Salta al contenuto principale

I parchi più belli d'Italia: dal Piemonte alla Sicilia, la top ten 2016

Immagine

Leggi più veloce

Parchi, giardini, orti botanici, tappeti di fioriture, sculture vegetali, labirinti di siepi, filari alberati, il comitato scientifico della XIV edizione del concorso Il Parco più Bello d’Italia, organizzato dall’omonimo network, ha decretato i dieci finalisti, tenendo conto di interesse botanico e storico-artistico, stato di conservazione, gestione e manutenzione, accessibilità e servizi, relazioni con il pubblico e promozione turistica. Due saranno i vincitori, rispettivamente per le categorie Parchi Pubblici e Parchi Privati

Dal Piemonte alla Sicilia, ecco la top ten.

Villa della Regina, sulle colline di Torino, è una tipica residenza sabauda. La villa, con struttura sei-settecentesca, deve il suo nome a due consorti dei re di Sardegna – Anna Maria di Orléans e Maria Antonia Ferdinanda di Spagna – di cui era la “dimora prediletta”. La villa è famosa, oltre che per il bosco e i giardini, per le fontane artistiche, come quella con la scultura in marmo del Dio Nettuno e le undici statue di divinità fluviali o quella, ancora, con la statua marmorea di una sirena e la Fontana del Mascherone con la Cascatella della Naiade con gradini di pietra.

In Piemonte è anche l’Oasi Zegna, area montana di circa cento kmq attraversata dalla strada panoramica Zegna, fra Trivero e Bocchetta di Caulera, nelle Alpi Biellesi. L’oasi è famosa per la Conca dei Rododendri, con i rododendri messi a dimora da Ermenegildo Zegna sin dagli anni Quaranta e che ogni maggio fioriscono in tutta la loro esplosione di colori. La Conca dei Rododendri, percorsa da un “comodo sentiero”, anche per diversamente abili, fu ristrutturata dopo l’alluvione del Biellese del 1968 dall’architetto paesaggista fiorentino Pietro Porcinai, quindi ampliata da Paolo Pejrone.

Terra di ville anche la Lombardia, dove la prescelta è sempre lei, Villa Borromeo Visconti Litta, a Lainate, nel milanese. La villa, con giardino tardocinquecentesco, rivisitato nel Settecento, ninfeo decorato con mosaici, stucchi, pitture e giochi d’acqua e Teatro di Verzura, è regno di ananassi, semplici, agrumi, siepi di bosso e carpini.

In Lombardia, a Bellagio, sul lago di Como, c’è Villa Melzi d’Eril, dimora di Francesco Melzi d’Eril, duca di Lodi, vice presidente della Repubblica italiana sotto Napoleone Bonaparte, quindi gran cancelliere del Regno Italico. Sculture, laghetti, piante esotiche e secolari, la villa è un esempio classico di villa ottocentesca. Accoglie i visitatori, dal versante di Bellagio, un piccolo giardino orientale con un laghetto di ninfee e aceri giapponesi, mentre all’estremità del laghetto c’è una grotta artificiale sovrastata da un ponticello in pietra e una finta rovina. Sul lato meridionale, in corrispondenza dell’ingresso di Loppia, c’è, invece, un boschetto di bambù, quindi, a fianco dell’approdo turistico, una cappella gentilizia. Guarda il lago un chiosco in stile moresco, usato come sala da tè, con i busti di Ferdinando I, imperatore d’Austria, e dell’imperatrice Marianna di Savoia, nonché del duca Lodovico Melzi e della consorte Josephine Melzi Barbò. 

A centro del giardino, dove sul manto erboso c’era un tempo un campo da tennis, si trova un capanno, pensato come belvedere e luogo di riposo. Il sentiero che costeggia il lago e che conduce alla villa è fiancheggiato da un filare di platani potati a ombrello con rami estesi in orizzontale per “assicurare ombra e frescura”. Un sistema di potatura utilizzato in Francia per “proteggere dal caldo e dal sole i soldati in marcia dell’esercito napoleonico”. Il primo tratto della passeggiata dei platani conduce a una terrazza sul lago con scalinata a doppia rampa con quattro leoni di gusto egizio, colonne, vasca di ninfee con sculture. La serra, dove un tempo, in inverno, venivano “ricoverate le piante di aranci” ospita oggi un piccolo museo con cimeli del periodo napoleonico, reperti archeologici e affreschi rinascimentali. Nei giardini della villa è possibile ammirare su un terreno terrazzato un “raro esempio” di serre a gradoni. In passato, nel piano più basso, un impianto di riscaldamento a caldaia unica conduceva, attraverso alcune tubazioni, l’aria calda alle serre superiori.

Dalla Lombardia in Veneto, dove a Vescovana, nel padovano, c’è Villa Pisani Bolognesi Scalabrin famosa per l’evento I Bulbi di Evelina Pisani, con l’installazione di tulipani olandesi, mescolati ad altri fiori, sul prato del parco. La manifestazione è dedicata a Evelina van Millingen Pisani, prima proprietaria della villa, amante dei tulipani – era nata a Costantinopoli da una famiglia inglese di origine fiamminga – e ideatrice del parco e del giardino con influssi islamici, inglesi e fiamminghi. La villa e i suoi tesori verdi sono stati restaurati da Mariella Bolognesi Scalabrin, attuale proprietaria. Osservato dall’alto, il giardino si presenta come un “impianto geometrico a ventaglio” con “aiuole di bosso con bulbose e fiori arricchito da uno splendido arredo scultoreo costituito da una fontana neorinascimentale, balaustre, obelischi, erme, statue e putti”.

