vita proprio grazie ai mini caseifici delle aziende agricole, che sempre più spesso guardano anche a selezionati mercati esteri”. I mini caseifici s’inseriscono in una “fetta di mercato che va dalla vendita diretta a privati alla distribuzione a negozi di prodotti tipici, store di prodotti di alta qualità, formaggerie e ristorazione”, con le trasformazioni casearie delle aziende agricole ormai al di là degli “storici formaggi stagionati”, con inserimento “nei comparti dei formaggi freschi, erborinati, muffettati, in quelli dello yogurth, del latte alimentare, anche pastorizzato, fino al gelato”.
Diverse ormai le aziende che guardano con interesse ai mini caseifici. Come realizzare un mini caseificio? Quanto costa? Cosa può produrre? Quanto rende? A chi conviene? Queste le domande più frequenti delle aziende agricole che “percepiscono le potenzialità del settore e vogliono esserne protagoniste”, così Expocasearia. “Per entrare in un comparto così dinamico è necessario infatti un know-how mirato su normativa, gestione, costi, mercato e scenari futuri”.
Di mini caseifici si parlerà il 29 ottobre, nella Sala Guarneri del Gesù della Fiera di Cremona, nel convegno Il mondo dei mini caseifici: soluzioni, mercato igiene e normativa organizzato da Cremonafiere in collaborazione con AITA, l’Associazione Italiana di Tecnologia Alimentare. Il convegno si rivolge a chi ha già un mini caseificio e cerca soluzioni innovative, nonché a chi voglia avviare tale attività e, quindi, ad allevatori, cooperative di trasformazione, produttori e distributori di attrezzature per la trasformazione del latte. Carlo Piccoli parlerà, ad esempio, di mini caseifici nella produzione per regimi dietetici particolari come intolleranze e allergie alimentari. Altri argomenti del convegno: i caseifici delle aziende agricole fra tradizione e attualità; mini caseifici con breve rassegna operativa (igiene, prodotti, tecnologia) e convenienza realizzativa; futuro dei mini caseifici ossia estensione della gamma merceologica attraverso unica soluzione impiantistica. Si parlerà anche di certificazione De.Co., della Denominazione Comunale, cioè, come strumento per la valorizzazione delle produzioni locali con esempi nel settore caseario, nonché delle opportunità di differenziazione sul mercato con esempi di prodotti innovativi.
Abbiamo parlato di:
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