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Micro data center ad alimentazione solare: il progetto californiano contro il digital divide

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Il primo premio è di diecimila dollari, mentre i secondi classificati riceveranno un tablet Google Nexus 7. Il 15 luglio, scoperte le carte, si conoscerà il vincitore di Micro-Data Center Design Challenge, un concorso internazionale per la “realizzazione di un progetto di micro data center ad alimentazione solare” ad architettura ARM, di piccole dimensioni, ad alta efficienza energetica, capace di resistere a caldo, polvere, umidità, con il design vincente, selezionato da una giuria di esperti di telecomunicazioni, che verrà quindi realizzato e installato su una “remota” isola del Pacifico. Il concorso è stato organizzato da Inveneo, impresa sociale non profit di San Francisco, in California, cui mission è quella di provvedere le regioni più sfortunate del pianeta di strumenti tecnologici, individuandoli fra le “soluzioni più sostenibili”.

Al concorso di San Francisco è stato ammesso il team di Sven Helmer, professore di Database Systems e Data and Knowledge Engineering della Libera Università di BolzanoLoro sono i Berry Hunters, i “cacciatori di lamponi”, così li chiamano a Bolzano, nulla a che fare con i frutti di bosco, ma solo perché loro passione è il Raspberry Pi microcomputer open source economico e a risparmio energetico, il cui successore è il Banana Pi. Frutta e informatica, tanto che quando ai primi di giugno il professor Helmer fece annunciare Lamponi e banane, sua lezione sulle due tipologie di microcomputer, qualcuno lì per lì pensò a qualcosa sulla “coltivazione di frutta”. Raspberry Pi e Banana Pi, questo, il succo, della lezione del professor Helmer, grazie al costo – poche decine di euro – e ai consumi “estremamente contenuti” possono, infatti, aiutare a “colmare il digital divide” con i paesi del sud del mondo, tristemente famosi per le poche risorse economiche, isolamento e avverse condizioni climatiche.  

Durante la sua lezione, il professor Helmer aveva spiegato come caratteristica principale di un microcomputer come il Raspberry Pi – a parte i costi contenuti, nonché la possibilità di essere collegato ad altri sì da “formare cluster”, provvedendo così gli utenti di “maggiori capacità di calcolo” – fosse quella di poter essere collegato direttamente a un monitor e a una tastiera tale da farne uno strumento adatto all’insegnamento dell’informatica in quelle scuole o facoltà universitarie che “non possono permettersi grandi data center che richiedono investimenti molto ingenti”.

Per il concorso di San Francisco, i Berry Hunters di Bolzano hanno, infatti, progettato un modello di data center low cost con un case in legno a diversi ripiani destinati all’alloggiamento del Raspberry Pi, dei dischi fissi a stato solido, dei cavi, degli interruttori e delle batterie. “Si tratta di un case” così il professor Helmer “creato con materiale a basso impatto ambientale che può essere realizzato dagli artigiani locali, così abbassiamo i costi e diminuiamo l’impronta di carbonio risultante dalla produzione perché non si spedisce nulla in giro per il pianeta. Il case è sostenibile e robusto”.

Il data center è inoltre collegato a un pannello solare, ciò che caratterizza il progetto all’insegna della sostenibilità ambientale. Gli altri vantaggi riguardano la possibilità di disattivare, sostituire, riparare delle parti con il data center che “continua a funzionare”, quindi, a seconda delle necessità degli utenti, di espandere il cluster “aumentando il numero di microcomputer collegati”. E nessun problema per la sua manutenzione: per “montare e smontare” le varie componenti, così, il professor Helmer, servirà solo un “semplice cacciavite. Oltre alla parte hardware, i Rasperry Hunters si sono occupati del software, con attuale allestimento, e in previsione, di una piattaforma middleware per la gestione del data center in miniatura.

 

Abbiamo parlato di: 

Micro-Data Center Design Challenge Website

Inveneo Website Twitter Facebook Instagram LinkedIn

Sven Helmer Website

Libera Università di Bolzano Website Twitter Facebook Instagram LinkedIn