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Dottoressa, mi sento divorata dalla voglia di fare shopping!

di Caterina Steri

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`Gentile Dott.ssa, Le scrivo perché sento di avere un problema, ma non so che posso fare per affrontarlo? E' già molto difficile per me riconoscerlo. Da circa un'anno è mezzo sono stata lasciata dal mio ex marito. Per me la separazione è stato un fulmine a ciel sereno. Per qualche mese non sono uscita di casa se non per andare a lavoro, non mi curavo più, non frequentavo gli amici, non cucinavo. Ero sempre depressa e apatica. Un giorno una collega mi invitò ad andare con lei per negozi dicendomi che mi serviva una botta di ottimismo e che lei si faceva spesso dei regali per tirarsi sul il morale. Aveva ragione. Tornai a casa che spesi metà del mio stipendio. Ero soddisfatta ed eccitata, come non mi sentivo da tempo. Ripetei l'esperienza la settimana successiva, poi quella dopo, quella dopo ancora… A distanza di mesi, mi ritrovo ad avere un forte impulso a comprare le cose più strane, la mia casa è piena di oggetti, alcuni dei quali non ricordo nemmeno di averli presi. Il mio armadio trabocca di vestiti che hanno ancora il cartellino del prezzo attaccato! L'eccitazione iniziale dura sempre meno, e a volte mi sento frustrata per tutto il caos che ho in casa. Il culmine l'ho raggiunto qualche settimana fa, quando alla cassa di un negozio, mi sono sentita dire che la mia carta di credito era bloccata. Ho provato una profonda vergogna e rabbia con me stessa. Mi sono ripromessa di non spendere più per un po' di tempo, ma anche evitando i negozi, mi sono ritrovata a far acquisti su internet. Ho parlato di questo con mia sorella che mi ha detto, scocciata dai miei modi di fare, che forse ho bisogno di un aiuto, che ha letto che potrei avere dei disturbi psicologici. Lei pensa possa essere così? B.`

`Gentile B., chi di noi non è attratto dallo shopping? Chi non vorrebbe avere tanti soldi da spendere negli acquisti più impensabili, se non inutili? Quante volte ci si è fermati di fronte alla vetrina di un negozio ad ammirare un oggetto che ha riempito la vista e senza neanche pensarci lo abbiamo preso? Chi di noi quando è un po' giù di tono non si concede un piccolo regalino per risollevarsi? Tutti questi sono pensieri e azioni quotidiani a cui tante persone si prestano. Ma quando non si può fare a meno di fare acquisti, spesso a scapito del proprio conto in banca, o si arriva a farsi bloccare la propria carta di credito, a chiedere prestiti e non essere in grado di saldarli, che succede? Succede che si è presi dallo shopping compulsivo (o dipendenza da shopping con sintomi psicofisici simili alla dipendenza da sostanze), cioè dalla tendenza incontrollabile ad acquistare frequentemente merci e servizi, al di sopra delle proprie possibilità economiche. Direi che, da quanto mi ha scritto, sua sorella possa avere ragione nel consigliarle di chiedere l'aiuto di un esperto.

La dipendenza da shopping compulsivo è un disturbo psicologico e generalmente la persona che ne è affetta sperimenta uno stato di forte tensione che può essere lenita solo cedendo all'impulso di comprare.
La maggior parte delle persone affette da dipendenza da shopping compulsivo presentano spesso, già dall'adolescenza, problematiche psicologiche di diversa entità e gravita; in particolare vengono associati disturbi legati alla Depressione, al Disturbo Ossessivo-Compulsivo, al Disturbo del Controllo degli Impulsi, al Disturbo Alimentare (soprattutto Bulimia), ai Disturbi d'Ansia e ad un'autostima significativamente bassa.
Lo shopping compulsivo inoltre, viene stimolato quotidianamente dai mass media con continue campagne pubblicitarie basate su tecniche psicologiche di persuasione ad acquistare.
Il disturbo si sviluppa per cercare di riempire un vuoto dato dalla tristezza, dalla bassa autostima, dal bisogno di `anestetizzare` sensazioni e vissuti dolorosi, con delle cose materiali. Forse lei ha avuto il bisogno di colmare il vuoto che le ha lasciato la separazione da suo marito e tutto ciò che ne ha conseguito? Con lo shopping ha di sicuro, momentaneamente trovato sollievo al malessere, poi è tornata alla situazione iniziale, anzi, ad un suo peggioramento perché gli acquisti fatti erano eccessivi, non le sono stati utili, a volte forse non hanno risposto ai suoi gusti e sono stati al di sopra delle sue possibilità economiche. Di conseguenza sono subentrate la vergogna, il senso di colpa e l'umiliazione.

Sono soprattutto le donne intorno ai quaranta anni, di classe media a venire colpite da questo disturbo e preferiscono acquistare capi di abbigliamento, gioielli, accessori e cosmetici. Gli uomini invece prediligono telefonini, computer e altri accessori i tecnologici.
Non esiste una vera e propria diagnosi del disturbo, ma chi ne è affetto presenta delle caratteristiche ben precise in cui Lei può forse ritrovarsi. Mi riferisco a:

impulso a comprare, vissuto in modo irresistibile acquistare più volte in una settimana essere ripetitiva e ciclica nei comportamenti di acquisto, soprattutto in corrispondenza delle situazioni di stress provare vere e proprie 'crisi di astinenza' e frustrazione che rappresentano anche il momento iniziale più difficile da gestire nel processo di guarigione necessità di nascondere gli acquisti, così come fanno i tossicomani con la droga spendere una maggiore quantità di denaro rispetto alle proprie possibilità economiche spendere senza cognizione di causa: non importa cosa Lei abbia acquistato, ma che lo abbia fatto per soddisfare il vuoto in cui vive.

Sottolineerei che fare shopping da un enorme senso di piacere, trasformarlo quindi in un oggetto di dipendenza (per le persone predisposte e che si trovano in particolare periodi della loro vita), è molto facile. La scienza ha dimostrato che quando ci si innamora, il cervello produce dopamina, una sostanza che stimola la liberazione di testosterone, l'ormone del desiderio sessuale. Allo stesso modo, gli stessi livelli di dopamina sono stati trovati in soggetti che avevano appena avuto un'esperienza di shopping positivo.
Le chiedo quindi, di riflettere su quanto possa essere illusoriamente piacevole e soddisfacente sviluppare una dipendenza che momentaneamente fa sentire come gli innamorati che sentono le farfalle nello stomaco.
Per la maggior parte delle persone il sesso e una buona esperienza di shopping sono ugualmente eccitanti e spiegherebbe il motivo per cui spesso si spende più di quello che ci si può permettere e perchè si esagera con lo shopping, soprattutto quando ci si sente depressi. Lo shopping inoltre, rilassa come un'esperienza positiva di sesso.
Non mi stancherò mai di ripetere che dalle dipendenze si può guarire.

La sindrome da shopping può essere curata farmacologicamente, soprattutto con anti-depressivi, meglio però se combinata con una psicoterapia. I farmaci aiutano ad eliminare i sintomi, ma perché non si ripresentino, con un lavoro di psicoterapia, sarebbe importante lavorare sull'autostima, sull'attaccamento, sull'autonomia dalle figure di riferimento e su un maggiore controllo degli impulsi.
Tenga presente che non esiste guarigione se non con un'estrema volontà da parte del paziente di liberarsi dalla sua dipendenza. In mancanza di questo, neanche il miglior terapeuta al mondo potrebbe aiutarla.

Spero di aver sufficientemente risposto alla sua domanda e aiutato a chiarire i suoi dubbi.

13/07/2011