Ier l’altro, in un supermercato straniero, c’erano, venduti a peso d’oro come San Marzano, pomodori che non erano né italiani, né San Marzano. Tra falsi San Marzano inscatolati e altri commercializzati come freschi, il pomodoro più plagiato d’Italia, protetto da marchio Dop, piange lacrime; non così i falsificatori, felici d’ingannare il mercato.
Tempo fa, Paolo De Castro, già ministro delle Politiche Agricole dei governi D’Alema e Prodi e oggi parlamentare europeo, nonché presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea chiedendole di obbligare l’azienda belga Lava che inscatolava falsi San Marzano con falsa etichetta a non utilizzarla poiché lesiva di un marchio Dop protetto da regolamento europeo. Non solo Belgio, in Italia l’export del falso San Marzano, destinato ai mercati stranieri, è una delle tante truffe sventate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con sequestri di carichi, anche di diverse tonnellate, pronti a lasciare l’Italia a bordo di navi.
La falsificazione dei prodotti agroalimentari, in particolare italiani, è, ormai, più che una moda. Negli Stati Uniti, ad esempio, il Consortium for Common Food Names è nato per dare battaglia a quegli “sciocchi europei” che pretendono di proteggere le loro Dop. Copiare le Dop europee, in poche parole, è per costoro un diritto. Nè un caso, come ha osservato qualcuno, che uno dei “punti giudicati irrinunciabili dagli americani nel negoziato sul Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, il TTIP, è proprio il no, irrevocabile e definitivo, al riconoscimento delle Dop europee”.
Fu proprio negli Stati Uniti che Nicholas Blechman, illustratore ed ex art director della Book Review del New York Times, trovò in un negozio di Brooklyn una latta di pomodori San Marzano coltivati in America, salvo scoprire che negli Stati Uniti le falsificazioni sono ammesse e che se il mercato americano è invaso da prodotti provenienti dall’estero smerciati per italiani, è altrettanto vero che gli americani commercializzano senza pudore falsi prodotti italiani nati negli Stati Uniti, dove non esistono né Dop, né consorzi di tutela. “Tocca ai consumatori capire la differenza tra veri e falsi pomodori San Marzano”, dirà, laconico, raccontando di aver optato, per la sua salsa, per un salto da Gustiamo, nel Bronx, pagando 30,50 dollari per un vasetto di concentrato di pomodoro Pianogrillo da pomodori siciliani e 3,90 dollari per un barattolo di pomodori San Marzano Gustarosso: “Sarà pure costoso, ma è il prezzo dell’autenticità in un’economia del cibo globalizzata”.
Una disavventura diventata una divertente storia animata per il New York Times, pubblicata il 16 agosto scorso sul sito del quotidiano con il titolo The Mystery of San Marzano.
Blechman non era, comunque, nuovo a simili storie. Il 24 gennaio dell’anno prima, quand’era ancora art director della Book Review, ispirandosi al blog Truth in Olive Oil di Tom Mueller, autore di Extra Virginity. The sublime and scandalous world of olive oil, aveva pubblicato, sempre per il New York Times, la storia animata Extra Virgin Suicide. The Adulteration of Italian Olive Oil, racconto dell’adulterazione dell’olio italiano, protagonista l’Italia, maggiore importatrice di olio, nelle cui raffinerie l’olio d’oliva, miscelato con oli meno costosi, colorato con clorofilla e trattato con betacarotene per mascherarne il sapore, viene quindi imbottigliato, etichettato come extravergine d’oliva e spedito in tutto il mondo come olio italiano. Nonostante uno speciale corpo dei Carabinieri, continua il racconto, addestrato per scovare l’olio adulterato e i ripetuti raid dei vari corpi di polizia nelle raffinerie, i produttori raramente vengono perseguiti grazie ai loro legami con politici potenti. Un sistema di frodi causa del crollo dei prezzi dell’olio, con i produttori, menti dell’inganno, artefici del loro suicidio economico.
Ne nacquero polemiche.
“Il New York Times sfotte l’Italia sulle truffe dell’olio”, tuonò Coldiretti. Sappiamo com’è andata a finire, con il recente scandalo del falso olio extra-vergine che ha confermato ciò che si sapeva già.
Abbiamo parlato di:
Paolo De Castro Website Twitter Facebook
Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Website
Consortium for Common Food Names Website
Nicholas Blechman Website Twitter Facebook
Gustiamo – Italy’s Best Foods Website Twitter Facebook Instagram Pinterest Flickr
Truth in Olive Oil Blog
Tom Mueller Website Twitter Facebook
Coldiretti Website Twitter Google+
Per le storie animate del New York Times:
The Mystery of San Marzano Animazione
Extra Virgin Suicide. The Adulteration of Italian Olive Oil Animazione