A Castelfranco Emilia, nel modenese, c’è – con i suoi manti erbosi, siepi a nicchie e cupole, statue, vasi di terracotta con piante di agrumi, padiglioni vegetali, boschetto, specchi d’acqua, sentieri, statue, false rovine – Villa Sorra con “giardino romantico” tipico dell’Ottocento estense, mentre dell’originario giardino settecentesco sono sopravvissuti la peschiera, i canali laterali e, vicino l’ingresso, tracce della “preesistente partizione geometrica”. Ricco il patrimonio di alberi: querce, magnolie, tassodi, tassi, nocciolo, albero di Giuda, acero campestre, frassino comune, orniello, carpino bianco, ippocastano, cedro dell’Atlante, rovere, roverella, olmo, platani, pioppi. Così come ricca è la componente botanica arbustiva con la fusaria, il biancospino, il prugnolo, la lantana, il ligustro, il sanguinello e altri ancora. Nel sottobosco crescono, invece, orchidee spontanee, fiori del freddo, funghi e pervinche, mentre negli specchi d’acqua si trova la tipica vegetazione stagnale come ninfee e nannufari. Nel parco vive una variegata fauna: testuggini palustri, natrici tessellate, upupe, aironi cenerini, nitticore, gallinelle d’acqua, martin pescatore, picchi verdi, picchi rossi maggiori, germani reali, scriccioli, pettirossi, cinciallegre, capinere, usignoli, ghiri, ricci.

In Toscana, a Santomato, nel pistoiese, c’è Villa Celle, dimora del Seicento, con parco all’inglese realizzato nell’Ottocento e oggi “bordato” di terreni agricoli dove si produce vino Chianti e olio extravergine d’oliva. Trasferitosi nella tenuta nel 1970, il collezionista Giuliano Gori ha trasformato il parco romantico in un museo all’aperto, invitando di volta in volta gli artisti a creare le loro opere ispirandosi ad alcune costruzioni presenti nella villa, come la voliera, la palazzina del tè, il monumento egizio, con le opere, così realizzate, integrantesi nel paesaggio.   

A Potenza Picena, nel maceretese, fra le colline marchigiane, sorge il Giardino Buonaccorsi, tra i più antichi d’Italia, con serre, terrazzamenti, vivaci aiuole, grotte, teatrino degli automi con giochi idraulici e meccanici, bosco, lago artificiale, monticello, sotterranei con le botti del vino prodotto dai vigneti della collina e vasche di pietra per la decantazione dell’olio. Della tenuta fanno parte anche granai, case a schiere, scuderie e una piccola chiesa.

Villa Floridiana, sulla collina del Vomero, a Napoli, è una dimora settecentesca immersa in un grande parco. La villa, che nel 1816 fu acquistata da Ferdinando I di Borbone per farne dono alla moglie Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia, come residenza di villeggiatura, ospita oggi il Museo Nazionale delle Ceramiche di Martina, fra le più importanti collezioni di arti decorative europee e orientali, donata dal duca di Martina alla città di Napoli. Il parco, con un originale teatro di verzura e oltre centocinquanta specie vegetali e considerato il polmone verde del Vomero, s’affaccia sul golfo di Napoli, fra i più amati panorami dell’Italia meridionale.   

Classica villa comunale alla siciliana è il Giardino Pubblico Vittorio Emanuele di Caltagirone, nel catanese, che domina la collina fra viali di lecci, sophore, tigli, pini, cipressi, profumando delle essenze di viburno, lentisco, bosso, ligustro, pitosforo, lantana, acacia, albero di Giuda, frassino, olmo, casuarina. Ricco di geometrie e simmetrie, vi fioriscono fiori in ogni stagione, mentre non è raro incontrarvi esemplari di Phoenix Canariensis, Cycas revoluta, Washington filifera, Yucca gloriosa. Paradiso di diverse specie di uccelli, vi nidificano passeri, gazze, colombacci, allocchi, merli, rampichini, cardellini, capinere, usignoli e cinciallegre. Particolari le opere d’arte che fanno da contrappunto al verde, come la fontana cinquecentesca del fiorentino Camillo Camilliani, le Quattro stagioni, quattro figure femminili in terracotta del ceramista Pino Romano, fioriere e vasi in terracotta istoriati con scene di vita quotidiana, balconata in terracotta in stile liberty floreale.  

 

Abbiamo parlato di:

Il Parco più Bello d’Italia Website Twitter Facebook Pinterest Flickr LinkedIn

Villa della Regina Website Facebook Scheda Il Parco più Bello

Oasi Zegna Website Facebook Google+ Instagram Pinterest

Conca dei Rododendri Website Scheda Il Parco più Bello

Villa Borromeo Visconti Litta Website Twitter Facebook Scheda Il Parco più Bello

Villa Melzi d’Eril Website Facebook Scheda Il Parco più Bello

Villa Pisani Bolognesi Scalabrin Website Twitter Facebook Google+ Scheda Il Parco più Bello

Villa Sorra Website Twitter Facebook Google+ Instagram Pinterest Tumblr Scheda Il Parco più Bello

Villa Celle Website Scheda Il Parco più Bello

Giardino Buonaccorsi Website Scheda Il Parco più Bello

Villa Floridiana Website Facebook Scheda Il Parco più Bello

Giardino Pubblico Vittorio Emanuele Website Scheda Il Parco più Bello