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La rivoluzione delle e-bike? Parte dalle ruote intelligenti

di La nuova ecologia

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Dispositivi colorati, più o meno leggeri e “intelligenti”, agganciati ai mozzi posteriori o anteriori delle bici, un concentrato d’innovazione al servizio del ciclista. Se la ruota è stata una delle invenzioni che ha segnato il progresso dell’umanità, oggi le “smart wheel” stanno rivoluzionando il concetto di e-bike, trasformando qualsiasi bicicletta in veicoli elettrici o ibridi a pedalata assistita, in grado di far affrontare senza fatica tracciati in pendenza o lunghe distanze. Non solo. Nelle esperienze più evolute, l’impiego di sensori tramuta i congegni in unità mobili che comunicano, in tempo reale, dati su inquinamento, traffico e condizioni della strada, contribuendo dal “basso” ad accrescere la qualità di vita nelle metropoli. 

È il caso della Copenhagen Wheel, commissionata dal Comune della capitale danese al Senseable City Lab del Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, guidato dall’ingegnere torinese Carlo Ratti. Lanciata nel 2009 durante il Summit mondiale sul Clima, è stata la prima a racchiudere in un elegante hub rosso situato nella ruota posteriore un motore, batterie, sensori ambientali e una tecnologia simile a quella del Kers (Kinetic energy recovery system) usata in Formula Uno, che recupera l’energia cinetica della frenata per la pedalata assistita. Il tutto controllabile, via bluetooth, dal manubrio col proprio smartphone: dal cambio di marcia fino alla scelta del percorso più salubre e alla condivisione su un server on line dei dati raccolti al servizio della città. Un progetto che ha destato grandi aspettative, seppure la produzione sia stata di continuo rinviata.

«Probabilmente comincerà entro il 2014 – spiega Carlo Ratti – Grazie a dei fondi di capitale di rischio ricevuti, abbiamo costituito a Cambridge, nel Massachusetts, la Superpedestrian Inc, società guidata da Assaf  Biderman, direttore associato del Senseable City Lab, licenziataria in esclusiva di tutti i brevetti, che si occuperà della fabbricazione. Per il momento, stiamo testando i congegni di nuova generazione, completamente reingegnerizzati rispetto ai precedenti». Dal 2009 ad oggi, la tecnologia è evoluta da 12 a 4 iterazioni di prototipi funzionanti, entra nel vivo Assaf  Biderman: «È molto più leggera e dispone di nuove funzionalità. Fra queste, una piattaforma di sensori per la comunicazione dati via cloud e attraverso protocolli Api, consentendo lo sviluppo di applicazioni mobili a misura di ciclista». A tre anni dalla presentazione, il suo esempio ha ispirato nel frattempo reinterpretazioni più o meno fedeli.

Da una costola della Copenhagen Wheel è nata la “Green Wheel”, uno dei primi modelli sviluppati per il Mit da Ducati Energia, inizialmente partner tecnico dell’iniziativa finanziata dal ministero dell’Ambiente italiano, «che non ha nulla a che vedere con il nostro progetto» tiene a sottolineare Carlo Ratti, sebbene il concept di base sembra lo stesso. Terminata la collaborazione con il centro di ricerca americano, il gruppo bolognese che opera nel settore dei veicoli elettrici ha proseguito con la progettazione e la sperimentazione, cominciata in Italia a fine 2012 nell’ambito di due programmi avviati in contemporanea dal ministero dell’Ambiente. Il primo è il discusso servizio di noleggio “Roma in Bici”, attivato con Roma Capitale, che sta usando un modello base di “ruota verde” che sfrutta essenzialmente la pedalata assistita. Il secondo, chiamato “E-bike 0” e promosso con l’Anci, prevede l’assegnazione a 42 amministrazioni cittadine di 1.000 biciclette munite di una versione più evoluta di Green Wheel, per diffondere la mobilità sostenibile nella pubblica amministrazione (Napoli e Roma), nella polizia municipale (Terni e Padova), in corrispondenza delle autostazioni d’arrivo dei pullman Sais grazie a un’intesa fra i Comuni di Catania e Palermo, per quei passeggeri che effettuano andata e ritorno in giornata o nel bike sharing cittadino (Benevento).

«La novità introdotta nella flotta ministeriale sta proprio nei sensori – spiega a Nuova Ecologia Mirco Fucili, responsabile commerciale mobilità sostenibile Ducati Energia – che leggeranno monossido di carbonio, ossidi di azoto, umidità e temperatura rilevati durante il percorso, registrato dal Gps. Lo scambio d’informazioni avverrà ricollocando la bici nell’apposita rastrelliera, fornita di connessione via cavo». I dati, trasferiti ad un server centrale, saranno disponibili ai rispettivi Comuni, contribuendo alla costruzione di un portale dedicato per monitorare l’inquinamento del territorio. «È in corso di definizione la gestione del server, al momento localizzato nella sede della Ducati Energia e la periodicità degli aggiornamenti». La consegna dei prototipi, ha anticipato l’ufficio mobilità Anci, avverrà entro l’estate. «Quanto alla commercializzazione, è ancora prematuro parlarne – aggiunge Fucili – ma non è escluso che potrebbe essere la naturale conseguenza dell’iniziativa».

È invece già sul mercato la Db Revo, in Italia nota come Taita, ruota anteriore schermata disponibile in diversi colori, che serba al suo interno un motore elettrico, batteria, trasmittente wireless e sensori che comunicano alla consolle in dotazione velocità e chilometri percorsi, consentendo di gestire potenza (tre velocità) e carica residua. Prodotta dalla società taiwanese Dk City Corporation, è ricaricabile da qualsiasi presa elettrica domestica, connettendo all’hub un cavo con attacco Usb. «Il prezzo al dettaglio è di 600 euro – spiega Giovanni Mancuso, assistente dell’imprenditrice responsabile della distribuzione Chang Yahuy – ma con la vendita in stock si arriva a 300 euro. Il petrolio sta finendo e il futuro è nella mobilità sostenibile. Bisogna promuovere la cultura della bicicletta e rendere questi dispositivi economicamente accessibili, per convincere i cittadini a lasciare l’auto a casa e trasformare le città in luoghi più vivibili». 

13/06/2013