Fare il bucato con i pedali, senza elettricità e con poca acqua: è la nuova frontiera del lava, sciacqua, centrifuga, stendi. Chi ama la bici, un giorno potrebbe, ad esempio, fare il bucato pedalando su una cyclette, con il cestello che fa da ruota. L’idea è di Xuefei Liu, Di Fang, Linhao Su, Zhanbing Li, Xiaoyu Gao Xueyi Wang, Wen Fan, Liying Zhu, Deqian Zhao, Huan Li, Mengmeng Hu e Weiwei Li, giovani designer cinesi della Dalian Nationalities University, che per il loro progetto Bike Washing Machine si sono ispirati a una bella intuizione: se pedalando su una cyclette produciamo energia, più di 100 watt se siamo in forma, energia che spesso viene dispersa, perché non pedalare facendo il bucato con l’energia in surplus che potrebbe illuminare il monitor della cyclette o essere conservata per altri usi? L’idea, pertanto, è combinare esercizio fisico con un lavoro di routine, come il bucato, pedalando su una lavatrice-cyclette con il movimento circolare delle gambe sui pedali che aziona la ruota-cestello. Non solo, la lavatrice potrebbe essere utilizzata anche in zone remote, dove spesso manca l’elettricità.
Un’altra soluzione sostenibile a basso impatto ambientale e che consente di risparmiare tempo, energia e denaro è Drumi, piccola lavatrice compatta che funziona senza elettricità e azionando un pedale. L’idea è di Yi Jiang, industrial designer cinese che nel 2013 ha fondato YIREGO, società di progettazione con sede a Toronto per la creazione di prodotti per la casa eco-friendly dal design non convenzionale e realizzati con materiali riciclati, utilizzando, durante il processo di fabbricazione, meno energia possibile.
L’idea della lavatrice a pedale nasce dall’esperienza personale di Yi Jiang, costretto, in mancanza di una lavatrice, a utilizzare lavanderie pubbliche a gettoni, dal designer considerate costose oltre che poco igieniche. Drumi è stata progettata non per sostituire la classica lavatrice, pur sempre utile in caso di grossi carichi, ma per fornire un’alternativa ecologica, con risparmio di acqua ed energia, per piccoli carichi di bucato, come il bucato a mano, con un risparmio, fino all’80%, di acqua.
Se per un carico Drumi richiede 5 litri d’acqua per il lavaggio e altrettanti per il risciaquo – con il coperchio che può essere usato come misuratore –, una lavatrice classica ne consuma dai 30 ai 70, con un consumo di energia di circa 500 watt. Drumi, inoltre, è piccola e può essere sistemata, senza ingombro, in un angolo del bagno o nel bagagliaio per viaggi, pic-nic, vacanze, in particolare, in campeggio dove spesso mancano le lavanderie. Grazie ai suoi materiali – acciaio inossidabile, alluminio e materiale plastico – sopporta, inoltre, sia il bagnato che l’asciutto.
Drumi certamente non potrà lavare lenzuola e grandi asciugamani, ma T-shirt, biancheria intima, indumenti per bambini, tovaglioli, sì, fino a un carico di 5 chili per un ciclo di lavaggio, che può durare dai 5 ai 10 minuti, con l’acqua rilasciata attivando una valvola sul retro, dove è collegato un tubo rimovibile per la canalizzazione dell’acqua di scarico.
I detersivi possono essere liquidi o in polvere, mentre chi soffre di allergie potrà utilizzare le noci del sapone o noci lavatutto, alternativa naturale ai detersivi tradizionali. Pensata originariamente per chi vive, in particolare, nelle aree urbane, per single e giovani famiglie, soprattutto con bambini piccoli, Drumi potrebbe un giorno essere utilizzata nei paesi in via di sviluppo ad alta densità di aree con accesso limitato ad acqua ed elettricità.
Il costo, che non sfiora i 200 dollari, può essere compensato con quanto si spenderebbe in un anno in una lavanderia a gettoni.
Ci sono poi le lavatrici che, nonostante abbiano pochi anni, passano a miglior vita, con grande sconforto di chi aveva speso un bel po' di quattrini. Oggi le lavatrici si rompono in fretta e se farle riparare costa più che comprarle, si può dire che non ci sono più le lavatrici di una volta, di quelle che facevano sognare le casalinghe. E allora, ecco una storia curiosa. Tony Grigorian è una giovane designer israelo-bielorussa con studi alla Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme. Un giorno Tony compra una lavatrice, che, dopo cinque anni, è da buttare: “Io, mia zia e un mio amico abbiamo acquistato la stessa lavatrice, lo stesso giorno, cinque anni fa. Sei mesi fa tutte e tre le lavatrici hanno smesso di funzionare lo stesso giorno! Non è incredibile? Come molti prodotti elettrici, la lavatrice, probabilmente, ha la sua data di scadenza. Non volevo buttarla, così ho deciso di scoprire cosa si nascondeva sotto il suo guscio. La macchina aveva solo cinque anni, per cui non era così sporca, le parti che avevano un po’ di calcare le ho pulite molto facilmente – la plastica ingiallita e lo smalto sono molto facili da pulire con pasta pulente”.
Da buona designer, Tony pensa pertanto a un altro uso della sua lavatrice, che reinventa, dopo averla smontata, in sedie e poltrone, creando la serie I Used To Be A Washing Machine, ero una lavatrice, e allestendo un piccolo manuale con le istruzioni passo-passo per creare, con le componenti di una lavatrice ormai fuori uso, sedie e poltrone su cui rilassarsi, pensando che un ex elettrodomestico può diventare altro e con un design accattivante.
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